Sergio Marchionne: a otto mesi dalla sua morte, si accende la battaglia legale per la sua eredità.

Con la scomparsa di Sergio Marchionne, sono in tanti a voler mettere mano al cospicuo patrimonio finanziario ed immobiliare dell’ex manager italo-canadese. Nella disputa sarebbe coinvolta persino la stessa FCA.

Sergio Marchionne: a otto mesi dalla sua morte, si accende la battaglia legale per la sua eredità.

Ora è solo una questione di interessi e gli eredi lo stanno facendo a suon di querele, legale alll’eredità di Sergio Marchionne il numero uno di casa Fiat: secondo quanto riportato da Lettera 43, ad essere coinvolti sono la compagna del manager italo-canadese, Manuela Battezzato; l’ex moglie Orlandina con i figli Jonathan Tyler e Alessio Giacomo e la stessa FCA.

Per quanto riguarda Battezzato, il primo nodo è quello del rapporto di lavoro con FCA: dopo la scomparsa di Marchionne, avvenuta il 25 luglio dello scorso anno, la donna non è tornata in azienda. Secondo le indiscrezioni, John Elkann avrebbe dato mandato ai legali di FCA di perfezionare una risoluzione consensuale del contratto.

La questione più complessa e spinosa riguarda sicuramente l’ex moglie Orlandina, dalla quale Marchionne non aveva mai ufficialmente divorziato. In altre parole anche lei avrebbe diritto ad avanzare diritti sul patrimonio dell’ex coniuge. Tutto ciò complica ulteriormente le cose, ed è per questa motivazione che su consiglio di Franzo Grande Stevens, Manuela Battezzato si sarebbe rivolta ad uno studio legale svizzero.

Marchionne, infatti, non era divorziato da Orlandina, attualmente residente in Svizzera: una contingenza, questa, che complica la situazione. Battezzato, su consiglio del legale di FCA, Franzo Grande Stevens, si è rivolta ad uno studio svizzero.

Dal canto loro, i due figli di Marchionne e della moglie Orlandina, Alessio Giacomo e Jonathan Tyler, hanno contestato la mancata erogazione del bonus 2018 che FCA avrebbe dovuto corrispondere al padre. Le clausole per l’assegnazione della somma, però, vogliono che il premio sia erogato solo nel caso in cui il dipendente sia ancora presente in azienda al 15 marzo dell’anno successivo. Secondo questo criterio, Marchionne, e di conseguenza gli eredi, non avrebbero diritto a riceverlo.