La rivincita dei cartelloni pubblicitari. Crescono più della tv, anche se il Bonus Pubblicità li esclude.

Si stringono i tempi per usufruire del cosiddetto Bonus Pubblicità. Ovvero il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali previsto dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La rivincita dei cartelloni pubblicitari. Crescono più della tv, anche se il Bonus Pubblicità li esclude.

Dal 22 settembre al 22 ottobre 2018 è possibile farne richiesta compilando l’apposito modulo. Ma solo dopo attenta consultazione delle Faq, modificate incessantemente fino all’ultimo a causa dei dubbi emersi fin dall’emissione dell’articolo 57-bis del Decreto Legge 24 aprile 2017, n. 50.

Secondo la norma, un’azienda, un lavoratore autonomo o un ente commerciale possono usufruire di importanti agevolazioni fiscali relativamente a investimenti pubblicitari incrementali su stampa e sulle emittenti radio-televisiveMa attenzione ai vincoli.

Agevolazioni solo per chi investe su carta, Radio e TV

Il Dipartimento dell’Editoria, infatti, si esprime chiaramente:

Il credito d’imposta è riconosciuto soltanto per gli investimenti pubblicitari incrementali effettuati sulle emittenti radiofoniche e televisive locali, analogiche o digitali, iscritte presso il Registro degli operatori di comunicazione, ovvero su giornali quotidiani e periodici, nazionali e locali, in edizione cartacea o digitale, iscritti presso il competente Tribunale, ovvero presso il menzionato Registro degli operatori di comunicazione, e dotati in ogni caso della figura del direttore responsabile.

 

Non sono pertanto ammesse al credito d’imposta le spese sostenute per altre forme di pubblicità (come ad esempio, a titolo esemplificativo e non esaustivo: grafica pubblicitaria su cartelloni fisici, volantini cartacei periodici, pubblicità su cartellonistica, pubblicità su vetture o apparecchiature, pubblicità mediante affissioni e display, pubblicità su schermi di sale cinematografiche, pubblicità tramite social o piattaforme online, banner pubblicitari su portali online ecc…)”.

La cartellonistica sta vivendo una seconda primavera

Perfetto, dunque non è possibile usufruire del credito d’imposta relativamente a campagne pubblicitarie digitali sui social network, per esempio, e neanche per campagne su cartellonistica e affissioni.

Le restrizioni accolgono il senso della legge, pensata per dare un po’ di respiro all’editoria cartacea, radiofonica e televisiva, escludendo digitale e cartellonistica.

La forma più moderna e quella più obsoleta di pubblicità, si potrebbe pensare.

E si sbaglierebbe, perché la cartellonistica sta vivendo un inaspettato rinascimento. Secondo i dati di Zenith, infatti, il tasso di crescita dal 2017 al 2018 della pubblicità cosiddetta Outdoor, quella che si trova in strada e nei luoghi pubblici, è stato secondo solo a Internet.

L’incremento dal 2017 al 2018 per il Web è stato dell’11,5%, l’outdoor ha registrato un +3,1% contro un modesto +1,8% della Televisione, il +1,2% della Radio e il -6,8% e -7,2% di, rispettivamente, Quotidiani e Riviste.

Secondo le proiezioni di Zenith, il totale degli investimenti in pubblicità Outdoor nel 2018 raggiungerà il 7%, avvicinandosi sensibilmente ai Quotidiani (9%) e avendo già lasciato alle spalle la Radio e le Riviste.

In Paesi come la Cina, inoltre, la pubblicità outdoor vale circa il 7% del totale e registra un tasso di crescita maggiore di tutti gli altri mezzi escluso Internet già da sei anni.

Perché i cartelloni piacciono?

Secondo gli analisti di mercato, la cartellonistica piace perché non è così “inflazionata”come, per esempio, la pubblicità televisiva e quella digitale. Si tratta ancora di un modo abbastanza sicuro, sebbene forse poco misurabile, per raggiungere un pubblico molto ampio con un formato grafico efficace. E, il rapporto tra copertura e investimento non è alto come per altri media classici.

Inoltre, il comparto non è stato a guardare e ha saputo evolversi, per esempio inserendo i codici QR e fornendo così uno strumento di monitoraggio. Al contrario, i dubbi sull’effettiva efficacia della pubblicità televisiva a fronte di un alto investimento, per esempio, persistono, visto che sempre più spesso la televisione la si utilizza come una radio.

Infine, la pubblicità digitale soffre di una certa saturazione che certo non aiuta: il navigatore quando può la evita e i formati disponibili spesso non sono efficaci, basti pensare alla pubblicità sugli smartphone.

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di Antonio Gentile