Don Giovanni Bosco: amava i giovani perché sacerdote di Cristo e della Chiesa.

Ripercorriamo la vita e l’opera di Giovanni Bosco (1815-1888): il ritratto del fondatore delle Congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fu canonizzato da Papa Pio XI nel 1934.

Don Giovanni Bosco: amava i giovani perché sacerdote di Cristo e della Chiesa.

di ANTONIO GENTILE

Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 al Colle dei Becchi, una località presso Castelnuovo d’Asti, ora Castelnuovo Don Bosco. Di famiglia povera si preparò, fra stenti ed ostacoli, lavorando e studiando, alla missione che gli era stata indicata attraverso un sogno fatto all’età di nove anni e confermata più volte in seguito, in modo straordinario.

Studiò a Chieri, a pochi chilometri da Torino. Tra le belle chiese di Chieri Santa Maria della Scala (il duomo) fu la più frequentata da Giovanni Bosco, ogni giorno, mattino e sera. Pregando e riflettendo davanti all’altare della Cappella della Madonna delle Grazie egli decise il suo avvenire.

A 19 anni voleva farsi religioso francescano. Mamma Margherita con queste parole molte esplicite  parlò a Giovanni: < Quando avrai deciso, segui la tua strada senza guardare in faccia nessuno. La cosa più importante è che tu faccia la volontà del Signore. Il parroco vorrebbe che io ti facessi cambiare idea, perché in avvenire potrei avere bisogno di te.Ma io ti dico. In queste cose tua madre non c’entra. Dio è prima di tutto. Da te io non voglio niente, non mi aspetto niente. Io sono nata povera, sono vissuta povera, e voglio morire povera. Anzi, te lo voglio subito dire: se ti facessi prete e per disgrazia diventassi ricco non metterò mai più piede in casa tua. Ricordatelo bene >.

Giovanni Bosco quelle parole non le avrebbe dimenticate mai. Dopo molta preghiera ed essersi consultato con amici e con il suo confessore Don Giuseppe Cafasso, entrò in seminario per gli studi della teologia.  Fu poi ordinato sacerdote a Torino nella chiesa dell’Immacolata Concezione il 5 giugno del 1841

Don Bosco prese con fermezza tre propositi: “Occupare rigorosamente il tempo. Patire, fare, umiliarsi in tutto e sempre quando si tratta di salvare le anime. La carità e la dolcezza di San Francesco di Sales mi guideranno in ogni cosa”.

Venuto a Torino, fu subito colpito dallo spettacolo di centinaia di ragazzi e giovani allo sbando, senza guida e lavoro: volle consacrare la sua vita per la loro salvezza.

Il 29 marzo 1841 ricevette l’ordine del diaconato, il 26 maggio iniziò gli esercizi spirituali di preparazione al sacerdozio che ricevette il 5 giugno 1841 nella Cappella dell’Arcivescovado di Torino.

L’8 dicembre 1841, nella chiesa di San Francesco d’Assisi, Don Giovanni Bosco ebbe l’incontro con il primo dei moltissimi ragazzi che l’avrebbero conosciuto e seguito: Bartolomeo Garelli. Incomincia cosi l’opera dell’Oratorio, itinerante al principio, poi dalla Pasqua 1846, nella sua sede stabile a Valdocco, Casa Madre di tutte le opere salesiane.
I ragazzi sono già centinaia: studiano e imparano il mestiere nei laboratori che Don Bosco ha costruito per loro.

Nella sua opera educativa fu aiutato da sua madre Mamma Margherita, che fece venire dai Becchi, per sostenerlo e perché facesse da mamma a tanti suoi ragazzi che avevano perso i propri genitori. Nel 1859 poi invita i suoi primi collaboratori ad unirsi a lui nella Congregazione Salesiana: rapidamente si moltiplicheranno ovunque oratori, scuole professionali, collegi, centri vocazionali, parrocchie, missioni.

Nel 1872 fonda l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) che lavoreranno in svariate opere per la gioventù femminile.  Ma Don Bosco seppe chiamare anche numerosi laici a condividere con i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice la stessa sua ansia educativa.

Fin dal 1869 aveva dato inizio alla Pia Unione dei Cooperatori che fanno parte a pieno titolo della Famiglia Salesiana e ne vivono lo spirito prodigandosi nel servizio ecclesiale. A 72 anni, Don Giovanni Bosco sfinito dal lavoro, secondo quanto aveva detto: “Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani”.

All’epoca di Don Giovanni Bosco diventar vecchi non era cosa facile. La fame, gli stenti, la povertà, le malattie e le epidemie, le guerre e gli incidenti sul lavoro rendevano cosa molto ardua il superare la soglia dei 70 anni. E la famiglia Bosco non faceva certo eccezione a questa dura realtà. Francesco Bosco, padre di Giovanni, muore nel 1817, a soli 33 anni. Antonio, primo figlio di Francesco, si spegne nel 1849, a soli 41 anni. L’altro fratello, Giuseppe, muore nel 1862, a 49 anni. Don Giovanni Bosco invece no: nonostante una vita di incredibili stenti e di continue fatiche che lo rende come un abito logoro, apre gli occhi all’eternità alla bella età di quasi 73 anni.

San Giovanni Bosco si identifica in maniera perentoria e perfetta con la figura del sacerdote di Cristo e questa identificazione matura nel corso della sua esistenza con una progressiva penetrazione del mistero e del ministero sacerdotale a cui il Santo, fin da fanciullo, si è sentito attratto da una vocazione tanto vivida e tanto sicura.

Don Giovanni Bosco muore a Torino-Valdocco, all’alba del 31 gennaio 1888.  Fu beatificato il 2 giugno 1929 e dichiarato santo da Pio XI il l aprile 1934, domenica di Pasqua, il suo corpo è attualmente esposto all’interno di un’urna nel Santuario di Maria Ausiliatrice, in una cappella in fondo alla navata destra.

Il messaggio educativo si condensò attorno a tre parole: ragione, religione, amorevolezza. Alla base del suo sistema preventivo ci fu un profondo amore per i giovani, chiave di tutta la sua opera educativa.

di Antonio Gentile