L’ETICA POLITICA: TESTIMONIANZA DI ALDO MORO PER LA SOCIETÀ DELLA GLOBALIZZAZIONE (terza parte)

L’ETICA POLITICA: TESTIMONIANZA DI ALDO MORO PER LA SOCIETÀ DELLA GLOBALIZZAZIONE (terza parte)

Riportiamo una lezione magistrale su < L’Etica politica: testimonianza di Aldo Moro per la società della globalizzazione > che il Prof. ANTONINO GIANNONE ha svolto a Venezia Mestre, il 9 maggio 2018, in occasione del 40^ Anniversario dell’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse.

Riteniamo utile per i lettori che ci seguono, pubblicare la lunga e importante relazione, suddividendola in quattro parti.

Si tratta – a nostro avviso – di un saggio di Etica Politica per chi volesse servire la Politica e non servirsi della politica e per chiunque volesse meglio capire le differenze dei valori etici che hanno ispirato personaggi e statisti come Moro, De Gasperi, La Pira, Sturzo e politici che sono nello scenario nazionale e internazionale in questi ultimi 30 anni

Angelo Sandri

******************************************************

L’ETICA POLITICA: TESTIMONIANZA DI ALDO MORO PER LA SOCIETÀ DELLA GLOBALIZZAZIONE

L’EREDITÀ POLITICA DI ALDO MORO. LA CONFERMA DEI VALORI E DEI PRINCIPI DEI POPOLARI E LIBERAL DEMOCRATICI ITALIANI

Relazione di ANTONINO GIANNONE

( TERZA PARTE )

******************************************************

«Qualche cosa da anni è guasto, è arrugginito nel normale meccanismo della vita politica italiana. […] io credo all’emergenza, io temo l’emergenza. […] C’è la crisi dell’ordine democratico, la crisi latente con alcune punte acute. Io temo le punte acute, ma temo il dato serpeggiante del rifiuto dell’autorità, della deformazione della libertà, che non sappia accettare né vincoli né solidarietà. Questo Io temo»
(Dall’ultimo discorso di Moro, rivolto ai gruppi parlamentari DC (28 febbraio 1978)

Nonostante la gravità della minaccia, però, LA FEDE DI MORO NELLA DEMOCRAZIA È INCROLLABILE,

«[…] dobbiamo dire con estrema compostezza il nostro “NO” a questa nuova minaccia […], riconfermando puramente e semplicemente la nostra natura di democratici. Gli italiani che amano la democrazia, ridicano in questo momento che essi non intendono vederla distrutta dalla violenza, che credono nel suo valore costruttivo, che credono nella sua capacità di creare»
(discorso del 18 novembre 1977).
Per Aldo Moro: la democrazia parlamentare è la più alta sintesi che si sia mai riusciti a realizzare tra libertà e pluralismo, solidarietà e giustizia.

Moro puntualizza: “….lo stato democratico, a motivo del principio di tolleranza, che è per esso essenziale, è esposto a rischi e ad abusi, che possono metterlo a dura prova”.

Moro, con La Pira e Dossetti aprirono alle tematiche personalistiche e comunitarie espresse dal pensiero cattolico francese (Maritain e Mounier)

L’UOMO-PERSONA
al centro dell’attenzione dell’attività politica, sociale, religiosa

Di democrazia si può anche morire quando nei cittadini dovessero venir meno la coscienza morale e la cultura della legalità, se manca il «senso dello stato», l’anarchia, l’egoismo di singoli e di gruppi e la violenza possono prevalere, abusando degli stessi strumenti che la democrazia offre invece perché servano al servizio del bene comune e della libertà.

L’insegnamento di Don Luigi Sturzo è attuale, in sintesi la citazione di oltre 70 anni fa di Don Sturzo: “Servire la Politica e non servirsi della Politica”
Nel caso della politica sono i cittadini che il politico dovrebbe rappresentare.
Nel caso di un’azienda sono i dipendenti che il manager dovrebbe sostenere per il loro sviluppo personale congiuntamente allo sviluppo dell’azienda.

Una società con gravi carenze di etica e morale non solo nella politica, ma anche nelle altre attività, è un società decadente.
Viviamo in una società lontana dai principi di umanesimo cristiano che da laici vorremmo attuare nella società. Servirebbero nuovi modelli informativi e più adeguati metodi formativi, in grado di attualizzare concretamente il progetto religioso giudeo-cristiano, con l’obiettivo di rifondare spiritualmente ogni forma dell’agire politico.

I quattro periodi della vita di Aldo Moro
• il primo periodo (1959-1963) anni in cui Moro fu Segretario della DC;
• il secondo periodo (1963- 1968)
• il terzo periodo (1968-1974) Moro passa all’opposizione nel partito e diviene il leader naturale della sinistra interna della democrazia cristiana
• il quarto e ultimo periodo (1974-1978).
Urgeva ormai immaginare nuovi percorsi politici, attraverso un nuovo «patto costituzionale» richiesto pure dalla emergenza del terrorismo di cui Moro diventa una vittima con il rapimento, la prigionia e l’assassinio

Secondo Moro: Si impone un nuovo impegno morale e civile, tale da coinvolgere tutti i cittadini indiscriminatamente nell’opera difficile di costruire la Repubblica come una vera «casa comune», dove regnino finalmente la giustizia e la pace sociale, fondate su una solidarietà fraterna realmente vissuta.

Cosa è successo dopo l’assassinio di Moro?
I processi di secolarizzazione e di globalizzazione in atto dagli anni ’90 hanno generato nel nostro tempo una «ischemia verticale» non solo dei valori cristiani, ma anche del senso religioso ed etico della vita.
Mi unisco a quanti pensano che sia necessario realizzare una sorta di nuova costituente», non giuridica, ma etico-culturale. Soprattutto ora, nel 2018: noi italiani, come popolo, come Paese, dovremmo rafforzare in Europa la nostra identità giudaico cristiana piuttosto che diluirla, come invece accade per l’imperante relativismo e per la crescente invasione islamica, che fu preannunciata nel 1978 all’ONU da Boumedienne Presidente dell’Algeria.

Senza una sostanziale unità morale, nella salvaguardia del ricco pluralismo culturale caratteristico del nostro paese — che Moro sognava di realizzare —, non basteranno da soli i programmi politici ed economici, né le riforme più coraggiose, a farci superare positivamente la lunga transizione in atto.

FINE TERZA PARTE