IL MONDO VERSO LA GUERRA NUCLEARE

IL MONDO VERSO LA GUERRA NUCLEARE

 

Negli ultimi giorni, è cresciuta la preoccupazione di analisti e opinionisti che Vladimir Putin possa usare armi nucleari “tattiche” nella sua guerra contro l’Ucraina.

Il rischio nucleare è stato amplificato dal presidente americano Joe Biden, che in un discorso del 6 ottobre ha descritto l’attuale situazione di stallo in Ucraina, con Putin che minaccia di usare tutti i mezzi a sua disposizione per difendere la Russia e il territorio che ha conquistato, come il momento nucleare più pericoloso dalla crisi dei missili di Cuba, avvenuta 60 anni fa, proprio in questo mese.

 

In realtà le armi nucleari sono state al centro dell’invasione russa dell’Ucraina fin dall’inizio, essendo la Russia la maggiore potenza nucleare mondiale e per il coinvolgimento dei paesi nucleari occidentali e della NATO.

Nelle prime dieci settimane della campagna militare, Mosca ha emesso circa 20 segnali nucleari: Putin già il 24 febbraio fece riferimento a “conseguenze mai viste nella storia” per chi avesse inteso “interferire” e, nell’apparizione televisiva del 27 febbraio, dispose l’innalzamento del livello di allerta dell’arsenale russo; le forze russe hanno condotto esercitazioni di sottomarini con armamento nucleare e disperso in Siberia lanciatori mobili di missili nucleari; inoltre stanno impiegando contro l’Ucraina missili abilitati anche per testate nucleari.

Infine occorre anche considerare la presenza sul territorio di centrali e depositi di scorie nucleari, da subito coinvolti nel conflitto.


Armi nucleari “tattiche”
Il continuo riferimento ad armi nucleari tattiche suggerisce l’idea che esista una differenza sostanziale rispetto a quelle “strategiche”: in realtà si tratta di ordigni basati sugli stessi principi fisici, in grado di produrre disastrosi effetti a seconda della loro potenza, modalità d’impiego e delle condizioni ambientali: una “palla di fuoco”, onde d’urto distruttive, un impulso elettromagnetico e radiazioni nucleari che causerebbero danni a lungo termine alla salute dei sopravvissuti; la ricaduta (fallout) radioattiva contaminerebbe l’aria, il suolo, l’acqua e le scorte alimentari potenzialmente di vaste zone.

Scritto da Franco Capanna