Il Santo Padre in Ungheria “Un avvenire pieno di culle non di tombe”.

Il Santo Padre in Ungheria “Un avvenire pieno di culle non di tombe”.

A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Monteprandone / prov. Ascoli Piceno)

 fernando.ciarrocchi@dconline.info * Tel. 347-2577651

Vice-Segretario nazionale vicario del Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing” della Democrazia Cristiana 

Vice-Direttore de “Il Popolo “ della Democrazia Cristiana

Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.

 Il Santo Padre in Ungheria “Un avvenire pieno di culle non di tombe”.

Il recente viaggio apostolico in Ungheria di Sua Santità, Papa Francesco, è stato un vero successo sotto tutti profili ma soprattutto diplomatico: Sua Santità anche in questa circostanza non ha smesso mai di adoperarsi per la pace nel mondo e il fuori programma dal protocollo diplomatico ne è l’ulteriore conferma: il faccia a faccia con il metropolita ortodosso Hilarion con cui ha scambiato alcune considerazioni sul tremendo conflitto in Ucraina per lanciare un importante apertura  diplomatica alla Russia.

Tra i numerosi impegni assolti durante la visita apostolica ungherese il Santo Padre ha anche incontrato in privato i membri della Compagnia di Gesù nella Nunziatura Apostolicaiano una famiglia in cui si custodiscono la crescita e la singolarità di ciascuno”.

Durante i giorni del viaggio apostolico in Ungheria il Papa ha proposto all’attenzione delle migliaia di persone che ha incontrato tematiche di scottante attualità che minano alla radice l’esistenza umana.

Non ha usato mezzi termini contro la cultura gender, parlando di aborto come “tragica sconfitta”, riferendosi anche all’utero in affitto e gli embrioni in provetta.

Nel suo intervento alle autorità e alla società civile ungheresi, Il Santo Padre ha additato “la via nefasta delle ‘colonizzazioni ideologiche’, che eliminano le differenze come nella cultura gender che elimina le differenze o antepone alla realtà della vita concetti riduttivi di libertà, ad esempio vantando come conquista un insensato diritto all’aborto, che è sempre una tragica sconfitta”.

“Che bello invece – aggiunge – costruire un’Europa centrata sulla persona e sui popoli, dove vi siano politiche effettive per la natalità e la famiglia quale fulcro imprescindibile del futuro “.

In linea con i concetti espressi durante i tre giorni di permanenza in terra ungherese, nell’ultimo giorno a Budapest al Regina Coeli ha pronunciato le seguenti e toccanti parole rivolte a tutto il mondo e ai governanti che hanno enormi responsabilità:

“Ci rivolgiamo ora alla Madonna. A Lei, Magna Domina Hungarorum, che invocate come Regina e Patrona, affido tutti gli ungheresi.

E da questa grande città e da questo nobile Paese vorrei riporre nel suo cuore la fede e il futuro dell’intero Continente europeo, a cui ho pensato in questi giorni, e in modo particolare la causa della pace.

Santa Vergine, guarda ai popoli che più soffrono. Guarda soprattutto al vicino martoriato popolo ucraino e al popolo russo, a te consacrati.

Tu sei la Regina della pace, infondi nei cuori degli uomini e dei responsabili delle Nazioni il desiderio di costruire la pace, di dare alle giovani generazioni un futuro di speranza, non di guerra; un avvenire pieno di culle non di tombe; un mondo di fratelli non di muri”.

Esplicito il riferimento al tragico “inferno demografico” che minaccia il continente Europa.