L’appello di Papa Francesco: “Non rassegniamoci alla guerra, coltiviamo semi di riconciliazione !”

L’appello di Papa Francesco: “Non rassegniamoci alla guerra, coltiviamo semi di riconciliazione !”

A cura di Gabriella Fardella (Roma)

gabriella.fardella@dconline.info * Cell. 347-1861543 *

Segretario regionale Dip. per le “Relazioni con il Mondo Ecclesiale e del Volontariato” della Democrazia Cristiana della Regione Lazio

Componente della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

L’appello di Papa Francesco: “Non rassegniamoci alla guerra, coltiviamo semi di riconciliazione !”

La pace è il bene più prezioso per l’umanità: purtroppo se ne comprende l’immenso valore solo quando questo bene viene perduto.

Il valore immenso della pace: un bene che nel passato è stato piuttosto raro. La pace senz’altro il bene più grande a cui l’umanità possa aspirare, ma è stata anche tante volte negata da conflitti fra popoli e guerre civili, che hanno portato al genere umano sofferenze indicibili.

La pace è quella condizione che consente all’umanità di aspirare anche ad altri importanti valori, che hanno dato significato al lungo cammino umano, come la libertà, la giustizia, la democrazie.

E’ infatti impossibile poter godere della libertà, senza che vi sia la concordia fra gli uomini, così come, ovviamente, non può esserci alcuna forma di giustizia in presenza della violenza e della sopraffazione che ogni guerra comporta.

Allo stesso modo, la costruzione della vera democrazia si può avere solo in condizioni di pace duratura.

Scrittori, filosofi, profeti di religioni diverse, hanno sempre ammonito l’umanità a fare il possibile per non perdere il bene prezioso della pace, ma, troppo spesso l’uomo, nel passato, si è lasciato sopraffare dall’istinto ferino che la razionalità non è riuscita a controllare, dal fanatismo, dall’odio politico o religioso, dal gusto della violenza o più semplicemente dal bieco egoismo di difendere i propri interessi a danno di quelli degli altri.

Il valore della pace è assoluto, cioè non subordinato ad alcuna condizione, in quanto la perdita della pace comporta un danno sempre superiore a qualsiasi altro diritto violato o torto subito.

Ciò non significa che bisogna essere succubi di qualsiasi ricatto, ma semplicemente che non bisogna mai smarrire la via della ragione e della ricomposizione pacifica e negoziata di quei contrasti che sempre la dialettica dei rapporti sociali e internazionali fa emergere.

Il valore immenso della pace viene compreso dagli uomini quasi sempre quando questi l’hanno irrimediabilmente perduta, ma allora diventa anche più difficile vincere l’odio che la spirale ella violenza ha generato.

 

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