IL SEGRETO DEL “GIGLIO”

IL SEGRETO DEL “GIGLIO”

Sembra che all’isola del Giglio nessuno si sia ammalato di Coronavirus, anche se alcuni casi ci sono stati ma tutti di persone che venivano da fuori. Lo strano fenomeno è stato studiato da un gruppo di ricercatori, sotto il coordinamento della Dott.ssa Paola Cornelia Muti dell’Università di Milano, che alla richiesta del motivo di questa particolarità spiega”all’inizio non capivamo come interpretare quest’apparente resistenza alla pandemia, eravamo all’oscuro se la popolazione era già stata esposta al virus e di conseguenza se avesse già sviluppato delle proprie difese immunitarie”.

Così – prosegue la Dott.ssa Muti -”abbiamo fatto uno screening di massa e da qui abbiamo capito che, l’assenza evidente di casi Covid-19, è data quasi sicuramente non da un fenomeno di siero-protezione, ma da altri fattori come il ridotto tasso d’inquinamento atmosferico e le particolari condizioni geoclimatiche e micro-ambientali, che probabilmente riducono la carica virale del Sars-coV-2 in fase aerea o limitano l’infettività ad avvenuta esposizione. Ovviamente non escludiamo nemmeno l’ipotesi della genetica stessa della popolazione gigliese”.


La screening ha coinvolto oltre 700 persone presenti sull’isola, al momento dello studio sul totale della popolazione presente (784), 634 persone (85%) hanno partecipato al test, evidenziando un solo caso positivo, privo di sintomatologia.

“Questo studio – dice il governatore della Toscana Enrico Rossi – potrà aiutarci a capire meglio le dinamiche e le caratteristiche epidemiologiche, cliniche e biologiche determinate dall’infezione Covid-19. Per questo motivo abbiamo accettato la richiesta dell’Università di Milano di inviarci 1500 Kit di test sierologici. Si tratta di un primo importante contributo alla ricerca e per questo debbo ringraziare tutta la comunità gigliese per la collaborazione, compreso il sindaco e tutta l’amministrazione comunale che hanno informato i cittadini e sostenuto l’iniziativa e della Asl sud-est, che ha assistito lo studio con specifici dispositivi di protezione individuale. La Toscana è tra le regioni più attive nella promozione di screening sierologico nel settore sanitario, sociosanitario e delle filiere essenziali più esposte al pubblico, con il coinvolgimento di circa 400 mila persone.