VANGELO DEL GIORNO – Lunedì 25 Giugno 2018 * « Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna » Gv 6,68

VANGELO DEL GIORNO – Lunedì 25 Giugno 2018 * « Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna » Gv 6,68

VANGELO DEL GIORNO * « Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna » Gv 6,68

Lunedì 25 Giugno 2018 * Lunedì della XII settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Santo(i) del giorno : S. Massimo di Torino, 1° vescovo della città, S. Guglielmo di Montevergine, abate (1085-1142)

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Meditazione del giorno * Benedetto XVI: “Togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 7,1-5.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?
O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave?
Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Traduzione liturgica della Bibbia

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Meditazione del giorno:

Benedetto XVI, papa dal 2005 al 2013 * Enciclica « Caritas in veritate », § 1-5 (© Libreria Editrice Vaticana)

“Togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”

L’amore — « caritas » — è una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace. È una forza che ha la sua origine in Dio, Amore eterno e Verità assoluta. Ciascuno trova il suo bene aderendo al progetto che Dio ha su di lui, per realizzarlo in pienezza: in tale progetto infatti egli trova la sua verità ed è aderendo a tale verità che egli diventa libero (cfr Gv 8,32). …

La carità è amore ricevuto e donato. Essa è « grazia » (cháris). La sua scaturigine è l’amore sorgivo del Padre per il Figlio, nello Spirito Santo. È amore che dal Figlio discende su di noi. È amore creatore, per cui noi siamo; è amore redentore, per cui siamo ricreati. Amore rivelato e realizzato da Cristo (cfr Gv 13,1) e « riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo » (Rm 5,5). Destinatari dell’amore di Dio, gli uomini sono costituiti soggetti di carità, chiamati a farsi essi stessi strumenti della grazia, per effondere la carità di Dio e per tessere reti di carità.

A questa dinamica di carità ricevuta e donata risponde la dottrina sociale della Chiesa. Essa è … annuncio della verità dell’amore di Cristo nella società. Tale dottrina è servizio della carità, ma nella verità. La verità preserva ed esprime la forza di liberazione della carità nelle vicende sempre nuove della storia. È, a un tempo, verità della fede e della ragione, nella distinzione e insieme nella sinergia dei due ambiti cognitivi. Lo sviluppo, il benessere sociale, un’adeguata soluzione dei gravi problemi socio-economici che affliggono l’umanità, hanno bisogno di questa verità. Ancor più hanno bisogno che tale verità sia amata e testimoniata. Senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c’è coscienza e responsabilità sociale, e l’agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società, tanto più in una società in via di globalizzazione, in momenti difficili come quelli attuali.

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OFFRIRE ALL’ALTRO UNO SPAZIO
APERTO E LIBERO DA PREGIUDIZI

In ogni tempo: se si mette da parte Dio, si diventa prigionieri del maligno, esiliati dalla terra della speranza. Le parole di Gesù nel Vangelo sono davvero lapidarie: «Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi››. Il Signore pone il nostro metro di giudizio come misura per il suo: questo dovrebbe porci in allerta. Siamo facili a farei censori dei nostri fratelli, a porre delle chiare distinzioni sugli altri, a classificare le persone e chiuderle dentro dei comodi cliché che non ci chiedano di cambiare idea. Questo a volte avviene soprattutto con le persone più vicine, con i famigliari: «Lui è fatto così…››. Un giudizio che appare quasi innocuo e che invece uccide la possibilità che l’altro ha di cambiare, di crescere, di essere diverso da ciò che noi pensiamo. Gesù ci chiede di guardare con occhi puliti, senza travi, chi ci sta vicino: considerare l’altro con gli occhi dell’amore che sa dare sempre nuove chance, che offre uno spazio aperto e libero da pregiudizi dove osare l’insperabile.

(Moreno Rossi)