In Danimarca passa il “burqa ban”: vietato coprirsi il volto in pubblico.

Pene severe per chi costringerà una persona ad indossare indumenti che coprono il viso, rischierà fino a due anni di carcere.

In Danimarca passa il “burqa ban”: vietato coprirsi il volto in pubblico.

Il provvedimento, presentato dal governo di centrodestra i Danimarca, è stato adottato con 75 voti a favore e 30 contro.“ sotto accusa ci sono il niqab e il burqa utilizzato da alcune donne musulmane più conservatrici. La legge, conosciuta come Burqa ban, segue norme simili già approvate in Francia, Belgio e Austria e vieta l’utilizzo, nei luoghi pubblici, di vestiti che coprano del tutto il viso. Le donne musulmane non potranno indossare i tipici vestiti pena una sanzione pecuniaria per chi trasgredisce.

La legge, appena approvata dal parlamento, avrà validità tra 60 giorni ( prima settimana di agosto 2018) e prevedere che chi dovesse indossare un burqa o un niqab , niente carcere, per i trasgressori, l’idea della galera era stata paventata dal Partito Popolare danese, formazione estremista che garantisce l’appoggio esterno al governo di minoranza liberal-conservatore. Decisioni simili erano state prese anche in Austria  e in Quebec.

La violazione della legge, che entrerà in vigore il primo agosto, costerà circa 150 dollari, e la reiterazione fino a sei mesi di carcere. Chiunque costringerà una persona a indossare indumenti che coprono il viso rischierà fino a due anni di carcere. Austria, Belgio e Francia hanno legislazioni simili.
La legge consente alle persone di coprirsi il volto per un “motivo chiaro”, come ad esempio il freddo, oltre ai caschi i motociclisti.

Bisognerà adesso aspettare le critiche del DAMP, il partito musulmano danese, non cela le sue ambizioni: islamizzare la Danimarca.
Sono circa 700.000 musulmani che risiedono già in Danimarca (su poco meno di cinque milioni e mezzo di abitanti) e di conseguenza sogna di avere una forte rappresentanza musulmana al Parlamento danese considerando che, se tutti i musulmani votassero per un candidato musulmano, potrebbero avere qualche decina di parlamentari.

Attendiamo anche una reazione del governo in Italia, dove già da troppo tempo assistiamo a fenomeni discriminanti contro simboli religiosi ( crocifisso nelle scuole). Dal canto nostro la Dc rispetta ogni tipo di integrazione religiosa ma si trova concorde ad usare sistemi di prevenzione, che possano far si che chi entra in italia rispetti le nostre leggi e soprattutto la nostra antica cultura.

di Antonio Gentile