Quando la fede vince su tutto. Succede dell’incredibile a Palermo. In un istituto tecnico per Geometri alla parete di una classe dell’Istituto Tecnico Filippo Parlatore manca il Crocifisso.

Quando la fede vince su tutto. Succede dell’incredibile a Palermo. In un istituto tecnico per Geometri alla parete di una classe dell’Istituto Tecnico Filippo Parlatore manca il Crocifisso.
Dott. Lorenzo Raniolo

A cura di Dott. LORENZO RANIOLO (Gela/CL)- dott.lorenzoraniolo@tiscali.it 

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

<Quando la fede vince su tutto. Succede dell’incredibile a Palermo. In un istituto tecnico per Geometri alla parete di una classe dell’Istituto Tecnico Filippo Parlatore manca il Crocifisso.>

Incredibile, ma a Palermo accade anche questo…I n una classe terza superiore dell’Istituto Tecnico, Filippo Parlatore manca il “Crocifisso” alla parete… I ragazzi cosa fanno?

Non ci pensano due volte e lo disegnano su un foglietto di carta con la scritta: “FATTO CON IL CUORE” e lo fissano alla parete.

Da emblema del cristianesimo da duemila anni, divenuto un simbolo divisivo negli ultimi tempi, diventa testimonianza di fede.

Una sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha stabilito che, pur non essendo obbligatoria, l’affissione del crocifisso nelle scuole pubbliche non può essere ritenuta un atto di discriminazione nei confronti di chi non la condivide.

La Cassazione ha stabilito anche che ogni scuola deve decidere in autonomia se esporre o meno il crocifisso, e che la decisione deve essere il frutto di un «ragionevole accordo» tra le parti che abbiano eventuali posizioni diverse.

La questione dell’esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche, che è ancora regolata da norme degli anni Venti, è da tempo molto discussa.

Il caso esaminato dalla Corte di Cassazione (sentenza numero 24414) riguarda un istituto professionale statale di Terni, in Umbria. Qualche anno fa, un professore si era opposto all’ordine del dirigente scolastico di esporre il crocifisso nelle aule: ogni volta che faceva lezione, il professore toglieva il crocifisso dal muro, per poi rimetterlo quando usciva dall’aula.

Questa forte e suggestiva immagine della cristianità va ben al di là delle chiese e degli ambienti religiosi: fino a non molti anni fa era esposto in tutti gli uffici pubblici e nelle aule scolastiche.

La sentenza dice infatti che l’esposizione del crocifisso – considerato un simbolo legato alla tradizione culturale del popolo italiano – non può essere intesa come un atto di discriminazione, perché è un simbolo passivo che non comporta alcun atto di adesione da parte degli insegnanti e non ne limita la libertà di insegnamento né quella di esprimere le proprie convinzioni sullo stesso crocifisso.

La più nota è forse quella del 2011 della Grande Camera della Corte europea per i diritti umani (CEDU) – composta da 17 giudici che si occupano dei casi più complessi – che ribaltò un precedente verdetto della Corte europea.

Nel 2009 la Corte europea aveva infatti stabilito che l’esposizione del crocifisso violava la libertà dei genitori di educare i figli secondo le proprie convinzioni.

Il governo italiano fece ricorso e la Grande Camera gli diede ragione, stabilendo che l’esposizione del crocifisso nelle scuole non potesse essere considerato un elemento di «indottrinamento» o una violazione dei diritti umani. Poi, è sorta una diatriba sulla laicità dello Stato e sulla possibile offesa agli appartenenti ad altre religioni, o agli atei. Così da parecchio tempo ci si chiede: il crocifisso in classe va esposto o no?

Per i ragazzi del Filippo Parlatore va esposto perché è “fatto con il cuore”. Bravi ragazzi!

 

**************************************************************************************************

www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *

**************************************************************************************************

1 1 vote
Article Rating
2 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Fernando Ciarrocchi
1 anno fa

Ragazzi bravissimi che ci fanno ben sperare nel futuro