L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO ! OPPORTUNO APPROFONDIRE BENE IL QUESITO REFERENDARIO DA VOTARE NEI GIORNI 8 E 9 GIUGNO 2025.

L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO ! OPPORTUNO APPROFONDIRE BENE IL QUESITO REFERENDARIO DA VOTARE NEI GIORNI 8 E 9 GIUGNO 2025.

< L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO ! OPPORTUNO APPROFONDIRE BENE IL QUESITO REFERENDARIO DA VOTARE NEI GIORNI 8 E 9 GIUGNO 2025. >

Prosegue l’impegno del Gruppo di lavoro politico/culturale < BIANCOFIORE DONNA D.C. > nell’approfondimento dei quesiti referendari sui quali l’elettorato italiano sarà chiamato ad esprimersi nei giorni 8 e 9 giugno 2025.

Si tratta dei quesiti abbastanza complessi e che per questo motivo richiedono una lettura più approfondita per poter avere una partecipazione al voto maggiormente consapevole.

Ovviamente non è possibile affrontarli tutti insieme e quindi quindi opta per una discussione separata affrontando un argomento alla volta.

Quest’oggi vorremmo affrontare l’argomento del lavoro con il primo quesito riguardante lo < STOP AI LICENZIAMENTI ILLEGITTIMI >.

Quesito:

« Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?»

Interviene sull’argomento anche il Dott.  Michele Interrante (Livorno), attuale Vice-Segretario nazionale del Dipartimento < Comunicazione – Marketing – Sviluppo della Democrazia Cristiana italiana > e Segretario regionale del Dipartimento < Comunicazione > della D.C. della Toscana.

Michele Interrante (Livorno)

<< Ho analizzato il quesito referendario – ha sottolineato Michele Interrante – sull’abrogazione del Jobs Act, le sue conseguenze e i dati a supporto delle diverse tesi.

Ma c’è un punto su cui voglio spingere il ragionamento oltre: non si tratta solo di correggere una legge oppure di tornare indietro a un sistema precedente.

Serve una rivoluzione nella mentalità economica e sociale che governa il nostro Paese.

L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, lo dice la nostra Costituzione.

Ma questa affermazione non può essere solo una frase simbolica: deve avere un’applicazione reale.

Se il lavoro è il fondamento della nostra Repubblica, significa che lo Stato ha il dovere di garantirlo a ogni cittadino. Non può essere lasciato al caso, al mercato o alla fortuna.

Ogni famiglia italiana deve poter contare almeno su un componente che lavora, perché il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma il pilastro della dignità personale e della stabilità sociale.

E qui arriviamo al nodo centrale: la ricchezza prodotta dal lavoro deve essere considerata un bene pubblico.

Non possiamo più accettare un sistema in cui il lavoro è concentrato nelle mani di pochi, mentre altri restano esclusi dal circuito produttivo.

La soluzione non è inseguire sempre una maggiore crescita, ma ripartire equamente il lavoro esistente tra tutti i cittadini.

Non può esserci chi lavora 60 ore a settimana e chi resta disoccupato.

Bisogna immaginare un sistema in cui il lavoro è distribuito in modo razionale, garantendo a ogni cittadino un impiego e quindi un reddito.

Se lo Stato non è in grado di assicurare questo diritto, deve farsi carico delle conseguenze: chi è inoccupato contro la propria volontà deve ricevere un assegno dignitoso che gli permetta di vivere con dignità, non come assistenzialismo, ma come compensazione per un diritto negato.

Si tratta di un cambio di paradigma.

Non possiamo più ragionare solo in termini di competizione sfrenata, sfruttamento delle risorse umane e precarietà diffusa.

Dobbiamo immaginare un modello in cui il lavoro sia un diritto effettivo, non un privilegio da conquistare a scapito di altri.

Questo è il vero punto della questione.

Il referendum sul Jobs Act è solo una parte di un dibattito più grande: vogliamo uno Stato che tuteli realmente il diritto al lavoro, come previsto dalla nostra Costituzione, o vogliamo continuare a lasciare il destino di milioni di italiani nelle mani di un mercato instabile?

Pensiamoci bene.

Perché il vero cambiamento non è solo nelle leggi, ma nella mentalità con cui concepiamo il lavoro e la società. >>

 

A cura di Ing. YENNY GONZALES (Livorno)

yenny.gonzales@dconline.info *  cell. 327-9036634 *

Coordinatrice della Segreteria politica della Democrazia Cristiana Internazionale

Segretaria nazionale del Dipartimento < Statistiche e Monitoraggio territoriale > della Democrazia Cristiana Italiana

Responsabile nazionale del Gruppo di Lavoro < Biancofiore Donna > della Democrazia Cristiana italiana

Componente della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana e Componente del Consiglio Nazionale della D.C. Italiana

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

ed a cura di Dott. GIACOMO GIOVANNI TALPONE (Alessandria)

giacomo.giovanni.talpone@dconline.info – Cell. 329-9095722 

Vice-Segretario Politico Nazionale della Democrazia Cristiana italiana

Segretario Politico regionale della Democrazia Cristiana della regione Piemonte

Componente del Consiglio nazionale e della Direzione della Democrazia Cristiana italiana

Editorialista de “IL POPOLO” della Democrazia Cristiana

www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *