Un ricordo di don Luigi Sturzo nel sessantesimo anniversario della sua scomparsa (8 agosto 1959)

ROSALBA CALTAGIRONE

www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it * 

A cura di:

Rosalba Caltagirone (Trapani) * rosalba.caltagirone@dconline.info * Vice-Segretario nazionale del Dipartimento Relazioni con il mondo cattolico e del volontariato.

Angelo Sandri (Udine) * segreteria.nazionale@dconline.info * 342-9581946 * Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana * Direttore Responsabile de IL POPOLO della Democrazia Cristiana * Vice-Presidente del Parlamento Virtuale (per la Legalità e la Giustizia)

< Un ricordo di don Luigi Sturzo nel sessantesimo anniversario della sua scomparsa (8 agosto 1959) >.

Ricorre oggi (8 agosto 2019) il sessantesimo anniversario della scomparsa di don Luigi Sturzo avvenuta a Roma nel 1959.

Luigi Sturzo viene senz’altro ricordato per aver avuto il grande merito di riportare i cattolici in politica, superando il famoso < Non expedit >. Un percorso decisamente non facile, rallentato poi dall’avvento della dittatura fascista.

Il pensiero sturziano va anche detto che costituì la premessa politica e culturale per la costituzione della Democrazia Cristiana (anno 1943).

L’impegno in politica di don Luigi Sturzo aveva soprattutto una profonda ragione sociale e nasceva dall’idea di dover aiutare i poveri (non solo in senso economico), il che era strettamente legato a quello che il cosiddetto “padre del liberalismo cattolico italiano” considerava il suo preciso mandato sacerdotale.

Don Luigi Sturzo venne colto da un malore mentre celebrava la Messa il 6 agosto 1959 e morì due giorni dopo nella Casa delle Suore Canossiane dell’Opera Don Orione, a Roma.

ANGELO SANDRI

Don Luigi era nato a Caltagirone, in provincia di Catania, il 26 novembre del 1871, da una famiglia nobile: il padre faceva parte infatti della nobile famiglia dei Baroni d’Altobrando.

Cagionevole di salute, si rivelò un brillante seminarista e fu ordinato sacerdote il 19 maggio del 1894. Nel 1896, ottenne la laurea in teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.

Profondo studioso iniziò da subito a mostrare grande interesse per la vita politica attiva. Già nel 1897 creò a Caltagirone una Cassa Rurale dedicata a San Giacomo e una mutua cooperativa. Seguì personalmente anche il giornale “La croce di Costantino”, tuttora edito in quel di Caltagirone (CT).

Sturzo denunciava con costanza tutte le piaghe del Sud agrario e pensava che su questi temi i cattolici dovessero avere un’opinione molto nitida  e dovessero impegnarsi con estrema decisione.

Don Sturzo si pronunciò chiaramente a favore del ritorno dei cattolici all’interno dell’agone politico, il che avrebbe costituito una vera “rivoluzione” per il mondo politico italiano. Nel 1902 guidò i cattolici di Caltagirone alle locali elezioni amministrative e nel 1905 viene nominato consigliere provinciale della Provincia di Catania. Sempre nel 1905, alla vigilia di Natale, pronunciò un famoso discorso sui < Problemi della vita nazionale dei cattolici>.

Nello stesso anno venne eletto pro-sindaco di Caltagirone (carica che mantenne fino al 1920).  Nel 1915 divenne il Segretario generale della Giunta Centrale dell’Azione cattolica. Nel 1919 fondò il Partito popolare italiano e lanciò il suo appello più famoso, forse il testo politico più importante dell’Italia del Novecento, il famoso “Appello ai liberi e forti !

L’Appello ai liberi e forti iniziava così: «A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello…». Si trattava di un invito alla battaglia morale e politica che Sturzo interpretò chiaramente come contrapposizione netta al fascismo !

Una linea che si rivelò non certo vincente e don Luigi Sturzo, mai incline ai tentennamenti, lasciò i vari incarichi di partito e si rifugiò – dal 1924 al 1940 – prima a Londra, poi a Parigi, infine a New York. Dall’esilio animò diversi gruppi politici di cattolici europei e ritornò in Italia, sbarcando a Napoli, il 5 settembre 1946.

Fu però il primo a sollevare la «questione morale» pubblicando nel novembre 1946 un articolo dal titolo: < Moralizziamo la vita pubblica >. In esso si pronunciava per l’esistenza di «tre male bestie» che infettavano il sistema politico italiano: la partitocrazia, lo statalismo e l’abuso del denaro pubblico.

Il pensiero di don Luigi Sturzo è senz’altro molto attuale per la sua carica ideale a favore di un processo democratico che venga dal basso, rispetto ad un’idea di democrazia calata dall’alto. Proprio il distacco tra le élite e il popolo è la spiegazione del proliferare attuale dei movimenti populistici.

Il popolarismo di don Luigi Sturzo è il vero antidoto al populismo, è l’antidoto alla malattia delle democrazie che rischiano di essere risucchiate dalla legge ferrea delle oligarchie. Sturzo è stato forse studiato in modo insufficiente e divulgato ancora meno. L’accademia gli ha dato poco spazio e forse gliene ha dato poco anche lo stesso mondo cattolico.

Da qui l’impegno della Democrazia Cristiana riscoprire il pensiero e gli insegnamenti del grande sacerdote calatino a cui dobbiamo ispirarci per una nuova rinascita della democrazia in Italia.

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Rosalba Caltagirone (Trapani) * rosalba.caltagirone@dconline.info * Vice-Segretario nazionale del Dipartimento Relazioni con il mondo cattolico e del volontariato.

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AGOSTINO PISANI
4 anni fa

IL VALORE DELLA ATTUALITÀ
DI OGNI SUA IDEA E PAROLA OGGI COME NON MAI SICUROSTRUMENTO DI SALVEZZA DEL POPOLO ITALIANO MAL GOVERNATO E ALQUANTO SBANDATO FIN NEI PIÙ FONDAMENTALI VALORI.

Gabriella Fardella
4 anni fa

Magari ci fosse oggi un Uomo o Donna con tale spessore politico e morale!
Ma credo che, anche ci fosse sarebbe oscurato!
Il male del nostro Paese è che il popolo sceglie sempre “Barabba”!