MASCHERINE E ASSEGNI, IL LENTO DECLINO DI IRENE PIVETTI

MASCHERINE E ASSEGNI, IL LENTO DECLINO DI IRENE PIVETTI

L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA PIVETTI, INDAGATA PER LE MASCHERINE, E QUEGLI 80 MILA EURO DA DIVIDERE CON LELE MORA.

E’ un momento delicato per Irene Pivetti, come se non bastasse l’inchiesta sulle mascherine, adesso spunta fuori un’intercettazione telefonica, datata 2018, per tutta un’altra questione e che nulla a che fare con la fornitura di presidi medici farlocchi. La Procura di Savona le contesta una quantità industriale di reati: ricettazione, frode nell’esercizio di commercio, vendita di oggetti con impronte contraffatte e qualche violazione delle leggi doganali. La parabola discendente dell’ex Presidente della Camera, ribattezzata Catwoman, inizia nel 1994 quando, per puro caso, diventa la terza carica dello stato. L’allora Centrodestra di Berlusconi–Bossi-Fini, vinte l’elezioni, si mise al lavoro per la composizione del governo, “il Senatur” aveva individuato come unico candidato alla Presidenza della Camera uno dei colonnelli leghisti, Francesco Speroni, passato alla storia esclusivamente per le giacche coloratissime e singolari che indossava. Ma Berlusconi fu irremovibile, “è la terza carica dello stato Umberto, non possiamo nominare uno che va in giro conciato in quella maniera”. La Lega allora decise di ripiegare sulla sua seconda scelta, Roberto Maroni, che però preferì il Ministero dell’Interno. Ecco che allora L’Umberto tirò fuori a sorpresa il suo jolly, si ricordava di quella giovane ragazza fresca di laurea, con il massimo dei voti, alla Cattolica di Milano che già aveva ricevuto incarichi importanti, come quello di tenere i rapporti tra il Vaticano e la Lega. E così il 16 aprile 1994, grazie alle giacche di Speroni, a 31 anni Irene Pivetti diventava la più giovane Presidente della Camera.

Purtroppo per lei durò poco, le continue prese di posizione contro la scelta della Lega, di continuare a chiedere la secessione dal Sud-Italia, fece imbestialire lo stato maggiore dei lumbard che, il 12 settembre 1996 la cacciò via in malo modo. Bossi stesso, che non era sicuramente famoso per la sua grazia, le mando a dire che l’avrebbe rispedita in Vaticano, ma morta. Da allora un lento ma inesorabile declino. Prima che venisse travolta dalla storia delle mascherine, aveva cercato in tutti i modi di rientrare in politica. In mezzo anche la televisione, con la partecipazione nel 2007 a “Ballando con le stelle” ma probabilmente il desiderio di ritornare al primo amore era più forte, altrimenti non si spiega la scelta di accettare l’assessorato al Comune di Berceto, un paesino di più o meno duemila abitanti, in provincia di Parma. Il sindaco della cittadina, per allontanare ogni sospetto che la scelta di “Catwoman” fosse dettata dal nome, giurò solennemente che “l’Irene” seguiva da tempo la storia del paese, in particolare il gemellaggio tra Berceto e la Comunità Indiana dei Soux Lakota, che sono nativi americani.

Ora un altro guaio, il Fatto Quotidiano, pubblica un intercettazione telefonica tra l’ex presidente della Camera e Lele Mora, l’ex agente di tanti VIP, dove la Pivetti gli confida: “devo dirti una cosa molto delicata, ma te lo posso dire anche al telefono tanto io c’ho la faccia come il didietro e non mi faccio problemi. C’è un assegno di 80 mila euro che mi è stato dato per un’opera pia e non è mai stato incassato, sarebbe il caso di farlo e dividerselo, io e te, per fare qualcosa di produttivo”. L’intercettazione è agli atti di un processo che vede Mora come parte lesa, legata ad un tentativo di estorsione, e che lo stesso sarà ascoltato come testimone il 21 maggio. “Prendi quelli che ti servono – le risponde l’ex impresario – a me quando lasci 15 mila euro vanno più che bene. Ma che 15 – replica la Pivetti – minimo la metà per uno. Però è giusto, così li adoperiamo per fare delle cose”. Quali cose, forse, lo sapremo più avanti.

Bazzucchi Danilo – Capo-Ufficio stampa nazionale Vicario della Democrazia Cristiana.
danilo.bazzucchi@ilpopolo.news

Giovanni Paolo Deidda
Segretario organizzativo 1 municipio Roma capitale – Democrazia cristiana