< MERCOLEDI’ 2 APRILE 2025 (ALLE ORE 18.30) RIUNIONE (IN VIDEO-CONFERENZA) DEL COMITATO DI COORDINAMENTO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA INTERNAZIONALE SULLE TEMATICHE REFERENDARIE PRESIEDUTO DALLA DOTT.SSA YENNY GONZALEZ (LIVORNO) >.
Nell’incontro previsto per mercoledì 2 aprile 2025 (in video-conferenza alle ore 18.30) del Comitato di coordinamento della Democrazia Cristiana Internazionale è prevista anche la trattazione dei temi referendari che saranno sottoposti al giudizio dell’elettorato italiano nei giorni 8 e 9 giugno 2025.

In tale data infatti i cittadini italiani saranno chiamati a votare per i cinque Referendum che la Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibili: quattro quesiti referendari riguardano materie sul lavoro (per i quali sono state raccolte oltre 4 milioni di firme) e vi è poi il quesito referendario sulla sulla cittadinanza italiana, depositato presso la Corte di Cassazione con 637 mila firme.

L’incontro del Comitato di coordinamento della D.C. Internazionale sarà presieduta dalla Dott.ssa Yenny Gonzalez (di Livorno).
Yenny Gonzalez è l’attuale Coordinatrice della Segreteria politica della Democrazia Cristiana Internazionale, nonchè anche Segretaria nazionale del Dipartimento < Statistiche e Monitoraggio territoriale > della D.C. italiana, oltre che attuale Responsabile del progetto < Biancofiore Donna > della D.C. .
Veniamo dunque ad una illustrazione sui cinque quesiti referendari: quattro riguardante norme sul lavoro ed uno concernente l’ottenimento della cittadinanza italiana.
REFERENDUM SU NORME DI DIRITTO DEL LAVORO
1. Licenziamenti illegittimi

Il PRIMO dei quattro referendum sul lavoro chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del “Jobs Act”.

Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo.
Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori a cui la legge impedisce il reintegro anche nel caso in cui la/il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto.
Con l’abrogazione di questa questa norma, i promotori del referendum si prefiggono di bloccare i licenziamenti privi di giusta causa o di giustificato motivo.
2. Tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese

Il SECONDO dei quattro referendum sul lavoro riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese.

In quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo al momento una lavoratrice oppure un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora una/un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto.
Questa è una condizione che interessa le/i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700mila).
I promotori del referendum si prefiggono di innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato affinché sia la/il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite.
Contratti a termine

Il TERZO dei quattro referendum sul lavoro si prefigge l’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine.
In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato.
I rapporti a termine – al momento – possono essere instaurati secondo la legislazione italiana fino a 12 mesi.
4. Sicurezza sul lavoro
Il QUARTO dei quattro referendum sul lavoro interviene in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Sono circa 500mila – ogni anno – le denunce annuali di infortunio sul lavoro in Italia.
Quasi 1000 i morti, che vuol dire che in Italia ogni giorno tre lavoratrici o lavoratori muoiono sul lavoro.
I promotori del referendum propongono di modificare le norme attuali che impediscono negli appalti – in caso di infortunio – di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.
REFERENDUM SULLA CITTADINANZA ITALIANA
5. Cittadinanza italiana

Il QUINTO referendum abrogativo propone di dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992.

In particolare si andrebbe a modificare l’articolo 9 della legge n. 91/1992 con cui si è innalzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia ai fini della concessione della cittadinanza italiana a richiedenti maggiorenni.
Il referendum sulla Cittadinanza Italiana non va a modificare gli altri requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, essere incensurati sotto il profilo penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
Questo referendum interessa circa 2 milioni e 500mila cittadine e cittadini di origine straniera che nel nostro Paese che vivono in Italia.
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cura di GEORGETA ARGHIR (Roma Capitale)
< georgeta.arghir@dconline.info > * Cell. 353-3192068 *
Vice-Segretaria Organizzativa Generale della Democrazia Cristiana Internazionale
Segretaria Organizzativa provinciale della Democrazia Cristiana della provincia di Roma Capitale
Vice-Segretaria Organizzativa Generale della Democrazia Cristiana Internazionale
Componente della Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana e del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
e di ANGELO SANDRI (Cervignano del Friuli/UD)
< segreteria.nazionale@dconline.info > * cell. 342-1876463 *
Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana
Segretario Nazionale “ad interim” del Dipartimento < Comunicazione – Marketing – Sviluppo della Democrazia Cristiana italiana
Direttore Responsabile de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana