LO STRANO ERRORE DEL BR MARIO MORETTI: LA STELLA DI DAVID E NON QUELLA DELLE BR

LO STRANO ERRORE DEL BR MARIO MORETTI: LA STELLA DI DAVID E NON QUELLA DELLE BR

Sottotitolo: Il mistero di Moretti raccolto in quel banale errore, oppure in una strategia….

Quando Mario Moretti, prese un grosso abbaglio e disegnò la Stella di David, anziché quella delle cosiddette Brigate Rosse, fu solo un semplice “lapsus calami” da parte di un cretino … oppure fu qualcosa di assai più pertinente ?  Nel giugno del 1973, il dirigente dell’Alfa di Arese, Michele Mincuzzi, venne “processato” dalle BR e rilasciato con un cartello recante una Stella di David.  Un clamoroso errore o un messaggio in codice ?

Il 15 gennaio 1973, un commando di tre componenti delle Brigate Rosse fece irruzione nella sede milanese dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), associazione collegata alla destra della Democrazia Cristiana, prelevando l’archivio degli iscritti, un taccuino ed una lettera intestata a Luigi Gedda, lasciando una scritta con lo spray inneggiante alle BR ed il segretario dell’associazione legato al portasciugamani del bagno.

Il volantino di rivendicazione, distribuito alla Fiat di Mirafiori qualche giorno dopo, ed inviato alla stampa, specificava che l’azione si collocava nell’ambito di una campagna contro il “fascismo in camicia bianca” attuato dai dirigenti dell’Alfa Romeo, della Sit-Siemens, della Marelli ed altre aziende del comparto metalmeccanico.

Nel pieno della campagna di propaganda che ha caratterizzato tutta la prima fase delle BR, tra il 1970 ed il 1974, il “nemico di classe” veniva da loro chiaramente individuato nella Democrazia Cristiana ed in Giulio Andreotti, considerato responsabile e vero protettore dei “fascisti in camicia bianca” che operavano nelle fabbriche attuando la più spietata repressione anti-operaia, mentre i “fascisti assassini di Almirante” godevano della totale impunità (nel mese di gennaio di quell’anno ci fu il congresso dell’MSI a Roma, accompagnato dai consueti scontri di piazza, incidenti ed arresti).

L’azione all’UCID fu eseguita mentre le BR avevano già una trentina di militanti in libertà provvisoria, dieci latitanti, due presunti capi in attesa di scarcerazione; la sigla era già conosciuta dagli apparati di sicurezza ed inizialmente non fu ritenuta attendibile dal sostituto procuratore Guido Viola, mentre venne trattata dai sindacati e dalle forze BR politiche come una“strategia della tensione”, con alcuni giornali di sinistra che mettevano in dubbio l’esistenza stessa delle Brigate Rosse.

Le BR, in quel periodo di scontro tra “opposti estremismi” (secondo la definizione che ha tra i suoi illustri padrini l’allora giornalista de l’Espresso, Eugenio Scalfari), avevano preso le distanze dalle contestazioni “velleitarie ed infantili” contro le sedi della destra reazionaria e fascista, con protagoniste le sigle della coda del movimento studentesco nato a partire dal 1969, che proprio nel mese del gennaio del 1973 si erano caratterizzate con diversi episodi “esplodenti” contro sedi di Avanguardia Nazionale, Cisnal, MSI e luoghi di ritrovo di estremisti di destra, ritenendo invece che “la lotta al fascismo è reale nella misura in cui segue il ritmo imposto dai tempi di crescita del potere proletario”.

Il 28 giugno del 1973 le BR misero in atto un’azione dimostrativa volta a conquistare consensi nelle fabbriche del nord, sequestrando Michele Mincuzzi, ingegnere dell’Alfa Romeo di Arese, specializzato in organizzazione del lavoro, responsabile nella direzione della produzione ed esperto di questioni sindacali, il cui nominativo era stato rinvenuto dai brigatisti tra le schede sequestrate all’UCID.

L’operazione fu attuata con un sequestro ed un “processo proletario” di alcune ore, a scopo propagandistico. Mincuzzi fu incappucciato e portato in aperta campagna dove fu interrogato, a niente resterà impunito ” Colpiscine uno per educarne cento, tutto il potere al popolo armato” – firmato …. “Per il comunismo”.

La scritta però, come si vede nella foto, recava ben visibile il disegno della Stella di David, la stella a sei punte simbolo dell’ebraismo e di Israele, contrariamente alla già nota stella a cinque punte simbolo delle BR, che quell’imbecille di Renato Curcio aveva scelto ispirandosi al movimento di guerriglia urbana dei Tupamaros dell’Uruguay.

Mario Moretti, autore del disegno e del cartello, si giustificò con i suoi compagni, sostenendo che in quell’occasione non sapeva come Disegnare la stella delle BR e per errore la fece a sei punte.

di Antonio Gentile