Riforma pensioni: le ultime novità sulla Quota 100, ma per i contributi minimo di 38 anni.

Si torna a parlare di riforma delle pensioni vista l'imminente scadenza per l'approvazione della Legge di Bilancio 2019. Vediamo quali sono le ultime novità emerse in queste ultime ore.

Riforma pensioni: le ultime novità sulla Quota 100, ma per i contributi minimo di 38 anni.

Ancora una volta si torna a parlare di riforma delle pensioni, a breve infatti il Governo dovrà presentare la nuova Legge di Bilancio 2019 nella quale dovranno essere inserite le misure per superare la Legge attuale,

L’obiettivo di cancellare l’odiata legge Fornero, motore della manovra Salva-Italia messa a punto dal governo Monti nel 2011, è sempre più vicino. La Lega, che sul punto aveva battuto con insistenza nel corso della campagna elettorale del 4 marzo scorso, ha centrato il bersaglio ottenendo la cosiddetta Quota 100. Vale a dire la somma minima di età anagrafica e contributi previdenziali necessaria per poter andare in pensione.

Come noto l’Esecutivo ha proposto una serie di opzioni per riformare il sistema previdenziale ma ad oggi non si sa ancora quali di queste saranno inserite nella nuova manovra.

L’opzione che sembra essere più valida per superare la Legge Fornero sembra essere la Quota 100 che consentirebbe ai lavoratori che hanno compiuto 64 anni di età e che hanno versato 38 anni di contributi di andare in pensione anticipatamente. Negli ultimi giorni però erano circolate voci che riportavano che la Quota 100 sarebbe stata introdotta nel nostro ordinamento ma con una penalizzazione. Ad oggi però le cose sembrano essere cambiate.

Vediamo insieme quali sono le ultime novità emerse sulla Quota 100 e cosa potrebbe accadere per i lavoratori a partire dal prossimo 1° gennaio 2019.

Novità pensioni: possibile l’introduzione di Quota 100 con due paletti.

Dopo svariati mesi si torna a parlare ancora di riforma delle pensioni. A pochi giorni dall’approvazione della nuova Legge di Bilancio 2019 il Governo deve fare ora una scelta per capire quale misura inserire in manovra per superare la Legge Fornero.

L’ipotesi più concreta ad oggi è quella di inserire Quota 100 ma non si sa ancora bene in che modo. Inizialmente si pensava di dare la possibilità di andare in pensione anticipata a coloro che avevano compiuto 64 anni di età e che avevano versato 36  o 38 anni di contributi. (ancora da decidere).

Successivamente si era parlato di introdurre Quota 100 con una penalizzazione ma ad oggi le cose sembrano essere cambiate ancora una volta.

Novità pensioni 2019: possibile il blocco dell’aumento dell’aspettativa di vita

Un’altra importante novità che è emersa in queste ore in tema di riforma delle pensioni sembra essere quella concernente il possibile blocco dell’aumento dell’aspettativa di vita di 5 mesi per le pensioni anticipate a partire dal 2019.

Ciò vuol dire che dal prossimo anno si potrà continuare ad andare in pensione indipendentemente dall’età avendo 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 3 mesi per le donne) invece che 43 anni e 3 mesi.

Possibile anche la proroga dell’Opzione donna ma su questo non si hanno ancora notizie certe. Non ci resta che aspettare e vedere quali decisione il Governo prenderà nei prossimi giorni per superare la Legge Fornero.

I DETTAGLI
In sostanza, la quota 100 secca varrà solo per chi esce dal lavoro avendo 62 anni di età e 38 di contributi mentre se si esce con un’età più elevata la quota sale (101 con 63 anni più 38, 102 con 64 anni più 38 e così via. L’intero pacchetto pensioni dovrebbe costare circa otto miliardi l’anno prossimo e nove il successivo con un aumento contenuto poiché la gran parte delle persone dovrebbero uscire nel 2019. Potranno andare in pensione prima dei 62 anni i precoci con 41 anni di contributi e tutti coloro che hanno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi le donne) con lo stop all’aumento dell’aspettativa di vita per la pensione anticipata rispetto alla vecchiaia che avrebbe dovuto scattare nel 2019. Dovrebbe essere inoltre prevista la proroga dell’opzione donna con l’anticipo per l’accesso alla pensione a fronte del ricalcolo interamente contributivo per gli anni di lavoro. Non dovrebbero invece essere previste penalizzazioni per chi anticipa l’uscita. Con il pacchetto delle nuove norme sulla previdenza (che potrebbero prevedere anche qualche aggiustamento sull’Ape sociale che al momento scade a fine anno) dovrebbero andare in pensione secondo i conti del Governo circa 420 mila persone. Negli auspici di Palazzo Chigi, questo esodo dovrebbe produrre un maxi-ricambio generazionale sui luoghi di lavoro.

di Antonio Gentile