La figlia di Totò Riina ha aperto a Parigi il ristorante «Corleone».

L'ultimogenita del boss, Lucia, ha annunciato la novità su Facebook. Il locale si chiama «Corleone by Lucia Riina» e promette «autentica cucina siciliana-italiana».

La figlia di Totò Riina ha aperto a Parigi il ristorante «Corleone».

A Parigi apre “Corleone” il ristorante di Lucia Riina, figlia del boss di Cosa Nostra Totò, morto il 17 novembre 2017 in carcere.

Il nome leva ogni dubbio – “Vita nuova” scrive lei su Facebook insieme ad alcune foto della capitale francese. Il cambiamento che coinvolge la famiglia di Lucia Riina, il marito Vincenzo Bellomo, e la figlia che ha poco più di due anni, riguarda il loro trasferimento e l’apertura del ristorantino nella capitale francese.

«Abbiamo aperto due mesi fa, la famiglia Riina è in società con un francese che già è proprietario del Griffonier, il bistrot accanto all’Eliseo e al ministero dell’Interno», dice il responsabile del «Corleone by Lucia Riina», il ristorante italiano che porta il nome del paese siciliano e dell’ultima dei quattro figli di Antonina Bagarella e del boss della mafia Totò Riina, morto in carcere nel novembre 2017. L’uomo che ci accoglie al 19 rue Daru, nell’ottavo arrondissement di Parigi, è un giovane siciliano apparentemente sotto i trent’anni, «ma preferisco non dire il mio nome né l’età».

 

Il ristorante sembra ordinato e piacevole, né grande né piccolo, elegante senza strafare. Il ragazzo è combattuto tra la voglia di non essere sgarbato e la consegna del silenzio. «È meglio che usciamo», dice, per non disturbare i clienti. «Lucia Riina non è qui, non vuole rilasciare interviste e neanche io. Vivevo già a Parigi e lavoravo nella ristorazione, tramite conoscenze di famiglia mi hanno contattato per occuparmi del nuovo locale Corleone». In questa via, nella zona dell’Arco di Trionfo, al numero civico 19 c’era prima il Daru, un ristorante russo. Da novembre lo ha sostituito l’ennesimo locale italiano di Parigi, l’unico però che rivendica nell’insegna — un cuore e un leone rampante — abbinata alla precisazione «by Lucia Riina» il riferimento a una storia e a un cognome che hanno segnato, nel male, l’Italia contemporanea. «Facciamo la classica cucina italiana, in particolare siciliana — dice il direttore —, e nel locale siamo tutti italiani. Il ristorante nasce anche come luogo dove mettere in mostra i quadri di Lucia Riina, che ama molto dipingere». Per esempio «Tua per Sempre, Madre e Figlia, Storia di un Amore senza fine», colori acrilici su tela, che è in vendita (prezzo su richiesta) e sembra raffigurare l’autrice 39enne con la bambina avuta due anni fa dal marito Vincenzo Bellomo.

 

Location chic – Il locale che promette “autentica cucina siciliana-italiana da scoprire in un ambiente elegante e accogliente” è in Rue Daru una stradina non lontana dall’Arc de Triomphe, dal parco di Monceau e dal celebre Lido, il cabaret che fa spettacoli noti in tutto il mondo con ballerine bellissime e fantasiosi acrobati.

Chi è Lucia Riina – La più piccola dei figli del padrino mafioso corleonese, capì chi fosse davvero suo padre dopo il suo arresto nel gennaio ’93, da tempo desiderava lasciare Corleone dove si sentiva “oppressa” ed “emarginata” e dove sosteneva di avere con la famiglia un basso reddito. Lucia Riina da anni ha scoperto di avere una vena artistica e ha cominciato a dipingere facendo anche qualche mostra.

 

Le polemiche contro Mattarella – Nel 2017 si era vista rifiutare il bonus bebè dopo la nascita della figlia due volte dal Comune di Corleone e una volta dall’Inps. Proprio in quell’occasione su Fb scrisse: «Chiederemo al presidente della Repubblica la revoca della cittadinanza italiana sia per noi che per nostra figlia così sarà chiaro al mondo intero come l’Italia politica e mediatica tratta i suoi figli, perché sono brutti, sporchi e cattivi».

Sospetti perenni –  Nel 2008 si è sposata con Vincenzo Bellomo un giovane di Corleone che faceva il rappresentante di prodotti vinicoli e alimentari. Il marito, che ha 44 anni, era stato al centro delle attenzioni investigative antimafia perché sospettato di essere il «Vincenzo Belluomo» di cui si parlava in un pizzino ritrovato nel covo di Montagna dei Cavalli, a Corleone, dov’è stato arrestato l’altro padrino corleonese Bernardo Provenzano.

Un leone rampante, stemma di Corleone, troneggia all’interno del bistrot parigino. Una rivalsa per la città siciliana o puro marketing per chi i turisti che hanno in mente le scene del “Padrino”?

Il tempo darà ragione o meno all’erede del vecchio Boss della mafia, che con la sua audacia vorrà trovare il modo per ripercorrere i fasti del padre o solo la maniera di voltare pagina, con la speranza “Vita Nuova” di lasciarsi alle spalle l’ultima pagina di quel “libro” che ha raccontato la cattiva faccia dell’Italia e che ha lasciato troppe vittime e una scia di sangue versato dalle troppe vittime .

di Antonio Gentile