SAN GIUSEPPE MOSCATI. 76° ANNIVERSARIO DELLA MORTE

SAN GIUSEPPE MOSCATI. 76° ANNIVERSARIO DELLA MORTE
dott. Lorenzo Raniolo

a cura di Dott. LORENZO RANIOLO (Gela/CL) –  dott.lorenzoraniolo@tiscali.it – Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

<SAN GIUSEPPE MOSCATI. 76° ANNIVERSARIO DELLA MORTE>

Lui è Giuseppe Moscati, medico e persona straordinaria, come la sua vita. Da bambino ha tutto. Il padre, Francesco, giudice al tribunale di Cassino e poi presidente del tribunale di Benevento, la madre, Rosa dei Marchesi di Roseto, altri otto tra fratelli e sorelle, onori e ricchezza possono tagliarsi con il coltello. Giuseppe studia, e studia. Il Ginnasio, poi medicina. Laurea a pieni voti, assistente all’università, coadiutore agli Ospedali Riuniti degli Incurabili, la morte, quella dei miserabili, come compagna di ogni giorno. È il 1906, Il Vesuvio si risveglia, cenere e lapilli su un ospedale a Torre del Greco, i malati gridano aiuto. Giuseppe si getta tra le fiamme. È mio dovere di medico salvarli, li porta fuori uno ad uno. Epidemia di colera, ancora in prima fila. Tutti lo guardano, rimangono allibiti,
Giuseppe e un’autorità, trattati su trattati. Potrebbe vivere tra i lussi, lui ha scelto un’altra strada. Il suo studio, un porto di mare, a Napoli lo chiamano lo studio dei poveri perché non si paga. Tutti hanno diritto ad una cura, se non hanno nulla hanno più diritto, se non c’è una cura, c’è sempre un abbraccio. I fascisti lo perseguitano, lui sorride e va per la sua strada. I soldi per i farmaci non bastano più, Giuseppe chiama gli antiquari, ad uno ad uno vende tutti i quadri, i mobili. Spoglia la sua casa, sono per una causa più giusta, dice. Un amico d’infanzia, divenuto gerarca, lo isola, lo ignora. Sa che Giuseppe sta morendo e allora decide di andare, di varcare la porta del dolore.
Giuseppe gli parla, lo abbraccia, lo perdona. Tu, amico mio, gli dice, lui piange, è appena uscito quando gli dicono guarda quella carrozza, il tuo amico Giuseppe Moscati è morto ieri! Capisce, piange ancora.
Giuseppe Moscati, medico che mai venne meno al suo servizio di quotidiana e infaticabile opera di assistenza ai malati, e che “nel prendersi cura dei corpi accudiva con grande amore anche le anime” morì il 12 aprile 1947, aveva 46 anni e 8 mesi. Fu proclamato santo il 25 ottobre 1987 da Giovanni Paolo II
Scrisse: «Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio»