Test di Medicina 2018, martedì 4 settembre alle 11 in 67.000 si giocano il futuro in 100 minuti.

Boom di iscrizioni alla prova, i posti aumentano ma sono ancora sotto i diecimila. I candidati dovranno rispondere a 60 domande: 2 quesiti di cultura generale; 20 di ragionamento logico; 18 di biologia; 12 di chimica; 8 di fisica e matematica. «Non si può abolire il numero chiuso visto il numero di candidati record, ma gli atenei possono accogliere più studenti. I bocciati che vanno all'estero dove non c’è il blocco, sono casi isolati».

Test di Medicina 2018, martedì 4 settembre alle 11 in 67.000 si giocano il futuro in 100 minuti.

di Antonio Gentile su : www.ilpopolo.news

E’ un vero e proprio record quello delle iscrizioni al test per l’ammissione alla facoltà di Medicina. Quest’anno gli aspiranti camici bianchi che hanno ultimato la pratica di registrazione per sostenere il test d’accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia sono 67.009 per 9.779 posti. L’anno scorso a sfidarsi per 9.100 posti si erano candidati in 66.907.

Buone notizie per gli aspiranti camici bianchi. Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha firmato ieri i decreti sui posti disponibili per i corsi di laurea ad accesso programmato: sono previsti 9.779 posti per Medicina (erano 9.100 lo scorso anno), 1.096 posti per Odontoiatria (erano 908 nel 2017), 759 per Veterinaria (erano 655), 7.211 per Architettura (erano 6.873). ECCO TUTTI I POSTI DISPONIBILI ATENEO PER ATENEO. Non siamo ancora tornati ai livelli di 4 anni fa, quando i posti a medicina erano 10 mila, ma l’aumento significativo (679 posti, più 10 per cento). Ogni anno il contingente di futuri medici viene concordato con il ministero della Salute. Il criterio-guida è quello di arrivare a un numero di laureati che sia coerente con il numero dei contratti di formazione specialistica disponibili e con l’attuale turnover del Sistema sanitario nazionale.

Da questo momento per tutti gli studenti e le studentesse che sognano di entrare in ospedale, in clinica o in sala operatoria parte il conto alla rovescia. L’ora X scatterà alle 11 di martedì 4 settembre. I candidati avranno 100 minuti per rispondere a 60 domande: 2 quesiti di cultura generale; 20 di ragionamento logico; 18 di biologia; 12 di chimica; 8 di fisica e matematica. Per la valutazione delle prove sono attribuiti al massimo 90 punti: 1,5 punti per ogni risposta esatta meno, – 0,4 punti per ogni risposta errata e 0 punti per ogni domanda lasciata in bianco.

Il calendario delle prove per i corsi ad accesso programmato a livello nazionale è stato fissato lo scorso febbraio. Oltre a Medicina e Chirurgia il 4 Settembre, ci sono anche: Odontoiatria e Protesi Dentaria, sempre il 4 settembre. Veterinaria, 5 settembre. Architettura, 6 settembre. Professioni sanitarie (fisioterapisti, radiologi, ostetriche, infermieri, logopedisti, dietisti, igienisti dentali), 12 settembre . Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria in lingua inglese, 13 settembre. Scienze della formazione primaria, 14 settembre. Professioni sanitarie (laurea magistrale), 26 ottobre.

«Questa della corsa a Medicina è un’anomalia tutta italiana, che non ha eguali nel resto d’Europa: coloro che tentano in test rappresentano un quarto del totale delle matricole che sono 290 mila circa. Nelle altre facoltà a numero chiuso, come architettura e veterinaria, quasi si fatica a raggiungere il numero di matricole previsto, ma per medicina è tutta un’altra storia».

Come si giustifica questo fenomeno? «Che chi ce la fa ha il lavoro garantito perché tutti i medici specializzati hanno un posto e un buono se non ottimo stipendio».

E dunque che cosa si può fare, c’è ancora chi insiste per abolire il numero chiuso mettendo magari come in Francia lo sbarramento dopo il primo anno.

«Io credo che con numeri così alti qualsiasi alternativa al numero chiuso sia impraticabile: stravolgerebbe il modello formativo dei medici che è invece di qualità molto elevata condannando gli studenti al caos. Quello che invece è assolutamente da fare e si può fare è aumentare drasticamente il numero degli ammessi».

 

Quest’anno il governo ha autorizzato 700 posti in più.

«Troppo pochi, non siamo neppure a diecimila».

Quanti studenti potrebbero accettare le università, senza dover chiedere altri finanziamenti?

«Sicuramente siamo in grado di accogliere 15 mila iscritti, aumentando di più del 50 per cento il numero attuale. Si potrebbe arrivarci gradualmente nel giro di due o tre anni. Certo dovremmo anche adeguare il numero di borse per le specializzazioni perché altrimenti creiamo dei medici che poi non possono finire i propri studi: questo sì richiede un investimento importante».

Il test in sé funziona? E’ un buon indicatore per la selezione degli studenti migliori?

«Nessun test è perfetto, questo ha il vantaggio di essere anonimo e blindato e dunque di garantire pari opportunità a tutti, che non è poco. Certo manca la valutazione attitudinale dei ragazzi che sarebbe importante per i futuri medici. Quel che le Università potrebbero fare è garantire una formazione – pubblica – ai test collaborando con le scuole superiori».

C’è anche il fenomeno dei corsi all’estero, senza sbarramenti, anche in collaborazione con prestigiosi Atenei italiani.

«Sono casi isolati e sporadici. si tratta di un caso in cui la migrazione di studenti non è sana perché non aiuta a mantenere la qualità formativa. Invece quello che succede sempre più di frequente è che i medici italiani siano richiesti all’estero per il livello della loro preparazione».

Non ci resta che attendere i dati ufficiali e che vada avanti la fatidica parola meritocrazia, è giusto avere una classe di medici futuri che nel giorno del Giuramento di Ippocrate (è una sorta di impegno morale che viene prestato dai medici-chirurghi  e odontoiatri prima di iniziare la professione), possano capire il vero senso della parola “Medico” che non è altro che una “missione e passione” e non solo esercitata per il meno discorso del buon stipendio a fine mese.

di Antonio Gentile