“LE STRADE DA SEGUIRE”: MURALES REALIZZATO A CALTAGIRONE (IN PROVINCIA) DI CATANIA IN ONORE A GIUSEPPE AIELLO !

“LE STRADE DA SEGUIRE”: MURALES REALIZZATO A CALTAGIRONE (IN PROVINCIA) DI CATANIA IN ONORE A GIUSEPPE AIELLO !

< “LE STRADE DA SEGUIRE”:  MURALES REALIZZATO A CALTAGIRONE (IN PROVINCIA DI CATANIA) IN ONORE A GIUSEPPE AIELLO ! >

“Le strade da seguire” in questi giorni hanno fatto tappa a Caltagirone presso la scuola elementare ex ONMI in via Madonna della via n.5.

Era presente il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana On. Galvagno, accompagnato dal Vice presidente Vicario on. Nuccio Di Paola ed ovviamente dal sindaco di Caltagirone dott. Fabio Roccuzzo.

Ed a Caltagirone per iniziativa della Fondazione Federico II à stato  inaugurato l’opera che raffigura il piccolo Giuseppe Aiello.

 

Giuseppe, un bambino di 12 anni di Caltagirone che dopo la scuola aiutava la famiglia, lavorando da un pastore con precedenti penali.

Il 10 ottobre 1990 il pastore fu ucciso da due sicari e la stessa sorte toccò a Giuseppe, reo di avere assistito all’esecuzione.

Sembra ripetere la storia di Iqbal, un bambino pakistano vittima dello sfruttamento.

“Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro.

Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite.

Da grande voglio fare l’avvocato e lottare perché i bambini non lavorino affatto”.

Ma grande Iqbal non diventerà mai.

La sua giovanissima vita fu spezzata il 16 aprile 1995, quando aveva appena dodici anni, da una raffica di proiettili sparati da breve distanza.

Non c’è neanche bisogno di attendere il successivo processo, che vedrà imputato l’esecutore materiale dell’omicidio, per comprendere che si tratta di una ritorsione della “mafia dei tappeti”, minacciata nei propri affari dal clamore internazionale suscitato dall’attivismo di un bambino.

Uccidendolo, i fabbricanti di tappeti e i latifondisti del Pakistan eliminano il testimone più scomodo e più sincero dei loro traffici criminali e del brutale sistema di sfruttamento minorile che sostiene l’economia del paese.

Iqbal Masih, piccolo schiavo-bambino, era tornato in libertà soltanto da due anni ed era diventato un simbolo e una speranza di riscatto per tutti i bambini costretti a lavorare come schiavi in Pakistan e nel resto del mondo.

 

Grazie anche a quest’opera realizzata a Caltagirone, in prov. di Catania il suo ricordo non morirà mai.

 

 

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A cura di Dott. LORENZO RANIOLO (Gela/CL)

dott.lorenzoraniolo@tiscali.it

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana