Quanto costa la benzina in Francia e in Italia : perché si protesta.

A Parigi il carburante non ha mai superato 1,55 euro al litro da agosto a oggi. In Italia vale 1,67 euro. La Francia è uno dei paesi europei dove la benzina è più cara, anche se costa meno che in Italia.

Quanto costa la benzina in Francia e in Italia : perché si protesta.

Da agosto a novembre, secondo i dati di Global Petrol Prices, il prezzo medio per un litro di carburante in Francia è stato di 1.55 euro, con un minimo di 1.49 il 12 novembre 2018 e un massimo di 1.59 toccato l’8 ottobre. Il  prezzo medio nel mondo nello stesso periodo è stato di 1.41 euro.

In Italia, dati al 12 novembre, un litro di benzina costa 1,65 euro. Da agosto a oggi il picco è stato raggiunto il 22 ottobre: 1,67 euro.  La riforma del governo francese stabilisce che dal 1 gennaio il diesel aumenterà di 6.5 centesimi e la benzina di 2,9 centesimi.

Le proteste dei gilet gialli si sono scatenate contro la politica di riduzione degli sgravi fiscali per il diesel decisa dal presidente Macron. Ma nonostante le manifestazioni, il ministro per la Transizione ecologica ha confermato che il governo andrà avanti con la riforma.

Secondo i dati forniti il 18 novembre dal ministro dell’Interno, Christophe Castaner, i feriti degli scontri sono in tutto 409, tra cui membri  delle forze dell’ordine. Le proteste dei gilet gialli si sono scatenate contro la politica di riduzione degli sgravi fiscali per il diesel decisa dal presidente Macron. Ma nonostante le manifestazioni, il ministro per la Transizione ecologica ha confermato che il governo andrà avanti con la riforma. Il motivo per il quale si protesta è l’aumento del carburante, che a partire dal 2019 salirà di 6 centesimi al litro per il diesel e 3 centesimi per la benzina, fino al 2022. In Francia la benzina ha uno dei costi più elevati d’Europa. Ma comunque più basso che in Italia.

Il prezzo medio per un litro di carburante in Francia negli ultimi 3 mesi, da agosto a novembre 2018, è stato di 1,55 euro, mentre il prezzo minimo di 1,49 euro. Il prezzo è certamente più alto della media mondiale, che si attesta a 1,41 euro, nello stesso periodo, ma più basso che in Italia. Il prezzo medio del carburante nel nostro paese è stato di 1,65 euro, con un picco di 1,67 euro registrato il 22 ottobre.

L’Italia è uno dei paesi con il prezzo dei carburanti più alto al mondo: dopo Hong Kong, Barbados, Norvegia, Wallis e Futina e Monaco, l’Italia si trova al sesto posto in classifica come mostra questo grafico di Global Petrol Prices: Tra i paesi europei l’Italia è messa ancora peggio, con il secondo prezzo più alto in assoluto, dopo la Norvegia. Nella stessa classifica, La Francia è all’11esimo posto:

Alla base della protesta che attraversa la Francia c’è il movimento dei ‘gilets jaunes’ (gilet gialli), che prende nome dal giubbotto catarifrangente obbligatorio per legge su ogni automobile. Il movimento è spontaneo ed è nato a margine di partiti e sindacati. Costituito da migliaia di cittadini organizzati in collettivi, e alimentato dal malcontento della classe medio-bassa, è riuscito a fare rete sui social contro l’aumento del prezzo del carburante.

L’obiettivo è rendere meno costosa la benzina rispetto al diesel, più inquinante, e promuovere la transizione energetica. Tuttavia, molti dei manifestanti vivono in zone extraurbane lontane dai grandi agglomerati francesi e assicurano che l’auto è il loro unico mezzo di trasporto.

Il movimento, secondo un sondaggio, gode dell’appoggio del 74 per cento della popolazione francese. Politicamente ha ricevuto un sostegno trasversale che va dalla leader di estrema destra Marine Le Pen, al capofila della sinistra radicale Jean-Luc Melenchon, e ancora a Laurent Wauquiez (Les Republicains) e al sovranista Nicolas Dupont-Aignan.

Per smorzare il malcontento sociale e cercare di controbilanciare gli aumenti, il governo ha annunciato un piano che prevede tra l’altro un assegno energia annuale di 200 euro per aiutare 5,8 milioni di francesi in difficoltà a scaldare la propria casa e un assegno carburante che prevede un piccolo rimborso spesa mensile dei costi di trasporto sostenuti da alcune categorie di lavoratori.

dal web di Antonio Gentile