Truffe sui diesel: gli automobilisti italiani hanno pagato 16,4 miliardi in più di benzina e gasolio.

Lo studio del gruppo di ricerca Transport & Environment: emissioni più alte su strada rispetto ai test e con l’inquinamento aumenta anche la spesa per il carburante, il Dieselgate sarebbe costato oltre 150 miliardi di euro agli automobilisti europei.

Truffe sui diesel: gli automobilisti italiani hanno pagato 16,4 miliardi in più di benzina e gasolio.

Questo dato è stato affermato da uno studio del gruppo di ricerca Transport & Environment che ha analizzato i consumi delle auto incriminate, ossia quelle su cui erano stati montati i dispositivi che falsificavano i reali dati di consumi e di emissioni dei veicoli. Il divario tra quanto affermato dai test dei produttori e le effettive prestazioni su strada sarebbe aumentato dal 9% nel 2000 all’attuale 42%.

Gli analisti di Transport & Environment hanno dunque calcolato che tra il 2000 e il 2017 i maggiori consumi avrebbero comportato una spesa aggiuntiva per il carburante extra di 150 miliardi di euro per tutti gli europei, di cui 16,4 sborsati dai soli italiani. L’Italia sarebbe il quarto paese più colpito d’Europa dalla truffa delle case automobilistiche, subito dopo Germania (36 miliardi), Regno Unito (24,1) e Francia (20,5).

Emissioni truccate : Il test utilizzato fino a poco tempo fa per rivelare l’efficienza delle vetture è il NEDC (nuovo ciclo di guida europeo) ed è stato definito da una direttiva comunitaria Alcuni sotterfugi hanno permesso ai produttori di rivelare produzioni più basse sulle auto vendute. Una delle tattiche più diffuse era quella di iniziare il test sulle vetture con la batteria quasi scarica in modo da destinare più carburante per la ricarica.

Un’altra pratica utilizzata per abbassare i consumi prevederebbe il cambio di marcia più lento per tenere alta la velocità del motore. Il nuovo test adottato recentemente, il WLTP, prevede contromisure per assicurare una più alta affidabilità sugli effettivi consumi e sulle reali emissioni di Co2.

1 – la Vokswagen ha ammesso di avere perpetrato una truffa colossale barando sulle emissioni (e quindi sui consumi) di alcuni modelli delle proprie auto vendute negli Stati Uniti
2 – è probabile che la centralina che aggira i controlli sugli inquinanti sia stata montata su modelli venduti in Europa e fuori dall’Europa. Varie nazioni hanno bloccato la vendita e hanno aperto indagini approfondite in merito
3 – si ventila la possibilità che anche altri modelli di altre case automobilistiche possano avere montato simili marchingegni truffaldini
4 – i motori diesel ma anche i motori a benzina hanno raggiunti dei limiti tecnologici oramai non facilmente e sostenibili  economicamente valicabili
5 – i costruttori si sono sempre impegnati sia per dilatare nel tempo l’applicazione dei limiti imposti dalla UE sia per abbassare i limiti stessi.

A questi punti fermi si aggiungono altre realtà, inquietanti quanto se non di più rispetto alla truffa perpetrata. Mi riferisco al fatto che l’inganno era già stato scoperto molto tempo prima della settimana scorsa, non giorni, non mesi, anni! Addirittura in Europa. “Una ricerca condotta nel Joint research center della Commissione europea di Ispra, sul Lago Maggiore, aveva rilevato che le emissioni di ossidi di azoto di 12 modelli superavano i limiti fino a 14 volte. Le indagini dello statunitense International council on clean transportation sono partite proprio da lì.” Di conseguenza “La Commissione europea sapeva che i risultati dei test di laboratorio sulle emissioni nocive delle auto sono falsati.”. La ricerca è del 2099-2011.
1- la truffa era conosciuta dal 2009-2011
2- l’azione disonesta non è venuta fuori.
3 – gli organi di controllo hanno funzionato a dovere.
4 – evidentemente è sopravvenuto un certo tipo di copertura, lobbistica,  politica? Che tipo di pressione, chi ha lasciato nei cassetti le informative? In quali cassetti sono seppellite?

La frode ha avuto ricadute industriali positive quali la penetrazione nei mercati globali di mezzi che non avevano i requisiti tecnologici. Adesso le ricadute sono negative, estremamente negative sotto molteplici aspetti, d’immagine prima di tutto dell’intero settore automotive, in particolare sui dirigenti di alcuni marchi (capri espiatori) che via via vengono portati al pubblico ludibrio, poi danni economici con le multe che il/i produttore/i dovranno affrontare (almeno in USA) e la disaffezione (momentanea o duratura?) da parte dei clienti . Ricadute anche sul fonte dell’indotto, compreso quello italiano:  “14.45 PADOAN Lo scandalo Volkswagen “è un colpo molto duro alla fiducia” e avverte:”Temo effetti sull’industria italiana”.

Quello che mi aspetto adesso è una controffensiva delle lobby per mettere pace (eterna) sulla questione con giri di valzer linguistici e pseudo illuministi.
1 – se i limiti vengono rispettati i motori temici (diesel e benzina) sono puliti (non meno inquinanti, addirittura puliti)
2 – la tecnologia è in grado di azzerare i gas di scarico
3 – i laboratori verranno colmati di contributi pubblici per rallentare per compiere studi che non avranno ricadute né nell’immediato né nel futuro ( i motori termici hanno già raggiunto limiti invalicabili).

I dati di mercato dicono che sono in molti a scegliere di spegnere il cerino: il calo di Audi in maggio in Europa pare dovuto piuttosto alla discesa libera del diesel (che vale infatti anche per Bmw e Mercedes), a causa dei divieti di circolazione crescenti nelle città e al timore di un deprezzamento dell’usato.

Il diesel non è il dieselgate, ma questa è un’altra storia. Che non mi sta a cuore, però è bene non dimenticarla.

di Antonio Gentile