Morto Ciarrapico, il re delle acque minerali.

Giuseppe Ciarrapico morto a Roma: addio a ex senatore Pdl e presidente As Roma. L'imprenditore ex "Re delle acque minerali" si è spento all'età di 85 anni: ha legato il suo nome a numerose vicende della prima repubblica“

Morto Ciarrapico, il re delle acque minerali.

Giuseppe Ciarrapico è morto questa mattina alla clinica Quisisana di Roma dove era ricoverato per una grave malattia. Nato 85 anni fa, Ciarrapico era stato senatore del Pdl dal 2008 al 2013. E’ stato un imprenditore impegnato in diversi settori, dalla sanità all’editoria.

Era detto il Re delle acque minerali, ricorda Repubblica, perché proprietario delle terme di Fiuggi. Dichiaratamente simpatizzante del fascismo – nel 2001 partecipò ai funerali del fondatore di Massimo Morsello, tra i fondatori di Forza Nuova – tantro da essere defginito ‘l’anima nera’ di Giulio Andreotti, cui era molto vicino. La sua mediazione, sollecitata da Carlo Caracciolo, tra Silvio Berlusconi Carlo De Benedetti fu determinante per il lodo Mondadori.

A Roma è stato tra l’altro proprietario della clinica Villa Stuart, della Casina Valadier, del bar Rosati in piazza del Popolo. Diverse le disavventure giudiziarie, il suo vitalizio da parlamentare era stato anche sospeso dal Senato nel 2015 per le condanne penali.

Fu anche presidente della Roma dal 1991 al 1993,  ma la sua esperienza – culminata con la vittoria della Coppa Italia appena insediato come presidente – terminò con l’arresto per bancarotta fraudolenta. Francesco Totti arrivò per la prima volta in prima squadra durante la sua presidenza che lasciò quando fu arrestato per bancarotta fraudolenta.

Due gay che si baciano mi fanno schifo. Durante il fascismo venivano mandati a Carbonia, scavavano e stavano benissimo. Oggi non vale nemmeno la pena mandarceli.

Nella storia personale di Ciarrapico non mancano le condanne penali. Tra queste spiccano i 5 anni e mezzo di reclusione, ridotti in appello a 4 anni e mezzo, per bancarotta fraudolenta nel processo relativo al crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Risale al 2015 invece la condanna a tre anni di reclusione per truffa per aver indebitamente ottenuto dal dipartimento per l’Editoria della presidenza del Consiglio 20 milioni di euro a titolo di sovvenzione fino al 2010. Le condanne penali portarono poi alla revoca del suo vitalizio da ex parlamentare.

Lo ricordo con simpatia e tenerezza, lo intervistai  negli anni a cavallo del secolo nel periodo del suo maggior successo imprenditoriale e politico,   grande uomo e grande persona, anche se si portava addosso qualche strascico con la legge, non era un cattivo uomo. R.I.P grande Re.

di Antonio Gentile