Il Triangolo delle Bermuda: mistero o realtà ?

Per quel che ne sappiamo, 75 aerei e centinaia di navi sono misteriosamente scomparse finora nel Triangolo delle Bermuda. Ma recentemente due meteorologi hanno illustrato la loro teoria.

Il Triangolo delle Bermuda: mistero o realtà ?

Uno dei misteri più grandi al mondo, quello del Triangolo delle Bermuda, potrebbe presto essere risolto. Secondo alcuni scienziati infatti dietro alla sparizione di navi e aerei, anche dai radar, ci sarebbe un evento naturale. Nubi esagonali in grado di creare trombe d’aria terrificanti, con venti di 170 miglia all’ora potrebbero aver provocato i numerosi incidenti e le sparizioni legate al Triangolo delle Bermuda.

Per chi è invece debole in misteriologia diciamo che lì, nel corso degli anni, diverse navi ed aerei sono (o sarebbero) scomparsi senza lasciare traccia (perciò di solito si dice “misteriosamente scomparsi” e ci si riferisce a questa zona anche con i nomi di Triangolo maledetto e Triangolo del Diavolo).

La regione dell’oceano Atlantico che si trova tra l’isola britannica Bermuda, la costa statunitense di Miami e l’isola portoricana di San Juan, viene denominata Triangolo delle Bermuda.

Questa strana area dell’oceano è protagonista di diverse leggende, legate alla misteriosa sparizione di centinaia di navi e aerei, tanto da essere soprannominata anche Triangolo del Diavolo, o Triangolo maledetto.

Alcuni dei misteriosi eventi avvenuti nel Triangolo delle Bermuda

La nascita delle leggende sul Triangolo delle Bermuda si deve a storie come quella del Volo 19: nel 1945 cinque aerosiluranti statunitensi scomparvero inspiegabilmente in quell’area. Anche l’aereo di salvataggio inviato per cercarli scomparve.

Uno degli ultimi eventi misteriosi del Triangolo delle Bermuda è avvenuto nel 2015, quando El Faro, una nave mercantile con 33 persone a bordo, scomparve in quell’area. Complessivamente, per quanto ne sappiamo, 75 aerei e centinaia di navi sono misteriosamente scomparse finora nel Triangolo delle Bermuda.

Negli anni, sono state avanzate diverse teorie per spiegare le cause di tali catastrofi: forze paranormali, interferenze elettromagnetiche che rompono le bussole, maltempo, forti correnti del Golfo o grandi depositi sottomarini di metano.

La spiegazione di due meteorologi 

Una teoria affascinante è stata recentemente proposta dai due meteorologi statunitensi Steve Miller e Randy Cerveny.

Essi sostengono che la causa principale dei misteri che pervadono l’area del Triangolo delle Bermuda siano insolite nuvole esagonali che “lanciano” verso il mare bombe di aria compressa a più di 270 chilometri orari. Queste raffiche potentissime di vento affondano le navi e abbattono gli aerei.

Studiando le immagini satellitari della NASA, gli scienziati hanno concluso che queste nuvole possono avere un diametro lungo tra i 30 e i 90 chilometri.

Le onde all’interno di queste bombe d’aria possono raggiungere quasi 15 metri di altezza. Inoltre, le nuvole hanno i margini ben delineati.

“Di solito le nuvole non hanno i margini ben delineati. Il più delle volte, le nuvole sono casuali nella loro distribuzione”, ha detto Miller al programma scientifico “What on Earth”, sul canale statunitense Science Channel.

E il suo collega Cerveny ha aggiunto: “Le immagini satellitari sono davvero bizzarre. Queste nuvole di forma esagonale sull’oceano sono essenzialmente bombe ad aria. […] Sono esplosioni d’aria che scendono dalle nuvole e colpiscono l’oceano, creando onde che possono raggiungere dimensioni enormi quando iniziano a interagire l’una con l’altra”. Qualunque cosa venga catturata all’interno di una di queste bombe d’aria viene facilmente spazzata via, rovesciata, affondata, o abbattuta. Sono necessarie ulteriori osservazioni per confermare questa teoria, che potrebbe finalmente spiegare molti dei misteriosi eventi che si verificano nel Triangolo delle Bermuda.

La prima nave scomparsa nel Triangolo delle Bermude della quale ci occuperemo è il Marine Sulphur Queen che partì il 2 febbraio del 1963 da Galveston diretta a Norfolk. Il Marine Sulphur Queen doveva arrivare a Norfolk il 7 febbraio. Ma quello stesso giorno vedendo che la nave era in ritardo sull’orario di arrivo la Guardia Costiera diede l’allarme. A ben pensarci c’era qualcosa di strano in quella fretta di dare l’allarme come se già aleggiasse il presentimento di una tragedia. Probabilmente la fretta con la quale venne dato l’allarme era dovuta al fatto che dopo la trasmissione di due messaggi privati avvenuta il 4 febbraio 1963 la radio di bordo era rimasta stranamente muta.

L’8 febbraio 7 aeroplani sorvolarono la zona compresa tra Galveston e il Golfo della Florida. Ma nonostante l’impegno degli uomini impegnati in tale ricerca non venne individuata nessuna nave alla deriva, nessun relitto, nessuna macchia sospetta. Il giorno dopo furono effettuate nuove perlustrazioni questa volta più al largo ma anche questa volta non fu trovato nessun relitto e nessuna nave alla deriva.

Fino al 13 febbraio vennero effettuati numerosi voli di ricerca su una superficie di 500.000 chilometri quadrati. Inoltre la zona venne ispezionata da alcune motovedette e vennero interrogati i capitani di numerose navi che avevano seguito presumibilmente la stessa rotta della nave scomparsa . Nonostante tutto non emerse nessun indizio.

Questa sparizione di una grande nave avvenuta così vicino alla costa in un’area relativamente ristretta e senza nessuna segnalazione di pericolo proveniente dalla nave rappresenta un vero e proprio mistero. Secondo gli esperti che condussero le ricerche sembrava che la nave fosse sparita nel nulla. La cosa più sorprendente è che questa sparizione inspiegabile era avvenuta in un tratto di mare vicino alla costa e intensamente trafficato.

La commissione di inchiesta della Sorveglianza Costiera pubblicò un rapporto molto dettagliato sulla sparizione della nave. In tale rapporto si giunse alla conclusione che la sparizione della nave era inspiegabile anche perché le condizioni del mare non erano tali da creare pericoli per la nave.

Prenderemo ora in considerazione la scomparsa nel Triangolo delle Bermude del Cyclops, una grande nave utilizzata per rifornire le forze americane di stanza nell’Atlantico meridionale. La sparizione di tale nave avvenne il 4 marzo del 1918. La nave partì da Bahia il 21 febbraio del 1918 diretta verso gli Stati Uniti ma non arrivò mai a destinazione. L’ultima segnalazione riguardante tale nave risale al 4 marzo, giorno in cui il Cyclops si fermò nel porto di La Barbade ma questa fu l’ultima volta che qualcuno vide la nave perché essa non giunse mai a Norfolk. Secondo la Commissione di inchiesta che condusse l’indagine sulla sparizione di tale nave si tratta di una scomparsa totale, perfetta, inspiegabile: niente SOS, niente relitti, niente scialuppe di salvataggio, nessun indizio per capire che cosa poteva essere accaduto a tale nave. La USS Cyclops, una delle quattro navi carboniere della classe Proteus costruite per la marina militare degli Stati Uniti durante la prima guerra mondiale.La nave scomparve al largo dell’oceano Atlantico causando la più grande perdita di vite senza combattimento nella storia della Marina degli Stati Uniti. Aveva un equipaggio composto da 309 persone.

La Sorveglianza Costiera emise un bollettino molto significativo nel quale la sparizione del Cyclops venne addirittura definita uno dei più stupefacenti misteri degli annali della Marina.

Ma i misteri del Triangolo delle Bermude non finiscono qui anzi la sparizione del Cyclops è meno misteriosa del caso che ora prenderemo in considerazione.

Nel 1881 la nave americana Ellen Austin avvistò un veliero che andava alla deriva. Il capitano della Ellen Austin ordinò di avvicinarsi alla nave che andava alla deriva ma grandissima fu la sorpresa di tutti quando si vide che la nave era deserta, priva di equipaggio. Come prima ipotesi si pensò che l’equipaggio fosse stato portato via dalle onde ragion per cui il capitano della nave Ellen Austin fece salire sul veliero alcuni uomini cosicché le due navi fecero rotta di conserva.

La notte seguente comparve all’improvviso una nebbia e quando questa sparì l’Ellen Austin si trovò solo in mare. Due giorni dopo il misterioso veliero apparve di nuovo e cosa strana sembrava ancora una volta non riuscire a tenere la rotta anche se questa volta le vele erano spiegate. L’Ellen Austin abbordò il veliero e vennero chiamati gli uomini che dall’Ellen Austin erano stati trasferiti sul veliero. Ma incredibilmente non vi fu nessuna risposta perché anche il nuovo equipaggio era scomparso misteriosamente.

Il capitano dell’Ellen Austin chiese di nuovo dei volontari disposti a trasferirsi su quel veliero che sembrava stregato. Questa volta non fu facile trovare dei volontari essendo tutti gli uomini terrorizzati dalla sparizione del precedente equipaggio. Tuttavia alla fine il capitano riuscì a trovare altri volontari anche se dovette loro dare una considerevole somma di denaro per convincerli ad imbarcarsi sul veliero. Trovati i volontari le due imbarcazioni ripresero la navigazione una vicina all’altra.

Ma non per molto perché presto si ripresentò la stessa scena da incubo. Durante la notte comparve ancora una volta la sinistra nebbia che fece venire i brividi all’equipaggio dell’Ellen Austin. La mattina dopo la nave era di nuovo scomparsa ma dopo un giorno essa ricomparve dal nulla all’improvviso anche questa volta priva di equipaggio. Allora il capitano dell’Ellen Austin si arrese e non mandò più nessun uomo sul veliero misterioso convinto che un’oscura maledizione lo aveva colpito.

Ma nel Triangolo delle Bermude non sono scomparse solo navi ma è scomparso anche un certo numero di aerei. Il primo caso di sparizione di aerei che prenderemo in considerazione avvenne il 5 dicembre del 1945 e riguardò 5 Avenger aerei militari. Tali Avenger decollarono dalla base di Fort in Florida per una normale esercitazione ma non fecero mai più ritorno alla base. Volendo sintetizzare ciò che accadde, dobbiamo mettere in evidenza per prima cosa che un’ora e mezzo dopo la partenza della squadriglia la base di partenza captò un messaggio proveniente dagli Avenger a dir poco sconcertante: i piloti dagli Avenger comunicarono alla base che non vedevano più la terra e che quindi si erano persi.

Questo messaggio è assolutamente inspiegabile poiché da un lato gli aerei erano ancora abbastanza vicini alla base per cui dovevano vederla per forza di cose, dall’altra il cielo era sereno e quindi la visibilità era ottimale. Il controllore di volo consigliò al capo squadriglia di far rotta verso ovest ma la risposta che gli giunse dal capo squadriglia degli Avenger fu assolutamente incomprensibile. Egli infatti rispose che non era sicuro di nessuna rotta ed inoltre affermò che il colore dell’oceano era diverso da quello solito.

Dopo tale frase incomprensibile gli uomini della base cominciarono fortemente a preoccuparsi anzi per meglio dire furono presi da un vero e proprio panico di fronte a questo avvenimento incomprensibile. Sembrava quasi che gli Avenger fossero finiti in un’altra dimensione nella quale il colore del mare era diverso da quello riscontrabile nella nostra dimensione. Passarono lunghi minuti pieni di angoscia.

Dopo una mezz’ora il controllore di volo ebbe un vero e proprio sobbalzò in quanto captò un nuovo messaggio non meno inspiegabile. Infatti il capo squadriglia degli Avenger comunicò al controllore che non conosceva la posizione nella quale si trovavano gli Avenger e concluse il suo messaggio con queste parole enigmatiche: sembra che siamo…. . Dopo tali parole incomprensibili il controllore di volo perse il contatto con gli Avenger i quali sparirono per sempre nel nulla.

Prenderemo ora in considerazione la sparizione di un altro aereo avvenuta poche ore dopo quella degli Avenger.

Dieci minuti dopo questo incredibile messaggio il comandante della base diede ordine ad un idrovolante Mariner di decollare al più presto dirigendosi sull’ultima posizione fornita dal capo squadriglia degli Avenger. Il Mariner raggiunse tale posizione in un’ora. Il Mariner inviò regolarmente dei messaggi molto dettagliati anche perché i membri dell’equipaggio erano esperti in questo genere di ricerche. Il comandante restò in attesa di nuovi messaggi da parte del Mariner che tuttavia non arrivarono. Il comandante della base pensò che questo fosse un buon segno interpretando la mancanza di messaggi con il fatto che gli uomini del Mariner fossero impegnati nel salvataggio dei piloti degli Avenger superstiti.

 

Tuttavia con il passare delle ore il comandante cominciò a preoccuparsi e cercò di mettersi in contatto con il Mariner ma l’idrovolante non rispose. Anche il Mariner era scomparso come gli Avenger. Immediatamente partirono degli aerei e delle navi per cercare di ritrovare il Mariner scomparso ivi compresa una portaerei ma nonostante tutti gli sforzi si dovette giungere alla conclusione che anche il Mariner era scomparso nel nulla come gli Avenger. Questi non sono gli unici aerei scomparsi nel Triangolo delle Bermude: nel periodo compreso tra il 1950 e il 1995 scomparvero altri 20 aerei.

Dopo aver descritto questi casi di sparizioni di aerei e navi nel Triangolo delle Bermude esporremo le ipotesi che sono state formulate per spiegare il mistero del Tringolo delle Bermude.

In estrema sintesi possiamo dire che le spiegazioni fornite sono state 3: l’ipotesi atlantidea, la presenza nel Triangolo delle Bermude di finestre extradimensionali oppure di finestre polidimensionalie l’ipotesi che spiega il mistero del Triangolo delle Bermude chiamando in causa gli UFO, ma qui dovremmo scrivere un altro articolo, per ora la spiegazione più accreditata e credibile per l’opinione pubblica va alla teoria affascinante  che è stata recentemente proposta dai due meteorologi statunitensi Steve Miller e Randy Cerveny.

di Antonio Gentile