“Marta Russo Il Mistero della Sapienza”, di Mauro Valentini. (rubrica Scomparsi).

“Marta Russo Il Mistero della Sapienza”, di Mauro Valentini. (rubrica Scomparsi).

Per la rubrica Scomparsi del giornale il Popolo, continuiamo ad occuparci dei casi “Cold Case”, che sono ancora rimasti irrisolti e non hanno dato un volto al colpevole e oggi  sono qui con Mauro Valentini. Giornalista e Scrittore, che oltre a scrivere sui temi di cronaca nera, si occupa anche di cinema e spettacolo scrivendo per diverse testate nazionali. Partecipa spesso a programmi di approfondimento radiofonici e televisivi come opinionista. Un big insomma.

Il suo ultimo capolavoro, “Marta Russo. Il Mistero della Sapienza”, è un libro da consigliare davvero a tutti. Un’opera super coinvolgente, che porta il lettore indietro nel tempo, sembra di rivivere attimo dopo attimo i fatti accaduti in quel tragico 12 maggio del 1997, quando Marta Russo, studentessa universitaria della Facoltà La Sapienza di Roma, muore uccisa da un colpo di pistola, partito da una pistola coincidenza vuole che sembrerebbe la stessa che uccise Giorgina Masi, 20 anni prima, il 12 maggio del 1977.

Il libro è tra un romanzo ed una vera indagine/ inchiesta giornalistica. Nonostante si sappiano i colpevoli, fino all’ultimo, il lettore rimane con un alone di dubbio, come ancora tutto da scoprire.

Ciao Mauro, come ti ho spesso sottolineato il tuo libro mi ha davvero sorpresa, non pensavo mi prendesse tanto. Anche perché se uno ci pensa bene, il bello dei gialli è capire chi è l’assassino, qui funziona come una moviola al contrario, poiché si conoscono già i colpevoli, ma ti assicuro da lettrice, che leggendo tutto d’un fiato, pensavo ci fosse una svolta e che magari non fossi davvero preparata o che qualcosa mi sfuggisse…attendevo l’assassino! Per cui bravo davvero.

1) Mi incuriosisce capire, cosa spinge un giornalista a scrivere su un dramma già chiuso da tempo. Quale è stata la tua molla?

Tutto inizia con la lettura di un’intervista che Scattone rilascia al Corriere della Sera nel settembre del 2015. In quella sede lui comunica che lascerà la cattedra vinta con regolare concorso ministeriale, per le pressioni e le proteste subite dai genitori di Marta e da quelli degli studenti che non lo volevano inserito in una scuola pubblica. Legittima protesta, ma mi ha colpito come questa vicenda, ancora dopo quasi 20 anni fosse ancora ferita aperta nella società civile, tanto fu il clamore dato alla vicenda. Ecco, la molla è stata quella: scoprire cosa c’era ancora di non risolto, non sopito nella vicenda di Marta.  E quello che ho scoperto beh, ha superato ogni mia aspettativa.

2) Essendo anche un’archivista, capisco che non sarà stato facile accedere su documentazione corrente che tratta dati sensibili. Quindi ti chiedo se hai trovato difficoltà e se si quali?

Vedi, gli atti del processo Marta Russo sono atti pubblici, in quanto il processo è stato consegnato agli archivi e alla storia. Ho fatto una richiesta attraverso il mio avvocato Dr.ssa Emanuela Santini e ho avuto la possibilità di accedervi. Quello che non mi aspettavo era la difficoltà nel reperirli dall’archivio, nell’impresa operata dai dipendenti della Procura di Roma nel ritrovarli. Se un merito ho avuto in questo lavoro di scrittura è stato quello di aver costretto l’archivio di piazzale Clodio a riordinare i fascicoli, più di cento, che erano sparsi per vari siti e che tra Rebibbia e la stessa Procura non avevano più una casa comune.

3) Pensi che ci sia un legame tra Giorgiana Masi e Marta Russo?

Lo hanno pensato con forza, ad un certo punto dell’inchiesta gli stessi inquirenti. Viene trovata una pistola calibro 22 qualche mese dopo la morte di Marta dentro l’intercapedine del bagno del rettorato. Una pistola con un solo colpo mancante, in tutto e per tutto compatibile sia con l’omicidio di Marta che con quello della povera Giorgiana avvenuto 20 anni prima. Ma non parlerei di legame nel senso omicidiario, quanto di analogie sinistre, Giorgiana e Marta, due ragazze innocenti e serene che vengono colpite da una mano infame e vile a vent’anni esatti di distanza con modalità simili. Una tragica trama del destino.

4) Secondo te il caso è davvero chiuso con la carcerazione di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro ?

La mia sensazione, lo dico senza parafrasi, è che per Marta non sia stata fatta giustizia, riprendendo in questo le parole che ha usato il compianto collega Sandro Provvisionato che ha curato per me la prefazione del libro. Non si può chiudere serenamente questa vicenda e consegnarla alla storia  dopo una condanna a poco più di tre anni, con una formula che lascia esterrefatti per i dubbi che lascia: delle due l’una: se sono colpevoli allora è una pena irrisoria, ma se Scattone e Ferraro sono innocenti, allora quella condanna lieve li ha comunque consegnati nelle fauci dei media e della collettività come mostri. Una condanna questa che è a vita. A Prescindere dalla reale pena inflitta. L’eco mediatico dato alla vicenda ha concorso e anzi è la causa principale di questa condanna eterna senza possibilità di espiazione.

5) Vista la grande risonanza sulla società dell’epoca secondo te quanto ha inciso la verità mediatica su quella giuridica?

Paradossalmente devo dirti che a livello mediatico, sono stati tratti dei documenti che poi a processo non furono utilizzati. Elementi che se fossero stati trattati come furono trattati dai media avrebbero portato con quasi certezza all’assoluzione dei due. Ti porgo un solo esempio dei tanti che ho trovato e che ho scritto nel mio libro: fu pubblicata una video cassetta dal settimanale Panorama in cui si vedeva chiaramente le modalità incredibili con cui era stata trattata la teste principale di questa inchiesta da parte dei due PM. Forse, se quella cassetta fosse stata assunta agli atti questa vicenda sarebbe ora scritta in maniera completamente diversa.

6) A questo punto, nel salutarci, mi piacerebbe sapere se hai in cantiere un nuovo libro.

Si, è pronto per il mese di ottobre un nuovo libro-inchiesta, dal titolo : Mirella Gregori – Cronaca di una scomparsa. Sarà un libro completamente diverso rispetto ai libri inchiesta classici, perché racconterò tutto quello che accadde in quei giorni e negli anni a seguire con lo sguardo attonito e sconvolto dagli eventi della famiglia Gregori. La scomparsa di Mirella, legata in maniera opinabile e a tratti assurda alla vicenda Emanuela Orlandi, vista e raccontata da chi l’ha subita sulla propria pelle. Sarà un percorso di vita e d’inchiesta parallelo. Un atto dovuto a questa sfortunata ragazza troppo spesso dimenticata dai media.

 

di Loredana Vaccarotti