LIBERTA’ VA CERCANDO CH’E’ SI CARA COME SA CHI PER LEI VITA RIFIUTA !

LIBERTA’ VA CERCANDO CH’E’ SI CARA COME SA CHI PER LEI VITA RIFIUTA !

Da pochi giorni, Silvio Berlusconi è ritornato candidabile! La condanna propinatagli per il reato di evasione fiscale è stata finalmente scontata, seppure in maniera “sui generis” e senza un giorno di carcere, così come sono terminate le conseguenze civili di essa, tra cui la non candidabilità politica.

Egli, di fatto, può ridarsi sin da oggi anima e corpo all’agone politico, magari procurandosi nuovamente un seggio parlamentare. Questo e gli altri reati, per i quali l’ex Cavaliere è in attesa di processo o è sotto indagine, non contano. Così ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano.

Personalmente ho molto da ridire sulla figura politica di Berlusconi che in realtà non considero l’ultimo, bensì il primo “dittatore populista” ad apparire sulla scena politica italiana, dopo la procurata scomparsa (o pressochè totale ridimensionamento) della Democrazia Cristiana.

Con l’avvento di Berlusconi al potere, infatti, è cominciata la deriva di quel concetto di sovranità popolare che a nostro avviso è il cardine di un sistema veramente democratico e che è tuttora alla base della vigente Costituzione della Repubblica italiana.

E con Berlusconi presidente del Consiglio (nell’anno 2006) è stata introdotta per la prima volta una legge elettorale, scandalosa ed anticostituzionale, che di fatto ha espropriato l’elettorato italiano da quel diritto fondamentale di poter scegliere i componenti del Parlamento italiano e non di vederli nominati dall’alto, frutto delle indicazioni dei poteri forti (partiti o potentati economico/finanziari o addirittura associazioni “culturali” di altra natura).

Per tornare ai tempi nostri, cosa succederà ora con gli altri “dittatorelli”, che infestano attualmente la scena politica italiana? Ci riferiamo, credo che l’avrete senz’altro capito, a Salvini, padre-padrone della Lega non più nord, e Di Maio, leader delegato del Movimento Cinque Stelle sud ?

Staremo a vedere, ai posteri l’ardua sentenza

Quello che ci indispone di più, tuttavia, non è la presenza accidentale di tali “capetti” di serie B sulla scena politica italiana, ma la presenza di un popolo che non anela più al progresso, alla democrazia, alla pace sociale, alla concordia, alla libertà.

Il popolo italiano è oramai quasi privo di cultura politica, di valori e ideologie.

Ciò constatato, che fare?

Se da una parte è indubbia, ed è sotto gli occhi di tutti, la trentennale opera di diseducazione imposta alle masse da media, spettacoli e pubbliche discussioni dai contenuti frivoli e/o banali, d’altro canto è altrettanto chiaro che lo Stato e la Chiesa, nello stesso periodo, hanno abdicato da una delle loro più antiche e più apprezzate funzioni: l’insegnamento!

In sostanza, per sperare di invertire la rotta, e far sì che un domani il popolo italiano ritorni ad essere più consapevole, più libero e più democratico, è necessario che Stato, Chiesa e quant’altri, tornino ad investire sull’educazione.

E’ un errore gravissimo scambiare l’ignavia educativa di giovani e meno giovani (sin qui praticata), con la concessione di una libertà. Libertà, riteniamo, è anche fornire i mezzi culturali per crescere come cittadini democratici.  Aver prodotto i “ducetti” di oggi è colpa pure dell’abbandono educativo della popolazione in toto.

Mi viene in mente il versetto di Dante Alighieri a proposito di Catone uticense: “Libertà và cercando, ch’è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta”. Quanto siamo lontani oggi da simili aneliti !