Il pensiero dell’On. Zef Bushati (Alleanza Democratica) in vista delle elezioni locali in Albania che si svolgeranno domenica 30 giugno 2019

Il pensiero dell’On. Zef Bushati (Alleanza Democratica) in vista delle elezioni locali in Albania che si svolgeranno domenica 30 giugno 2019

A cura di ANGELO SANDRI (Udine) * segreteria.nazionale@dconline.info * 342-9581946 

Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana 

< Il pensiero dell’On. Zef Bushati (Alleanza Democratica) in vista delle elezioni locali in Albania che si svolgeranno domenica 30 giugno 2019 >

Il passaggio elettorale che l’Albania si prepara a compiere domenica 30 giugno 2019 è molto delicato per il futuro democratico dell’Albania.

ON. ZEF BUSHATI

Si fa interprete di questo concetto l’On. ZEF BUSHATI (Tirana), uno dei fondatori e Presidente del Partito “democristiano” in Albania, tuttora Presidente di < ALLEANZA DEMOCRATICA > e dal marzo 2019 Vice-Presidente della Democrazia Cristiana Internazionale.

<< Durante il pesante e contestato regime comunista, lo Stato albanese era la Repubblica Popolare socialista, così come approvata dalla Costituzione. Un sistema si parlamentare, con i seggi parlamentari in rappresentanza dei cittadini su tutto il territorio dell’Albania per arrivare alla formazione dell’Assemblea popolare. Un sistema però in cui il parlamentare “veniva votato, ma non eletto” ! Stiamo parlando di un sistema elettorale in cui le leggi erano asservite al potere dominante !

Il leader comunista di allora, Enver Hoxha per la cronaca, ha potuto colpire (e colpiva) gli avversari politici in nome della legge. Ma erano  le leggi del partito comunista di Enver Hoxha.

Il popolo ed i cittadini albanesi si sono ribellati contro il sistema comunista allora vigente ed hanno chiesto (ed ottenuto) un sistema democratico multi-Partito. Si è venuto a creare un sistema giuridico, in cui le leggi vengono approvate in Parlamento e che prevedono il voto anche da parte dell’opposizione, libera di esercitare la sua fondamentale funzione di controllo e di verifica della legalità.

Una immagine di Tirana (capitale dell’Albania)

Un Parlamento dunque in cui l’opposizione ha il suo ruolo ed “in primis” quello di non permettere alla maggioranza di violare la legge o meglio i principi fondamentali di un sistema cosiddetto “di diritto”.

Manifestazioni di protesta in Albania

La coalizione di Governo SP & PD in Albania, nel corso dei 29 anni, ha sempre avuto la tendenza a tenere sotto controllo tutti i poteri ed ha dimostrato una notevole arroganza nel suo esercitare il potere, superato spesso i confini contrassegnati dalla legge e dando spazio a segmenti contrassegnati anche da fenomeni di corruzione.

L’ opposizione ha sempre esercitato il suo diritto di protesta e di contrapposizione, cercando di difendere i principi di legalità e giustizia.  Ora l’opposizione dalla tutela della “legge sic et simpliciter” è tornata a difendere con forza lo Stato di diritto.

Il simbolo della Democrazia Cristiana

Questa decisione ha aperto la pagina, piuttosto preoccupante, di una gravissima crisi politica !

Il leader del P.D, albanese Lulzim Basha ha abbandonato il Parlamento in violazione della Costituzione, insieme allo storico leader del Partito Democratico, scegliendo – in aperta contestazione – la strada di non prendere più parte ai lavori del Parlamento.

La seconda grave violazione della Costituzione è stata la decisione di non partecipare alle elezioni locali convocate per il prossimo 30 giugno 2019.

Questi errori hanno “aiutato” il Partito Socialista a colpire il Pd in nome della legge e ad essere in un certo qual modo protetto dalla legge.

Il Partito socialista nella sua azione di Governo ha indubbiamente collezionato tutta una serie di problematiche molto ingombranti. Citiamo a titolo di esempio la lotta alla corruzione, al contrabbando, alla criminalità; il declino del livello economico; la riforma della giustizia e della legge elettorale.

Tutta una serie di problemi che la decisione di abbandonare il Parlamento da parte dell’opposizione è stata più che altro un “salvataggio” o perlomeno è stata assunta come tale.

Da qui la necessità di riprendere le fila di un ragionamento in quanto senza confronto dialettico e dialogo politico la situazione non può altro che peggiorare

Alleanza Democratica si propone quindi di favorire condizioni per un confronto civile che mira alla soluzione dei problemi con spirito democratico e costruttivo.

Una necessità che esiste da sempre ma in special modo ora che si affaccia la concreta possibilità di aderire all’Europa sulla cui prospettiva – perlomeno sembra – tutti gli albanesi dovrebbero essere d’accordo !>>

A cura di ANGELO SANDRI (Udine) * segreteria.nazionale@dconline.info * 342-9581946 

Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana