Le nostre case a Dragoncello: ostaggio del Comune di Roma Capitale da più di 20 anni !

Le nostre case a Dragoncello: ostaggio del Comune di Roma Capitale da più di 20 anni !
Anna Dora Delli Carri (Roma)

A cura di Anna Dora Delli Carri (Roma Capitale)

annadora.dellicarri@dconline.info

Segretario Dip. Attività Economico Produttive – Lavoro del Municipio X di Roma Capitale

Segretario Dip. Tutela del Cittadino e per i Diritti Umani del Municipio X di Roma Capitale

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

< Le nostre case a Dragoncello: ostaggio del Comune di Roma Capitale da più di 20 anni ! >

La settimana scorsa si è svolta una assemblea pubblica del “Comitato Cittadini di Dragoncello“, nella quale, gli abitanti hanno chiesto ripetutamente al Comune di Roma di applicare la delibera n° 54 del 2003, dove si chiede al suddetto Comune la possibilità di trasformare il “diritto di superficie” in “diritto di proprietà”.

Dragoncello è una frazione di Roma Capitale, situata in zona Z. – XXXII Acilia Nord, nel territorio del Municipio X di Roma.

Sorge sul lato nord di viale dei Romagnoli, tra le frazioni di Villaggio San Francesco a Est e Dragona ad Ovest.

Coloro che “non sono addetti ai lavori” potrebbero non afferrare la questione in oggetto: per questa ragione cercherò di spiegarla brevemente e nel modo più comprensibile possibile, però ritengo sia d’obbligo fare una premessa per spiegare che cosa è questo tanto menzionato diritto di superficie.

Esso non è altro che il diritto di costruire su un suolo che è di proprietà di un altro soggetto diverso dal superficiario, cioè colui che deve sostenere le spese per la costruzione dell’immobile.

Il proprietario del suolo può essere pubblico o privato; nel caso della frazione di Dragoncello, il proprietario del suolo è il Comune di Roma.

Il cosi tanto menzionato diritto puo’ estinguersi o nel caso in cui il superficiario acquisti la proprietà del terreno o il proprietario del suolo proceda con l’acquisto del diritto. Ovviamente si tratta delle solite questioni burocratiche .

Nel caso da me preso in esame, le case del quartiere di Dragoncello (come d’altronde anche case di altri quartieri di Roma), sono state costruite, 20 anni fa circa, con la Legge 167 del 1962: con questa legge sono stati introdotti i piani per l’edilizia popolare.

Dunque, gli enti pubblici avevano la possibilità di espropriare terreni per realizzare costruzioni legate all’edilizia convenzionata: questi piani sono stati pensati per le persone meno abbienti in quanto potevano usufruire di prezzi decisamente più contenuti.

Successivamente, con la delibera 54/03 il Comune di Roma, proponeva agli acquirenti della case site in Dragoncello, di trasformare il cosiddetto “ diritto di superficie”, in “diritto di proprietà”, però solo dopo aver pagato un conguaglio sulle case stesse.

Nel contempo, gli abitanti del quartiere dimostravano l’infondatezza della richiesta del Comune di Roma, in quanto “i maggiori costi degli espropri e del relativo conguaglio” non erano altro che il risultato della mala gestione da parte delle varie amministrazioni comunali susseguitesi nel tempo, partendo dal Sindaco Veltroni, fino a giungere al Sindaco Alemanno: è, comunque, doveroso da parte mia, ricordare anche il Sindaco Virginia Raggi, la quale ha dato il “colpo di grazia” a tutta questa situazione.

Tutto ciò ha alimentato un contenzioso durato 13 anni, e con il quale è stata congelata ogni possibilità di trasformare il diritto di superficie in diritto di proprietà.

Solo 4 anni fa, il Tar del Lazio, con sentenza 11151 ha riconosciuto errati i calcoli fatti dal Comune, disponendo, così, di ricalcolare gli importi al netto delle somme dichiarate illegittime.

Che cosa chiedono, in questo momento, gli abitanti di Dragoncello, che hanno acquistato le loro case con tanti sacrifici, sfidando e sopportando in questi lunghissimi anni, le ingiustizie di un
sistema spesso avverso e poco chiaro coi cittadini?

Semplicemente, chiedono, al nuovo Sindaco Gualtieri, di riaprire una trattativa, finalizzata alla definizione e condivisione dei calcoli (è quanto si legge nella lettera scritta dal Comitato Cittadini di Dragoncello) al fine di pagare il giusto per l’acquisizione della proprietà dei propri immobili, e non il “solito pizzo autorizzato” (considerazione meramente personale).

 

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Fernando Ciarrocchi
1 anno fa

La casa è un diritto imprescindibile per una sostanziale dignità della persona.