Perché questo Spread fa tanta paura se comincia a crescere.

Le difficoltà nella creazione del nuovo governo che si protraggono da quasi 3 mesi hanno di nuovo portato sulle prime pagine dei giornali il tema dello spread: nelle ultime settimane questo indicatore economico è cresciuto di diversi punti destando la preoccupazione dei politici e degli operatori finanziari.

Perché questo Spread fa tanta paura se comincia a crescere.

di ANTONIO GENTILE

Ma che cosa indica lo spread? E perché il suo aumento scatena il panico sui media e nei mercati?

Cominciamo con lo spiegare che SPREAD In inglese significa “ampiezza”, “apertura”: rappresenta la differenza tra i rendimenti dei titoli di due Stati diversi, di solito si prende a riferimento la Germania. Ma ora andiamo a scoprire cosa c’è  da sapere sullo spread.

In generale, il termine spread significa una differenza tra due tassi, che viene spesso misurata in punti base. Nel caso del mercato delle obbligazioni secondarie, dove viene scambiato il debito già emesso, è la differenza tra il tasso di rendimento del titolo decennale di un Paese (nel caso dell’Italia, il Btp) rispetto a quello tedesco decennale, il “Bund”.

Il confronto offre una visione dell’atteggiamento degli investitori nei confronti di un paese rispetto ad un altro, in questo caso dell’Italia rispetto alla Germania. Lo spread consente cioè di misurare la fiducia degli operatori di mercato nelle attività di un Paese e il premio di rischio concesso per i titoli meno richiesti.

Ma la domanda che tutti in questo momento si pongono: che cosa sono i Titoli di Stato?

È il modo con cui i Paesi chiedono in prestito i soldi. Quando uno Stato emette dei titoli, chi li compra fa un prestito a quello Stato, che dovrà restituire i soldi alla scadenza pagando periodicamente degli interessi. Quando l’Italia emette un BTP a 10 anni, ad esempio, incassa un prestito che restituirà 10 anni dopo, pagando ogni anno degli interessi che vengono stabiliti al momento della vendita. Chi compra un titolo di Stato non è obbligato ad aspettare la scadenza per rientrare dall’investimento. Se trova qualcun altro che vuole acquistarlo, può venderglielo. È il cosiddetto “mercato secondario”. Lo Stato rimborserà il titolo a chi lo avrà in mano quando arriverà la scadenza.

Altra domanda comune: chi presta i soldi agli Stati?

Genericamente si dice “i mercati”. I mercati non sono entità astratte: sono banche, fondi di investimento, famiglie, imprese etc… Chiunque può comprare titoli di Stato e chiunque può sbarazzarsene se pensa che non valga la pena tenerseli. L’Italia ha il 70% dei suoi debiti con banche, imprese e cittadini italiani. Il 30% è invece stato prestato dall’estero. Una fetta dei titoli che l’Italia dovrà rimborsare è in mano alla Banca Centrale Europea (circa 340 miliardi) che tramite la Banca d’Italia negli ultimi anni ha “rastrellato” sul mercato i titoli di Stato (il famoso “quantitative easing”).

Se i timori sulla stabilità di un Paese aumentano, come ora nel caso dell’Italia, ciò significa che le sue obbligazioni sono vendute più sul mercato secondario rispetto a quelle del Paese di riferimento, il che abbassa il loro prezzo e aumenta il tasso di rendimento. Tuttavia, per emettere nuove obbligazioni, il Paese dovrà adeguarsi al tasso di rendimento del mercato secondario. L’aumento dello spread ha quindi “conseguenze di bilancio dal momento che le prossime emissioni obbligazionarie del Paese interessato gli costeranno automaticamente di più come tassi di interesse.

 

Ma vediamo cosa è successo in questi primi cinque mesi, La crisi politica italiana ha riacceso i riflettori sullo spread. E l’incarico di governo a Carlo Cottarelli non placa i timori dei mercati. Una preoccupazione che ha visto lo spread raggiungere quota 320 punti.

 

Tutto inizia il 7 febbraio 2018: scende lo spread a 119 punti (accordo di coalizione in Germania, si prevede un’Austerity più morbida).

  • 8 maggio: risale sopra 130 punti per incertezze politiche (timori di voto anticipato a luglio)
  • 18 maggio: sfonda quota 160 punti per timori che il nuovo governo non rispetti gli impegni Ue.
  • 21 maggio: sfonda quota 180 punti
  • 23 maggio: sfonda quota 190 punti
  • 25 maggio: sfonda quota 200 punti. Nel corso della giornata supera i 207 punti base.
  • 28 maggio: la crisi politica e l’incertezza sulla durata del governo Cottarelli alimentano le preoccupazioni dei mercati. Lo spread tocca i 230 punti in giornata e chiude a 235.
  • 29 maggio: sfonda il muro dei 320 punti, tornando ai livelli di primavera 2013, salvo poi ripiegare fino a quota 277.
  • 30 maggio Il differenziale rispetto ai decennali tedeschi ripiega a 247 dopo che martedì aveva toccato quota 320, poi  è sceso sotto i 250 punti .

31 maggio Milano in rialzo scommette su Governo, bene banche  e lo spread Btp-Bund si stabilizza  a 242 punti. 

Morale della favola, ora abbiamo bisogno solo di un governo stabile o perlomeno, che ci guidi fino alle prossime elezioni, che stando ai fatti andremo alle urne a Settembre, sempre se non ci saranno colpi di scena dell’ultima ora.

di ANTONIO GENTILE – FROSINONE