Italiani affetti da “Sovranismo Psichico” : dobbiamo imparare molto dalla rivoluzione francese.

Il sovranismo (dal francese souverainisme) è una dottrina politica che sostiene la preservazione o la ri-acquisizione della sovranità nazionale.

Italiani affetti da “Sovranismo Psichico” : dobbiamo imparare molto dalla rivoluzione francese.

Sovranismo psichico, prima ancora che politico è la definizione del Censis nel 52esimo rapporto presentato ieri al Cnel a Roma. Più che un’analisi sui dati dell’economia, e della sua crisi, l’indagine trova un suo interesse per il panorama che offre sulla crisi della soggettività nell’epoca del risentimento e del «populismo» al potere.

Ma cosa è il Sovranismo in definitiva, lo potremmo definire un neologismo costruito a partire dal sostantivo sovrano e mutuato dal francese «souvrainisme». Ormai è entrato nel dizionario della politica italiana. Secondo molti  il sovranismo è una «posizione politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in antitesi alle dinamiche della globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovrannazionali di concertazione».

Oggi è il caso di fare un analogismo ben chiaro, mi riferisco all’immagine del Titanic che affonda, ma l’orchestra continua a suonare e la borghesia altolocata continua a ballare. Questa non è la fotografia italiana del Censis, ma è la mia. Mentre gli italiani affogano nella palta eurinomane, costretti a litigare a Bruxelles per uno zerovirgola di deficit, mentre la recessione arriva e promette di mangiarsi quel poco che ancora riusciamo a produrre, emerge da un rapporto – questo sì del Censis – una fotografia sconfortante degli italiani, i quali sarebbero affetti da una sorta di “sovranismo psichico”, perché delusi e affranti da un sistema politico ed economico che non gli eleva socialmente, che non permette loro di progredire economicamente.

Non voglio, onestamente, fare una critica al rapporto del Censis. Che fondamentalmente dice anche il vero, nel senso che fotografa una realtà di profonda delusione e di profondo malessere (e non è una bugia). Seppure, e anche questo è vero, l’analisi non vada alla radice del problema e non affronti, dunque, la questione dal punto di vista corretto: l’iniquità dell’Unione Europea, le sue regole assurde, la desovranizzazione e dunque la falsa positività dell’ideale europeista. Semmai, pur di evitarlo, connota il malessere italiano come “sovranismo psichico”, quasi che quella sbagliata sia la percezione degli italiani e non la realtà che li circonda.

Ma la verità è che non c’è percezione, ma c’è realtà. Il malessere non è un’illusione, ma è frutto di politiche sbagliate e di atteggiamenti servili in Europa. È frutto soprattutto del tradimento costante della Costituzione del 1948, che propone un modello economico diametralmente opposto a quello eurista imposto a forza nel nostro ordinamento.

Il sovranismo degli italiani, dunque, non è psichico. Il sovranismo è politico e il suo scopo è nobile, poiché rappresenta la prosecuzione di ciò che è iniziato nel 1946: mettere al centro dell’azione politica italiana i valori programmatici cristallizzati nella Costituzione italiana. Il sovranismo, in questi termini, ha davvero poco a che vedere con la psiche e le illusioni, semmai queste sì alimentate da un’idea fallace di Europea unita, che negli anni ha mostrato il suo vero volto di iniquità e ingiustizie mercantiliste.

 

Anche i francesi – che in realtà sono stati con i tedeschi i maggiori beneficiari dei vantaggi europei – lo hanno pienamente capito oggi. Ed ecco perché nelle strade di Parigi il “sovranismo psichico” di cui parla il Censis è diventato sovranismo di lotta e di protesta contro l’arroganza delle élite che governano la Francia.

La verità è che per dirla con Vico, siamo davanti ai corsi e ai ricorsi della Storia, e in questi corsi e ricorsi, le élite politiche e culturali continuano, imperterrite, a suonare una musica diversa da quella ballata dal popolo, che prima o poi si stancherà e cambierà orchestra.

Le alternative esistono perché c’è il desiderio di un altro mondo, «un senso diverso del futuro», di un «mondo come società possibile». In Italia c’è una società viva che lo sta cercando.. Ci vuole coraggio nel rendere queste testimonianze politicamente attive, ci vuole il coraggio di un popolo che vuole cambiare…ecco perchè c’è bisogno di : ” liberté, égalité, fraternité”.

di Antonio Gentile