Lettera al dr. Angelo Sandri in tema di unificazione e azione comune.

Lettera al dr. Angelo Sandri in tema di unificazione e azione comune.

Caro Angelo,

mi accresce profondamente abbia trovato soddisfacente la parte relativa alla riunificazione. Vi sono momenti nei quali sentiamo che sono in gioco i valori fondamentali e questo è uno di quelli. Non posso quindi modificare: mi sembrerebbe di ingannare me stesso e la mia coscienza.

Credo, dunque, nella unificazione, nel riconoscere l’esistenza dell’ unità politica, di risolverla positivamente, che non ci si possa sottrarre al dovere di stabilire appunto che un periodo di lotte comuni, nelle quali non si disperda ma si accentui quella eredità ideale, quel grande patrimonio di valori politici e morali, che abbiamo tratto dal nostro continuo legame.

L’iniziativa del Partito dovrà dunque consistere in una spinta continua perchè la DC si impegna sempre di più nell’azione per assicurare quelle conquiste, che permettano di realizzare la stessa ragione di esistenza.

In secondo luogo, occorre operare nel Paese, perchè la coscienza dell’unità si sviluppi e si allarghi mediante il dibattito e la discussione, ma anche un insieme di fatti, i quali facciano cadere il timore che il partito da costruire divenga un semplice strumento di integrazione ne sistema e non già un’arma più incisiva per una graduale ma tenace e continua trasformazione del sistema.

Molto si discute nel mondo politico, personalmente sento il dovere di dire agli amici/e che l’operazione è tanto importante, se si vuole davvero creare un fatto politico capace di modificare profondamente i rapporti esistenti nella società italiana, che occorre prendersi tutto il tempo necessario e ritengo preferibile impiegare più tempo e fare cose bene, anzichè meno tempo. Da parte nostra non vi può essere altro che una sincera volontà politica di sostenere il processo di unificazione, secondo le direttive che abbiamo indicato e con le caratteristiche che riteniamo fondamentali.

Il modo di affrontare la concreta soluzione del problema dell’unificazione è uno solo: dare inizio a un periodo di azione comune e di comuni assunzioni di responsabilità a livello delle sezioni, delle delegazioni di regione, degli enti locali; associare a codesta azione comune tutte le forze interessate al rilancio della DC; porre alla base del rilancio un nuovo corso di Democrazia Cristiana che comporti una risposta integrale ai problemi dello Stato e della nostra società.

Noi pensiamo alla nostra battaglia per contribuire nelle forme democratiche a dare al partito la possibilità di mantenere la sua coscienza democratica

Quando l’operazione di una unificazione così concepita e realizzata delimiterebbe un’area democratica entro gli attuali confini di altri partiti.

Io dico che è un bene se questo costituisce la premessa di un nuovo tipo di organizzazione che non soffochi la libera voce dei militanti, ma che lasci invece libertà, nel quadro di una politica generale, a queste libere coscienze di esprimersi e di esprimere.

Io penso che sarebbe sbagliato  impostare questo problema ricordando il passato.

Sarebbe sbagliato, dunque, il tentare di risolvere o affrontare questo corso della politica di unificazione soltanto fondandosi sulle eredità del passato. Se ragionassimo, infatti, in questo modo, tanto varrebbe dire che il problema è chiuso.

Ribadisco, la volontà di un processo di unificazione “ad un periodo di lotte e di azione comune” affermando che “sarà l’esperienza delle cose che dimostrerà il grado a cui il problema dell’unità dei DC sarà pervenuto”. Esso si fonda su un’azione politica, su un processo delle cose e sui fatti, se questi fatti verranno avanti.

Questo cose ho voluto scriverle, per sgomberare il terreno da quella specie di nebbia che viene diffusa su di noi e che mira a rappresentare la DC, questa forza tanto viva, in una sorta di palude, al fine di eliminare tutti gli equivoci ed i dubbi sorti.

Daniele De Vito

Vice Segretario regionale DC Lazio – Dipartimento Sanità e Assistenza Sociale