Egitto, restaurata la tomba “maledetta”: Tutankhamon torna al suo antico splendore.

Egitto, restaurata la tomba “maledetta”: Tutankhamon torna al suo antico splendore.

La tomba risalente al faraone del Nuovo Regno (1550-1069 a.C.), ritrovata sostanzialmente intatta e tale da fornire al mondo una panoramica straordinaria su pratiche funerarie reali è ora più splendente che mai. Ci sono voluti dieci anni, ma i risultati parlano da soli. Sono terminati i lavori di restauro e preservazione della tomba di Tutankhamon di Luxor condotti dal Getty Conservation Institute su richiesta del Supreme Council of Antiquities egiziano.

Restauri che in questi anni hanno portato a chiusure tecniche e ingressi limitati, e che ora restituiscono completamente al pubblico la tomba «maledetta» di uno dei più celebri faraoni.

Un tesoro immenso, scoperto nella Valle dei Re nel 1922 e aperto al pubblico dagli Anni 30, dove sono tuttora esposti il sarcofago di pietra, la fragile bara esterna fatta di legno dorato e i dipinti murali che fornivano al giovane re le istruzioni per raggiungere l’aldilà, compromessi da «preoccupanti» macchie marroni che non erano state trovate in nessun’altra tomba.

Fortunatamente non si trattava di funghi ma di microbi già morti quando la tomba sotterranea è stata ufficialmente aperta al pubblico. E il minuzioso lavoro portato a termine dai restauratori ha regalato colori più brillanti e meno polverosi, merito anche di un nuovo sistema di filtrazione dell’aria e di ventilazione che espelle la polvere e il biossido di carbonio dalla tomba, riducendo anche l’umidità «portata» sottoterra dai visitatori.

Con solo quattro camere, quella di Tutankhamen è una delle tombe più piccole della Valle dei Re. Le sue dimensioni la rendono insolita, ma di fatto è anche l’unica ad avere una camera funeraria decorata. E per tutelare i dipinti murali più preziosi è stata creata anche una terrazza panoramica sulla camera funeraria che permette di ammirarla in tutta la sua bellezza senza danneggiarla, involontariamente o meno.

Ma cosa sono queste Misteriose macchie marroni?
Tra i segni distintivi della tomba ci sono piccole “lentiggini” marroni diffuse su tutta l’estensione delle pitture parietali. Già presenti quando Carter entrò nella camera funeraria ed esaustivamente documentate dalle fotografie dell’epoca, queste “macchie misteriose” sono sempre state fonte di curiosità e preoccupazione. Cosa sono esattamente? E, soprattutto, si stanno moltiplicando?

Uno studio sulle macchie ha riscontrato un’alta concentrazione di acido malico, un sottoprodotto metabolico di alcuni funghi e batteri, che ne ha confermato l’origine microbica. L’analisi del DNA dei campioni prelevati dalle pareti ha individuato generi di organismi moderni, come Bacillus e Kocuria, ma l’osservazione al microscopio elettronico non ha rilevato la presenza dei microrganismi originari che hanno causato le macchie.

I ricercatori hanno ipotizzato che, a causa della morte inaspettata di Tutankhamon, la preparazione della tomba sia avvenuta di fretta e le pareti appena intonacate sarebbero state subito dipinte mantenendo un’umidità sufficiente a far proliferare microbi nell’ambiente caldo-umido della camera appena sigillata. Tuttavia, i restauratori sono sicuri che i funghi “siano morti” e che non crescano da molto tempo, come dimostra la comparazione delle foto scattate all’apertura della tomba con quelle attuali.

Visto che le macchie sono considerate parte della storia della tomba, Agnew ha affermato che non saranno rimosse né coperte da pittura. Ma non è sempre stata questa l’opinione degli esperti: in passato, infatti, per timore che potessero diffondersi, le macchie sono state campionate e trattate con biocidi.

«Ora la tomba di Tutankhamen è destinata a durare ancora più a lungo nel futuro», afferma l’egittologo Zahi Hawass : «La conservazione è importante per il futuro, per questo patrimonio e questa grande civiltà per vivere per sempre».

Agnew spera che tutto il lavoro di restauro effettuato nella tomba di Tutankhamon si traduca almeno in una maggiore consapevolezza per coloro che la visiteranno in futuro.

“Bisogna ricordare che si dovrebbe avere un atteggiamento umile e interessato nel visitare una tomba”, conclude Agnew. “Non è uno spettacolo bizzarro, ma l’ultima dimora di un re e dovremmo avvicinarci con riverenza. Ma è un risultato difficile da ottenere in quest’epoca di turismo di massa”.

di Antonio Gentile , notizia rivisitata e tratta dal web.