MERCOLEDI’ 25 NOVEMBRE 2020, CON INIZIO ALLE ORE 18,00 INCONTRO IN VIDEOCONFERENZA DEL “COMITATO PER LA LEGALITA’ E GIUSTIZIA DELLA CALABRIA”.

MERCOLEDI’ 25 NOVEMBRE 2020, CON INIZIO ALLE ORE 18,00 INCONTRO IN VIDEOCONFERENZA DEL “COMITATO PER LA LEGALITA’ E GIUSTIZIA DELLA CALABRIA”.
Angelo Sandri (Udine)

A cura di ANGELO SANDRI (Udine) *

segreteria.nazionale@dconline.info *

Cell. 342-9581946 * 342-1876463 *

Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana *

Direttore Responsabile de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana.

< MERCOLEDI’ 25 NOVEMBRE 2020, CON INIZIO ALLE ORE 18,00 INCONTRO IN VIDEOCONFERENZA DEL “COMITATO PER LA LEGALITA’ E GIUSTIZIA DELLA CALABRIA”.

Gentile amica, caro amico, sei cortesemente invitato/a a partecipare alla videoconferenza promossa dal < COMITATO  PER LA LEGALITA’ E GIUSTIZIA DELLA CALABRIA > che avrà luogo in collegamento telematico mercoledì 25 novembre 2020, con inizio alle ore 18.00.

Per partecipare alla riunione su Google Meet, fai clic su questo link:

https://meet.google.com/hsd-bifk-khj

Altrimenti apri Meet e inserisci questo codice: hsd-bifk-khj

Avv. Rocco Piergiorgio Lo Duca (Cosenza)

E’ tempo di raccontarci tutta la verità su ciò che sta avvenendo e quello che ci attende, e poi proprio di farci sentire più forte che possiamo.

Tanto, perché, le gravissime vicende a tutti i livelli (locali, nazionali, e sovranazionali) a noi tutti note, impongono un’immediata riflessione a tutti i livelli della Democrazia Cristiana.

Pertanto, ci proponiamo di serrare immediatamente le nostre fila, convocando per mercoledì 25 novembre 2020, con inizio alle ore 18.00,  un incontro telematico della Democrrazia Cristiana, onde poter immediatamente discutere della sospensione dello Stato di Diritto cui tutti assistiamo, della continua violazione di diritti umani, così come della perdita di qualsiasi rappresentatività e proprio di qualsiasi credibilità delle Istituzioni elettive e non elettive.

Questo gravissimo momento storico ci chiama evidentemente ad un maggiore e rinnovato impegno politico, ad un coraggioso senso di responsabilità̀, ad una rappresentanza della democrazia che proprio latita nelle Istituzioni, è vilipesa da chi le “dirige”.

In una parola, siamo chiamati ad una presa di coscienza e ad assumere una posizione chiara e corale, poiché́ condivisa da tutti gli aderenti alla Democrazia Cristiana, non fosse altro che per informare il Popolo non più̀ sovrano della propria dignità̀, suscitare un giusto sdegno verso chi, nonostante tutto, continua a disapplicare le nostre “carte fondamentali”, uniche ancore possibili ad evitare l’aggravarsi del conflitto sociale in atto e i disordini sociali che, immancabilmente, ne deriveranno, ove non si riesca a porre immediatamente rimedio, sul piano legale, a tale gravissima situazione in cui ci hanno e ci siamo cacciati.

Domitia Di Crocco (Terracina/LT)

Siamo a riaffermare che, di fatto, la Democrazia Cristiana è un partito di questo nostro martoriato Paese che ha deciso, con l’audacia e la passione che contraddistingue il glorioso simbolo dello scudo crociato, di schierarsi pubblicamente al fianco dei tanti movimenti e comitati che, dal canto loro, con la stessa audacia, la stessa passione, la caparbietà e la grande operosità, si stanno adoperando con concretezza per vincere la battaglia dei diritti e dei doveri, della giustizia sociale.

L’auspicio è che l’incontro del 25 novembre 2020 possa maggiormente puntualizzare e proprio individuare un percorso ancora più coraggioso per poter finalmente sviluppare i “giusti” anticorpi e vincere il distanziamento sociale che è stato a tutti noi imposto, che proprio ci siamo imposti.

Pertanto, l’invito non può non essere che quello di indirizzare le nostre energie alla costante e instancabile ricerca della verità e essenzialità delle azioni politiche che ci attendono, con la consapevolezza che si tratta di decidere della nostra vita, del nostro futuro, quello delle nostre famiglie, dei nostri figli, parenti, amici.

L’auspicio migliore è, dunque, che l’onestà intellettuale, la pari dignità e il gusto per le cose buone possano essere il minimo comune denominatore e multiplo, quel vero e produttivo collagene che la politica ha abbandonato da tempo immemore e che, viceversa, ha contraddistinto le riunioni sin qui succedutesi, a ritmo incessante, in tutte e verso tutte le latitudini.

Un grazie a tutti noi per ciò che vorremo, sapremo e proprio potremo fare, trasmettendo agli altri coraggio, decisioni urgenti e improcrastinabili, come, si ribadisce, ha già fatto il < COMITATO  PER LA LEGALITA” E GIUSTIZIA DELLA CALABRIA >, semplici cittadini che hanno avuto in animo di approfondire il “Caso Calabria”… ad evitare ulteriori errori, cui ancora il Governo non ha inteso porre alcun rimedio, con una noncuranza assoluta che potrebbe risultare fatale … per tutti !!!

Ribadiamo che solo un delinquente accetterebbe l’incarico di commissario della sanità calabrese, sapendo, a priori, che la nomina sarebbe illegittima, come, in realtà, sono state illegittime le nomine sin qui succedutesi, perché non precedute dalla revoca dell’ordinanza del Ministero della salute del 4.11.2020, (ovvero, del comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 74 del 9.11.2020), e dei successivi atti connessi e conseguenti, assoggettati al sindacato giurisdizionale, ex art. 7, co. 1, ultimo periodo, c.p.a., ovverosia, fossero conseguenti alla conversione in legge del d.l. n. 150 del 10.11.2020, (20G00171) (GU Serie Generale n. 280 del 10-11-2020), in vigore dall’ 11.11.2020.

Il dott. Franco Zoleo (Catanzaro)

Si sono sin qui individuati e discussi i seguenti punti poi posti all’attenzione dell’opinione pubblica:

1) Omessa verifica della falsità dei bilanci, ex art. 1, comma 460, legge n. 232/2016, art. 7, l.r. della Calabria n. 21/1990, approvati dal Comune di Cosenza e omessa verifica dell’omesso controllo di legittimità della Regione Calabria, ex art. 126, 130 e 133 T.U.E.L., sui medesimi falsi bilanci comunali;

2) Omesso scioglimento del Consiglio Comunale di Cosenza ex art. 141 TUEL, per violazione di nome di finanza pubblica (art. 1, comma 460, legge n. 232/2016, art. 7, l.r. della Calabria n. 21/1990) sul vincolo di spesa relativo all’utilizzo degli oneri per opere di urbanizzazione primarie e secondarie;

3) Falsità dei bilanci adottati dalla Regione Calabria, quanto meno, in ordine alla spesa sanitaria (la mancata approvazione di bilanci per ben cinque esercizi consecutivi, e un programma operativo predisposto ma mai attuato), nonché in ragione dei saldi relativi al bilancio del Comune di Cosenza;

Latifa Roccia Aboutaib (Cosenza)

4) Omesso scioglimento del Consiglio della Regione Calabria e omessa rimozione del Presidente Avv. Santelli, ex combinati disposti artt. 126 e 122 Cost., nonché, artt. 51, 52, 53, 54, l. 10.2.1953, n. 62, per aver firmato l’ordinanza n. 1, del 27.2.2020 (l’ordinanza che decretò il primo lockdown calabrese, alla quale poi fece seguito il primo lockdown nazionale), in palese conflitto costituzionale (ex art. 122 cost), poiché, all’atto della firma dell’ordinanza medesima, l’avv. Santelli era contemporaneamente membro del Parlamento e Presidente di Regione, nonché, ex combinati disposti artt. 126, 121 e 122 Cost., in relazione alle successive ordinanze e, in particolare, all’ordinanza n. 37 del 29.4.2020, emessa in violazione delle disposizioni nazionali a valere sullo stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei Ministri del 31.1.2020 “ai sensi dell’art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 e successive modificazioni e integrazioni, che, ai sensi dell’articolo 15, comma 5 d.lgs. n. 1 del 2018, resta in vigore fino alla pubblicazione della nuova direttiva in materia”, dunque, per grave violazione di legge, della sicurezza nazionale, nonché, atti contrari alla Costituzione, non solo ai sensi dell’art. 122 cost, quanto proprio ai sensi dell’art. 121 cost., poiché la Regione Calabria nel dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, “non si conformava” alle istruzioni del Governo della Repubblica di cui all’art. 3, comma 1 d.l. 23 febbraio 2020, n. 6, convertito con modificazioni dalla l. 5 marzo 2020, n. 13, ovvero, al dpcm 26 aprile 2020;

Graziella Duca Arcuri (Cosenza)

5) Omesso scioglimento del Consiglio della Regione Calabria e omessa rimozione del Presidente f.f. Nino Spirlì, ex artt. 126 Cost., nonché, artt. 51, 52, 53, 54, l. 10.2.1953, n. 62, per morte prematura del Presidente Avv. Jole Santelli, ovvero, in violazione della proroga dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei Ministri del 7.10.2020, ex art. 24, comma 3, d.lgs. n. 1 del 2018, norma entrata in vigore con la direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020;

6) Omesso scioglimento del Consiglio del Comune di Cosenza ex art. 143 TUEL;

7) Omesso scioglimento delle ASP calabresi ex combinati disposti artt. 146 e 143 TUEL.

Finora, siamo stati costretti a registrare che la deputazione calabrese tutta, ma anche quella italiana in generale, cioè nessun membro del Parlamento ha inteso intervenire per evitare la conversione in legge del d.l. 10 novembre 2020, n. 150 e, dunque, il rinnovo del commissariamento della sanità calabrese, ad evitare il prodursi di altre voragini dei conti pubblici, con ogni conseguenza negativa sulla salute dei calabresi, proprio per come espressamente prevede e recita il comunicato stampa n. 74 del Consiglio dei Ministri del 9.11.2020: “Fino alla data dell’insediamento dei nuovi organi elettivi, il Consiglio e la Giunta in carica continuano a svolgere, secondo le specifiche disposizioni dei rispettivi Statuti, compiti e funzioni nei limiti previsti e in ogni caso a garantire ogni utile iniziativa, anche legislativa, necessaria a far fronte a tutte le esigenze connesse all’emergenza sanitaria. Le disposizioni integreranno il contenuto del decreto-legge recante “Misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della Regione Calabria”, già approvato dal Consiglio dei Ministri.”.

A tutt’oggi, siamo stati costretti anche a confrontarci con la materiale e giuridica impossibilità del “rilancio del servizio sanitario della Regione Calabria”, “già approvato dal Consiglio dei Ministri”, se è vero come è vero che, tale “rilancio”, ha come presupposto l’illegittimità dell’ordinanza n. 1 del 27.2.2020, firmata nel conflitto costituzionale previsto dall’art. 122 cost., dal Presidente delle Regione che era anche membro del Parlamento ed è l’atto presupposto di tutte le successive ordinanze, che solo per tale motivo sono evidentemente illegittime, come, a maggior ragione, doveva risultare anche l’ordinanza regionale n. 37 del 29.4.2020, allorquando, anche in questa occasione il Governo della Repubblica non provvedeva a sciogliere il Consiglio Regionale e rimuovere il suo Presidente, ai sensi dell’art. 126 cost., per grave violazione di legge, della sicurezza nazionale, e proprio atti contrari alla Costituzione, non solo ai sensi dell’art. 122 cost, quanto specificamente ai sensi dell’art. 121 cost., poiché la Regione Calabria nel dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, non si conformava alle istruzioni del Governo della Repubblica.

In una parola, abbiamo ormai acquisito consapevolezza che ad essere “fuori controllo” non solo è la contabilità dei comuni e delle regioni d’Italia, ma la stessa contabilità di Stato, rispetto all’evidente omissione di qualsiasi controllo in sede europea, ovverosia, abbiamo compreso che solo un atto politico chiaro e diretto a beneficio del Popolo può impedire che una serie infinita di atti politici e di alta amministrazione possono sospendere lo Stato di Diritto, in Italia come nel resto del mondo, purtroppo, come ormai sta capitando da anni, anche prima dell’attuale stato pandemico.

Siamo cioè evidentemente tutti chiamati a difendere la nostra libertà dall’abuso, dal sopruso, dalla prevaricazione di chi manipola e strumentalizza per fini disumani, richiedendo e proprio pretendendo la pedissequa applicazione della Costituzione della Repubblica Italiana, in tutti i modi offesa e vilipesa, così come la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI approvata il 10 dicembre 1948, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha riconosciuto la dignità di tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, e costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo, non rinunciando, pertanto, a richiedere, e ancora proprio a pretendere che l’Europa si doti di una propria Carta dei Diritti e dei Doveri dei Cittadini Europei, di cui possa immediatamente farsi uniforme applicazione in tutti gli Stati aderenti.

A testa alta, ribadiremo che la Democrazia Cristiana è ormai divenuto un atto e proprio un Fatto Politico Inalienabile, oltre che Irrinunciabile e Improcrastinabile per il Ripristino dello Stato di Diritto e lo Stato Sociale.

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A cura di ANGELO SANDRI (Udine) *

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Antonio
3 anni fa

Dobbiamo dare un futuro