IL CARDINALE RAVASI RICORDA IL MAESTRO MORRICONE

<p>IL CARDINALE RAVASI RICORDA IL MAESTRO MORRICONE</p>

di Danilo Bazzucchi

Appena una settimana fa moriva il Maestro Ennio Morricone, musicista compositore e autore delle più belle colonne sonore del cinema italiano e mondiale. Il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, lo aveva frequentato negli ultimi anni e lo ricorda così.

“La prima volta che ho conosciuto, indirettamente, il Maestro Morricone è stato grazie alla sua musica, ascoltando le meravigliose colonne sonore, da Un Pugno di dollari a C’era una volta il West continuando con Mission, Nuovo cinema paradiso etc. La prima volta che l’ascoltai dal vivo invece fu nel 2007, a Milano per un evento caritatevole per l’Associazione don Giuseppe Zilli, quando diresse la Filarmonica della Scala. Da lì ci siamo incontrati e sentiti più volte”.

“Lo incontrai la prima volta nel novembre 2010, l’avevo invitato all’assemblea plenaria del Dicastero dove vescovi ed intellettuali di tutto il mondo si confrontano. Io ero il moderatore del dibattito e il Maestro dialogava con Roland Joffè, il regista di Mission, sul tema della cultura della comunicazione dei nuovi linguaggi. Tenne un intervento sulle due strade da lui seguite e che appartengono all’ascolto e alla visione. Aveva la capacità unica di creare una musica che faceva intuire l’immagine, pensiamo a Mission: il suo motivo musicale è inesorabilmente necessario a quella figura di missionario”.

“Aveva una forte religiosità popolare ma con alcuni interrogativi, lui dichiarava di essere cattolico senza esitazione. Aveva una fede molto profonda e convinta, anche con qualche domanda ingenua. Ultimamente mi consultava soprattutto sull’altra vita. L’ultima volta che l’ho incontrato è stato il 15 aprile dell’anno scorso quando gli consegnai la medaglia d’oro del Pontificato. Mi chiese che gli fosse consegnata in chiesa, a Sant’Agnese in Agone, durante l’esecuzione della Passione secondo Giovanni Bach, era molto emozionato e in quell’occasione mi disse: “Speriamo che non mi facciano grandi festeggiamenti per la mia morte”, ed infatti i funerali sono stati fatti in forma privata”.

“Morricone era un uomo estremamente semplice, anche nel parlare era essenziale, ma cercava il meglio, aveva forte il senso della bellezza. L’ultimo ricordo che ho è la felicità e la commozione per aver ricevuto la medaglia d’oro di cui parlavo prima. Accanto a lui, sempre presente la moglie Maria, una persona delicatissima a cui Ennio era molto legato e grato perché era il suo punto di riferimento. Diceva spesso:” l’unica persona che mi giudica in maniera corretta e di cui mi fido più dei critici è mia moglie, perché rappresenta il pubblico”. A Maria faceva ascoltare le sue opere prima di tutti e lei giudicava anche con severità. E’ stata l’unico amore della sua vita e si vedeva quanto era delicata la tenerezza che li univa”.