MERCOLEDI’ 2 APRILE 2025 (ALLE ORE 18.30) RIUNIONE (IN VIDEO-CONFERENZA) DEL COMITATO DI COORDINAMENTO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA INTERNAZIONALE SULLE TEMATICHE REFERENDARIE PRESIEDUTO DALLA DOTT.SSA YENNY GONZALEZ (LIVORNO)

MERCOLEDI’ 2 APRILE 2025 (ALLE ORE 18.30) RIUNIONE (IN VIDEO-CONFERENZA) DEL COMITATO DI COORDINAMENTO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA INTERNAZIONALE SULLE TEMATICHE REFERENDARIE PRESIEDUTO DALLA DOTT.SSA YENNY GONZALEZ (LIVORNO)

< MERCOLEDI’ 2 APRILE 2025 (ALLE ORE 18.30) RIUNIONE (IN VIDEO-CONFERENZA) DEL COMITATO DI COORDINAMENTO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA INTERNAZIONALE SULLE TEMATICHE REFERENDARIE PRESIEDUTO DALLA DOTT.SSA YENNY GONZALEZ (LIVORNO) >. 

Nell’incontro previsto per mercoledì 2 aprile 2025 (in video-conferenza alle ore 18.30) del Comitato di coordinamento della Democrazia Cristiana Internazionale è prevista anche la trattazione dei temi referendari che saranno sottoposti al giudizio dell’elettorato italiano nei giorni 8 e 9 giugno 2025.

Ing. Yenny Gonzalez (Livorno)

In tale data infatti i cittadini italiani saranno chiamati a votare per i cinque Referendum che la Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibili: quattro quesiti referendari riguardano materie sul lavoro (per i quali sono state raccolte oltre 4 milioni di firme) e vi è poi il quesito referendario sulla sulla cittadinanza italiana, depositato presso la Corte di Cassazione con 637 mila firme.

Avv. Eleonora Prandi (Bergamo)

L’incontro del Comitato di coordinamento della D.C. Internazionale sarà presieduta dalla Dott.ssa Yenny Gonzalez (di Livorno).

Yenny Gonzalez è l’attuale Coordinatrice della Segreteria politica della Democrazia Cristiana Internazionale, nonchè anche Segretaria nazionale del Dipartimento < Statistiche e Monitoraggio territoriale > della D.C. italiana, oltre che attuale Responsabile del progetto < Biancofiore Donna > della D.C. .

Veniamo dunque ad una illustrazione sui cinque quesiti referendari: quattro riguardante norme sul lavoro ed uno concernente l’ottenimento della cittadinanza italiana.

REFERENDUM SU NORME DI DIRITTO DEL LAVORO 

1. Licenziamenti illegittimi

Quesito:

«Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?»

Avv. Nicola Pagano (Caserta)

Il PRIMO dei quattro referendum sul lavoro chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del “Jobs Act”.

Mioara Done (Roma)

Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo.

Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori a cui la legge impedisce il reintegro anche nel caso in cui la/il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto.

Con l’abrogazione di questa questa norma, i promotori del referendum si prefiggono di bloccare i licenziamenti privi di giusta causa o di giustificato motivo.

2. Tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese

Quesito:

«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?»

Giorgeta Arghir (Roma)

Il SECONDO dei quattro referendum sul lavoro riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese.

Avv. Piergiorgio Lo Duca (CS)

In quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo al momento una lavoratrice oppure un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora una/un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto.

Questa è una condizione che interessa le/i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700mila).

I promotori del referendum si prefiggono di innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato affinché sia la/il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite.

Contratti a termine

Quesito:

«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b bis)”; comma 1 -bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “,in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,”?»

Il TERZO dei quattro referendum sul lavoro si prefigge l’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine.

In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato.

I rapporti a termine – al momento – possono essere instaurati secondo la legislazione italiana fino a 12 mesi.

4. Sicurezza sul lavoro

Quesito:

«Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?»

Il QUARTO dei quattro referendum sul lavoro interviene in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Mioara Done e Sergio Flores (Roma Capitale)

Sono circa 500mila – ogni anno – le denunce annuali di infortunio sul lavoro in Italia.

Quasi 1000 i morti, che vuol dire che in Italia ogni giorno tre lavoratrici o lavoratori muoiono sul lavoro.

I promotori del referendum propongono di modificare le norme attuali che impediscono negli appalti – in caso di infortunio – di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.

REFERENDUM SULLA CITTADINANZA ITALIANA

5. Cittadinanza italiana

Quesito:

«Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?»

Hermelina Fabro (Roma)

Il QUINTO referendum abrogativo propone di dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992.

Celestin Kouamè e Pier Luigi Ghelarducci

In particolare si andrebbe a modificare l’articolo 9 della legge n. 91/1992 con cui si è innalzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia ai fini della concessione della cittadinanza italiana a richiedenti maggiorenni.

Il referendum sulla Cittadinanza Italiana non va a modificare gli altri requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, essere incensurati sotto il profilo penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.

Questo referendum interessa circa 2 milioni e 500mila cittadine e cittadini di origine straniera che nel nostro Paese che vivono in Italia.

 

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cura di GEORGETA ARGHIR (Roma Capitale)

< georgeta.arghir@dconline.info > * Cell. 353-3192068 *

Vice-Segretaria Organizzativa Generale della Democrazia Cristiana Internazionale

Segretaria Organizzativa provinciale della Democrazia Cristiana della provincia di Roma Capitale

Vice-Segretaria Organizzativa Generale della Democrazia Cristiana Internazionale

Componente della Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana e del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

e di ANGELO SANDRI (Cervignano del Friuli/UD)

< segreteria.nazionale@dconline.info > * cell. 342-1876463 *

Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana

Segretario Nazionale “ad interim” del Dipartimento < Comunicazione – Marketing – Sviluppo della Democrazia Cristiana italiana

Direttore Responsabile de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

 

 

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