Musica e l’emergenza di nuovi artisti: l’intervista all’artista emergente Giorgio Hofmann

Musica e l’emergenza di nuovi artisti: l’intervista all’artista emergente Giorgio Hofmann

A cura di Nicola Reza Marsico (Milano) * nicola.marsico@dconline.info

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< Musica e l’emergenza di nuovi artisti: l’intervista all’artista milanese emergente Giorgio Hofmann >

Prima di tutto cos’è per te la musica ?

La musica per me è pura espressione del mio pensiero, di quello che provo. E’ lo specchio della mia interiorità. La musica è anche uno sfogo, è un mezzo di espressione di quello che voglio dire alla gente.

Per me la musica assume anche uno spirito psicologico: i suoni, il ritmo e le parole mi permettono di rivivere un momento della mia vita passata. A volte con gioia e a volte con dolore, è un’esperienza e una sfida con i ricordi.

La musica è proprio un diario personale aperto a tutti che permette la trasmissione di energie piacevoli o meno.

Secondo Te, il musicista crea le mode o le segue ?

Giorgio Hofmann (Milano)

Domanda molto interessante. Io farei una distinzione chiara tra arte artificiale e arte naturale, genuina. Per intenderci ci sono veri artisti che rischiano e dedicano la loro esistenza alla loro creatività, i cosiddetti “artisti naturali”. Mentre ci sono artisti che fanno business e che creano strategie di marketing per piacere e avere consenso tra gli ascoltatori.

Il vero artista naturale crea le mode e non pensa al profitto che ne può trarre, e se nel caso diventasse popolare, la sua azione è totalmente inconscia, questa si che è arte !

Ad esempio la nuova moda, sempre più crescente, dell’uso della lingua spagnola / latina nella musica, sta costruendo un contesto musicale molto omogeneo purtroppo.

Secondo te, la musica e l’arte hanno dei ruoli importanti nella società attuale ?

Assolutamente si. La musica ha avuto e ha ancora un impatto significativo nel contesto sociale e politico. La musica permette di trasmettere ideali e visioni del mondo, e a mio parere se viene compreso dagli ascoltatori ha un impatto molto più forte di qualsiasi discorso politico, perché una canzone rimane per sempre, un discorso no.

Io penso anche alla canzone che ascoltiamo frequentemente in discoteca This is America, la canzone, oltre ad avere un entusiasmante ritmo. denuncia tutti i difetti dello Stato americano e il problema del razzismo contro gli Afroamericani, che permane tuttora.

Come vedi  il futuro degli artisti o cantanti emergenti in Italia ?

Il futuro degli artisti è sempre più libero. Lo sviluppo esponenziale dei media permette a tutte le persone di esprimere la loro creatività.

Le evoluzioni tecnologiche permettono di registrare un brano in qualsiasi momento, mentre se pensiamo agli anni 60, i cantanti erano costretti ad avere una casa discografica e i prezzi erano altissimi.

Diventavano famosi solo gli artisti che avevano i mezzi e le risorse per poter esprimersi.

Nuovi pezzi in arrivo ?

Tra poco usciranno tante novità e sono contento del lavoro che ho fatto.

F my heart” è una canzone che rappresenta l’emblema di quello che piace ai ragazzi, lo svago, la vera musica da discoteca

A Maggio “Take it or leave it“, con stile techno commerciale.

Questa canzone è l’espressione di una mia situazione complessa dove appunto penso che quelli che hanno vissuto la mia esperienza capiranno, e non dico altro.

Penso che l’arte sia una vera medicina, permette il conforto, coloro che vivono una situazione complessa, triste, riescono a riconoscersi in un brano e confortarsi di conseguenza.

E poi a Giugno “Don’t call me up“, un vero revival anni 80 !

 

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