A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Monteprandone / prov. Ascoli Piceno)

  fernando.ciarrocchi@dconline.info * Tel. 347-2577651

Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.

 Responsabile nazionale dell’Agenzia Stampa “Libertas”

Vice-Segretario nazionale vicario del Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing” della Democrazia Cristiana 

Vice-Direttore de “Il Popolo “ della Democrazia Cristiana

“L’ecumenico viaggio apostolico di papa Francesco in Congo e Sud Sudan.”

Alle 16,49 del 5 Febbraio 2023, con un po’ di anticipo rispetto all’orario programmato, l’areo che ha riportato il Santo Padre in Italia, è atterrato all’aeroporto d Fiumicino.

Si è concluso così il 40 esimo il viaggio apostolico di papa Francesco  che si è svolto nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sud Sudan.

E’ stata, comunque, la quinta visita apostolica che il Sommo Pontefice compie in terra africana.

La Santa Messa celebrata  nel mausoleo “Johon Garang” di Juba  celebrata alla presenza di cento mila fedeli è stato l’ultimo appuntamento di questo viaggio apostolico prima del rientro in Italia.

Il giovane Stato sub-shariano del Sud Sudan in segno di apprezzamento e profonda riconoscenza verso il Santo Padre ha deciso di dedicargli una delle vie principali della propria Capitale “Pope Francis Road”.

E’ una scelta che tramanda alla storia di questo Stato un evento storico: Sua Santità, Papa Francesco, è stato il primo Pontefice della storia  ad aver visitato questo paese.

Il Santo Padre ha saluto così la vastissima platea accorsa ad ascoltarlo:

“Vengo a voi a proclamarvi Lui, a confermarvi il Lui, perché l’annuncio di Cristo è l’annuncio di speranza. Egli infatti conosce le angosce e le attese che portate nel cuore le gioie e le fatiche che segnano la vostra vita, le tenebre che vi opprimono e la fede che, come un canto nella notte, levate al cielo”

Non potevo certo mancare un accorato appello alla pace e tanto è stato:

“Deponete le armi dell’odio e della vendetta per imbracciare la preghiera e la carità”

La folla entusiasta è stata la testimonianza tangibile di come Papa Francesco è considerato e ritenuto l’araldo della pace nel mondo che trascende appartenenze religiose, etniche, a tribù o a gruppi politici.

Questo viaggio in terra africana ha offerto al mondo intero come e quanto sia importante l’ecumenismo per una convivenza pacifica e civile rispettando le legittime diversità religiose, etniche e politiche: vuol dire cooperare tutti per la pace il bene più prezioso al mondo.

Non a caso il Santo Padre – papa Francesco – in uno dei suoi interventi ha affermato:

” Mette sulle ferite il sale del perdono: brucia ma guarisce”.

Nel richiamare il concetto della speranza Papa Francesco ha ricordato con affetto e riconoscenza la Santa più venerata del Paese, una suora: Santa Giuseppina Bakhita.

” E’ una grande donna che con la grazia di Dio ha trasformato in speranza la sofferenza patita”.

Santa Giuseppina Bakhita, che ha trascorso gran parte della sua vita in terra veneta (e particolarmente a Schio) è mancata l’8 febbraio 1947 e ci stiamo dunque avvicinando alla data del suo ricordo che la Chiesa Cattolica ha appunto fissato per l’8 febbraio di ogni anno.

Prima di morire pronunciò queste parole:

<< Me ne vado adagio adagio verso l’eternità … Me ne vado con due valigie: una contiene i miei peccati; l’altra – ben più pesante – contiene i meriti infiniti di Gesù Cristo. >>

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