Un poker d’assi del dopo Merkel: al via il toto-nomi sul suo successore.

Dalla segretaria generale del partito Kramp-Karrenbauer alla ministra von der Leyen, che smentisce ma resta in corsa: comunque i nomi e profili dei possibili eredi di Angela per ora sono quattro.

Un poker d’assi del dopo Merkel: al via il toto-nomi sul suo successore.

Con Merkel finisce l’Europa che conosciamo e inizia un percorso burrascoso nel quale vi è una unica certezza: i partiti popolari di centro e di sinistra che hanno segnato la scena europea e dei singoli Paesi dal 1948 a oggi sono out, non mordono più. La cancelliera tedesca Angela Merkel lunedì ha annunciato che lascerà la politica alla fine del suo mandato, nel 2021. C’è però un’altra scadenza, molto più ravvicinata: a dicembre di quest’anno lascerà la guida del suo partito, l’Unione Cristiano-Democratica (CDU), di cui è presidente da 18 anni. Subito dopo l’annuncio di Merkel, diversi dirigenti del partito hanno mosso i primi passi per prendere il suo posto in un ruolo chiave della politica tedesca, e che molti vedono come il gradino precedente all’incarico di cancelliere.

Angela Merkel ha sempre sostenuto che la cancelleria fosse inscindibile dalla leadership del partito, ma in molti ritenevano che dovesse dare un segnale dopo i cattivi risultati elettorali ottenuti domenica dalla CDU alle regionali in Assia e di due settimane fa in Baviera. Gli osservatori ritengono che la sua scelta di farsi da parte sia un tentativo di far cessare le critiche interne al partito e soprattutto cercare una nuova leadership che possa riconquistare gli elettori che in Baviera e in Assia hanno preferito partiti come Alternative für Deutschland, di estrema destra, o i Verdi.

Il congresso dei cristiani-democratici si terrà ad Amburgo il prossimo dicembre e Merkel ha fatto sapere che non sceglierà in prima persona il suo successore, ma che accetterà «ogni decisione democratica presa dal mio partito». Negli ultimi giorni si è parlato di diverse persone, ma le più accreditate per sostituire Merkel alla guida del partito sono quattro.

Annegret Kramp-Karrenbauer.

Annegret Kramp-Karrenbauer è stata soprannominata dai giornali “la piccola Merkel” ed è vista come il candidato preferito dell’attuale cancelliera: lo scorso febbraio infatti Merkel decise di nominarla segretario generale del partito, con una mossa che sembrava prefigurare la successione. Fino a quel momento Kramp-Karrenbauer, che ha 56 anni, era stata governatrice del Saarland, il piccolo stato federale tedesco al confine con la Francia.

Viene da una famiglia cattolica e ha una storia molto diversa da quella di Merkel, che è figlia di un pastore luterano dell’ex Germania est. Kramp-Karrenbauer è conosciuta per essersi opposta al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma anche per essere una forte sostenitrice dei diritti dei lavoratori e dei diritti degli immigrati, tema su cui si è scontrata molto spesso con la CSU, lo storico partito bavarese alleato della CDU, che negli ultimi anni si sta spostando sempre più a destra. La sua candidatura non è ancora ufficiale ma Kramp-Karrenbauer ha fatto sapere via Twitter che parlerà delle sue intenzioni la settimana prossima.

Jens Spahn (CDU)

Il ministro della Salute Jens Spahn è considerato uno dei principali critici della gestione Merkel all’interno dalla CDU. Tutto è iniziato quando nel 2015 il governo tedesco decise di accogliere più di un milione di rifugiati in Germania, per la maggior parte siriani che scappavano dalle zone di guerra in Medio Oriente. Spahn viene spesso definito come «il leader dell’opposizione interna» e può contare su alleati come il ministro dell’Agricoltura Julia Klöckner e il potente deputato Carsten Linnemann.

Spahn è cattolico come Annegret Kramp-Karrenbauer ed è sposato con Daniel Funke, un giornalista della rivista tedesca Bunte. Spahn è membro del Bundestag da quando aveva 22 anni – oggi ne ha 38 – e da anni è considerato una stella nascente dell’ala conservatrice. Le sue posizioni anti-immigrazione potrebbero raccogliere il favore di tutti i membri del partito delusi dalle politiche di accoglienza attuate dal governo.

In un video pubblicato ieri su Twitter, con cui di fatto ha annunciato la candidatura a succedere a Merkel, Spahn ha promesso un nuovo inizio per la CDU e per la Germania nel caso in cui venga eletto.

Friedrich Merz, German Christian Democrat (CDU)

Ha 62 anni ed è stato il primo a candidarsi dopo l’annuncio di lunedì. Anche Merz fa parte dell’ala più conservatrice del partito e in passato ha promosso l’idea di una Leitkultur tedesca, una specie di dottrina che riassuma in sé i valori e le tradizioni tedesche a cui gli immigrati musulmani in Germania dovrebbero conformarsi. Merz però è da tempo fuori dai giri che contano. Nel 2002 era capogruppo del partito in Parlamento, ma fu costretto a dimettersi da Merkel dopo che la CDU perse le elezioni contro i social democratici di Gerhard Schröder. Nel 2009 Merz si era preso una pausa dalla politica per lavorare nel settore privato come consulente finanziario: ora si è detto pronto a tornare per prendere il posto della sua antica rivale.

VON DER LEYEN, L’EREDE DI ANGELA RESTA NELL’OMBRA

Il fatto che nessuno parli di Von der Leyen può essere un segnale positivo per lei. In fondo, come nella politica italiana, se si fa subito il nome di un successore è per bruciarlo – e von der Leyen sta mantenendo un profilo bassissimo, quasi rasoterra. A domanda diretta, l’interessata ha risposto di «escludere completamente una sua candidatura alla guida del partito». Molto inglese il suo commento in merito alla decisione di Merkel di non presentarsi: «È una cesura netta», risposta che ha aggiunto poco al discorso. Von der Leyen è una politica ormai navigatissima, che risponde senza rispondere, e le cui dichiarazioni di non candidarsi non fanno altro che far aumentare le sue quotazioni. La sua politica? È al governo con Merkel dal suo primo mandato da cancelliera, e per questo il suo orientamento è strettamente merkeliano: impalpabile, imprevedibile e quasi sempre efficace. Un suo successo dipenderà solo dalla capacità di sbaragliare l’opposizione rivoluzionaria. Come del resto fece Merkel per prendere la guida del partito, nell’ormai lontano anno 2000.

Una cosa è certa: il suo successore alla guida della Cdu sarà anche il candidato alla Cancelleria, più volte in passato Angela Merkel aveva sottolineato l’inseparabilità dei due incarichi.

di Antonio Gentile