La Riforma dello Sport è ora legge dello Stato !

La Riforma dello Sport è ora legge dello Stato !

 

Alessandri Cappelli

A cura di Alessandro Cappelli (Ascoli Piceno) *

Vice-Segretario provinciale Vicario del Dipartimento Comunicazione della Democrazia Cristiana di Ascoli Piceno *

Fernando Ciarrocchi

Responsabile provinciale del Dipartimento “Sport – Spettacolo – Attività del tempo libero” della Democrazia Cristiana della provincia di Ascoli Piceno * 

Con la fattiva collaborazione del Dott. Fernando Ciarrocchi (Ascoli Piceno) 

La Riforma dello Sport è ora legge dello Stato!

 

Con estrema sorpresa degli addetti ai lavori il Consiglio dei Ministri  ha approvato i relativi decreti rendendo definitiva la legge ed evitando che – giunti al 28 febbraio senza queste approvazioni – la legge precedentemente approvata decadesse, costringendo a un nuovo lunghissimo iter di approvazione.

Come detto sono stati approvati tutti i 5 decreti della riforma Spadafora (o meglio dello Sport) tra cui la questione del professionismo femminile.

Una svolta storica che tra un limite e l’altro rappresenta un grande successo per lo sport e per le donne.

La legge prevede un incentivo per le società che stipulano con le atlete contratti di lavoro sportivo, e riguarda calcio, basket, pallavolo e rugby.

A tal proposito sono stati stanziati 20 milioni per i prossimi 3 anni.

Katya Serra – Ass. Italiana Calcio

Katia Serra, responsabile Settore calcio femminile AIC nonché Consigliera divisione Calcio Femminile Figc si esprime così :  “In Italia non si passa mai da 0 a 10, si segue sempre la politica dei piccoli passi perchè non siamo abituati alle rivoluzioni e abbiamo paura dei cambiamenti. Li viviamo non come una risorsa. ma come una preoccupazione . Questo è comunque un passaggio storico !

Cosa cambia in sostanza con la riforma?

“Professionismo significa tutele” – è il messaggio che invia Katia Serra -: “e le tutele sono quelle tipiche del lavoro: contributi previdenziali (al 33% per l’Inps), tutele assicurative (Inail), salario minimo per le giocatrici e la tutela per la maternità che ora è parziale”.

In altre parole si tratta delle stesse tutele con cui la legge 91 del 1981 regola gli sportivi nell’ambitto del professionismo maschile, ma con l’aggiunta della maternità nel caso delle donne.

Si è dunque raggiunta una parità di genere nei diritti e nelle tutele. Il professionismo è paritetico ad ogni livello: contributivo ed assicurativo.

E’ limitante vederlo dal punto di vista delle giocatrici, da tutele anche ad altri figure: è un modo anche per i club di patrimonializzare i propri investimenti.

La responsabile dell’Aic femminile Katia Serra si complimenta con il governo e con l’ex ministro Vincenzo Spadafora e con gli organi della Figc perché il provvfedimento poteva essere cancellato ed invece è diventato legge.

Laura Allevi (Ascoli Piceno)

In concreto il Coni è obbligato a promuovere la parità di genere a tutti i livelli e in ogni struttura favorendo l’inserimento delle donne in ruoli di gestione e di responsabilità a tutti i livelli.

Stabilisce  inoltre che tutte le discipline (nei prossimi 6 mesi dall’entrata in vigore della legge) dovranno adottare i principi delle discipline con le nuove indicazioni alle quali tutti dovranno attenersi  obbligatoriamente.

Gabriella Strizzi (Ancona)

Il Segretario nazionale del Movimento Femminile e per le Pari Opportunità Laura Allevi (Ascoli Piceno) ha espresso la viva soddisfazione di tutta la Democrazia Cristiana italiana per il raggiungimento di questo importante traguardo che era stato vivamente auspicato anche da parte di tutti i democratici cristiani.

Anche il Segretario politico nazionale Vicario della Democrazia Cristiana Prof.ssa Gabriella Strizzi (Ancona) ha voluto unirsi a quanti esprimono la propria profonda soddisfazione per questo importante risultato atteso da tempo e che corona l’intenso lavoro svolto in questa direzione per un doveroso riconoscimento della emancipazione femminile anche nello Sport ora improntato a sani principi di uguaglianza e di pari dignità.

 

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