Rino Gaetano dopo 37 anni, la sua morte ancora avvolta nel mistero.

Il 2 giugno 1981 perdeva la vita, all'età di 30 anni in un incidente stradale, Rino Gaetano, al tempo sottovalutato ma oggi uno degli artisti italiani più amati.

Rino Gaetano dopo 37 anni, la sua morte ancora avvolta nel mistero.

L’ironia e l’apparente nonsense sono le sue armi per denunciare, velatamente e con leggerezza, le brutture e le anomalie dell’Italia di allora. Forse questa è la ragione per cui Rino Gaetano è, tutt’oggi, amato da generazioni di giovani, stanchi di questa Italia, sulla quale Rino avrebbe avuto tanto da dire. Ma la denuncia sociale, di cui Rino Gaetano si fece pioniere, secondo alcuni potrebbe essergli addirittura costata la vita.

Rino Gaetano il 2 giugno 1981, alle ore 3:55 del mattino, rientrava a casa quando è stato investito da un camion, dopo aver perso i sensi (secondo la versione dell’autista) ed essere finito nella corsia opposta. Fu portato al Policlinico in coma, ma la struttura non aveva un reparto per craniolesi, a quel punto vennero contatti altri 5 ospedali, tra cui il San Giovanni e il San Camillo, ma nessuno aveva l’ombra di un posto letto.

Era amico della figlia del medico personale di Licio Gelli: era lei la fonte di tante rivelazioni che poi sarebbero finite nelle sue canzoni, in un gioco tanto pericoloso da costargli la vita?  Il giovane, che lavorava presso consolati stranieri, fu sepolto al Verano accanto all’artista, ma poi disseppellito e trasferito in un altro cimitero. Curiosità: l’autore dello spostamento dei resti mortali, scrive il blog “Scomparsi”, ha una identità «che coincide con un personaggio storico dello spionaggio italiano, collegato addirittura al “Noto Servizio”».

Si tratta di apparato riservato dello Stato «che compiva atti di intelligence in modo autonomo rispetto ai servizi istituzionali», prima il Sid e poi il Sismi e il Sisde, «spesso sfociando in atti illegali e gravissimi». Specialità inquietante del “Noto Servizio”  «risultò essere, con atti sequestrati e acquisiti dalla magistratura, l’uccisione di persone ritenute “scomode” con incidenti stradali».

Ancora: il Cazzaniga citato nella canzone “Nun te reggae più” dopo la sequenza “Dc-Dc-Dc-Dc” sarebbe,  l’oscuro democristiano Vincenzo Cazzaniga, già manager della Esso e poi vicepresidente della holding super-massonica Bastogi, posta sotto il controllo di Giulio Andreotti ed Eugenio Cefis, e citata espressamente da Gaetano in un’intervista. Cazzaniga, secondo le fonti investigative, risultò essere un collaboratore dei servizi americani e, per conto degli Usa, finanziava segretamente la Dc in chiave anti-sinistra.

Rino Gaetano canta durante la trasmissione televisive ‘Aquario’ il 31 Ottobre 1978 a Roma.

Alla sua discografia si aggiunge’Aida’ il cui successo gli schiude le porte del festival di Sanremo dove canta ‘Gianna’, un brano rimasto a lungo al primo posto della hit parade e ancora oggi uno dei titoli più amati del suo repertorio che nel frattempo si era arricchito dell’album ‘Resta vile maschio dove vai’, realizzato insieme a Mogol e ricordato soprattutto per il brano ‘Ahi Maria’. Finalmente le sue tournee ottengono i riscontri desiderati, dopo anni in cui aveva dovuto fare da spalla per concerti di altri artisti davanti a platee che non accettavano il suo umorismo e con le quali più volte ingaggiava violente schermaglie verbali.

Finalmente Rino Gaetano era riuscito a imporre il suo stile: non era più soltanto una sorta di ironico grillo parlante della canzone. Purtroppo, come accade spesso, solo dopo la sua morte si è cominciato a parlare di lui come di un anticipatore, addirittura come di un caposcuola, vista l’influenza avuta sulle nuove generazioni. Il riconoscimento postumo si è tradotto nella ristampa dei suoi album, in album-tributo realizzati da altri artisti che rileggevano le sue canzoni. Rino Gaetano è stato un outsider, un talento che si è conquistato il suo spazio senza mediazioni e concessioni, un artista che, con il sorriso sulle labbra e lo sberleffo nelle parole, non ha mai smesso di raccontare i vizi e i difetti degli italiani.

A te che odi i politici imbrillantinati che minimizzano i loro reati, disposti a mandare tutto a puttana pur di salvare la dignità mondana, a te che non ami i servi di partito
che ti chiedono il voto, un voto pulito.
Partono tutti incendiari e fieri, ma quando arrivano sono tutti pompieri. 

La censura, infatti, aveva più volte ritoccato e tagliato i testi di Gaetano. Il caso di Nun te reggae più fu il più eclatante, ma non certo l’unico. In Ma il cielo è sempre più blu venne fatta eliminare la frase “chi tira la bomba, chi nasconde la mano”.

di Antonio Gentile