IMPREVISTI E MASCHERE.

IMPREVISTI E MASCHERE.

A cura di Franco Capanna (Teramo)

Sindacalista * Giornalista * Scrittore

Editorialista de < IL POPOLO > della DEMOCRAZIA CRISTIANA

< IMPREVISTI E MASCHERE >

 

Care lettrici e lettori torno per una esperienza particolare sto vivendo e mi ha lasciato dubbi e amarezze.
 Mi mancava questa esperienza che desolante.
*
Avvolte accadono imprevisti che comuni a tutti e ti ritrovi in difficoltà.
Giorni addietro fui vittima di una banale caduta e impedimento nel camminare e i medici mi hanno dato fiale antidolorifiche e occorre un po’ di tempo per camminare dal momento la gamba sinistra zoppica ma in casa mi muovo con la carrozzina.
Piove sul bagnato e ti ritrovi in certa difficoltà ovvero : paga la autovettura guasta in Peugeot,luce ,gas da record e per alcuni cavilli burocratici il deposito fermo in poste ritarda nell’essere concesso.
 Non rimane che chiedere aiuto a alcuni di fiducia e a coloro ho fatto del bene nel corso della mia vita.
Sembra tutto facile eppure non è così!
Contatti le persone che ti sembrano vicine e trovi l’aiuto sperato : la compagna vive lontano, il sacerdote amico,la suora hai fatto del bene e qualcun altro come un negozio che ti invita a fare quanta spesa ti occorre.
Ma una lunga fila di persone che pur benestanti ti voltano le spalle senza pietà e non si curano di pietà alcuna ne di minima risposta.
Ora chi scrive ,pur in difficoltà ha avuto modo di fare lo stesso ,come sempre, opera di carità ai deboli e non è il caso spiegare qui.
Davvero si è soli destinatari di questo tipo di esposizione e non auguro a nessuno alcun bisogno di nulla perché i buoni samaritani sono rari  e non fidarsi di nessuno ma vivere saggiamente e prudenza massima perché il prossimo è egoista e pronto a sbranare il povero incolpevole.
Io non temo e vivo dignitoso e non manco pregare ogni giorno e ogni volta a tavola benedico il mio mangiare e dico a Gesù ” fa Signore che tutti l’abbiano”.
Lo stesso direttivo della banca ,pur con cavilli burocratici mi ha dato un anticipo salvifico.
Il povero non ha niente grava su tutti noi e particolarmente su i benestanti come la parabola del vecchio Epulone che in vita dava ossa da buttare al povero fuori la porta e precipitato poi all’inferno con rimorsi inutili perché da lì non si esce mai più.
IL MALE VIENE SPESSO COMMESSO SENZA SFORZO ALCUNO, MENTRE PER FARE DEL BENE OCCORRONO CUORE, ARTE, FATICA.

Il male si diffonde a macchia d’olio, mentre il bene, spesso, apparentemente, non viene neppure notato.

Proprio per questi motivi la cattiveria gratuita è un problema che ognuno di noi ha affrontato almeno una volta nella vita: le vibrazioni negative che ci arrivano quasi sempre da persone rabbiose e frustrate con cui abbiamo a che fare ogni giorno ci rimangono addosso e ci contagiano come un virus, rendendoci a nostra volta stressati e negativi. Queste persone sono spesso accondiscendenti, ma piene di invidia e livore nei confronti del prossimo.

Difficilmente chi ti contraddice o ti fa notare cose di te stesso che magari non ti piacciono tramerà contro di te: chi ha il coraggio di sostenere e condividere con te il proprio punto di vista, magari muovendoti delle critiche costruttive, è solitamente una persona franca e leale, che magari non la pensa come te, ma che merita rispetto per la sua onestà intellettuale.

Le persone positive, quelle che lo sono davvero, non che lo fanno soltanto credere, non hanno bisogno di attingere alla cattiveria e a mezzi subdoli per ottenere quello che vogliono.
Per questo riconoscere la cattiveria nelle persone e saperla distinguere dalla critica costruttiva è un passo importante per neutralizzarla.
Se stai affrontando un percorso di meditazione senz’altro stai facendo emergere la parte più profonda di te, stai imparando ad ascoltare i segnali che ti manda il tuo istinto. Ed è proprio a questo che ti devi affidare per captare immediatamente i comportamenti e l’attitudine di qualcuno.

Faccio un esempio che può chiarire meglio il concetto: ti viene presentata per la prima volta una persona e i tuoi occhi si soffermano sul suo aspetto, le tue orecchie ascoltano la voce, le parole che vengono dette, il nome e quant’altro, ma se presti attenzione noterai che qualcosa in te immediatamente ti fa “sentire” se chi hai davanti ti piace o meno. É una sensazione che si ha solo nei primissimi istanti, puramente istintiva, poi si viene distolti dal cervello, dalla logica, dal ragionamento, dai racconti, ma è di fondamentale importanza imparare a catturare quest’allerta e a farne tesoro.
Il tuo istinto è la parte più primordiale di te, quella che non sai più riconoscere e che è soffocata dai dictat sociali, ma ti avvisa sempre dei pericoli, che tu lo voglia o meno. A volte lo ascoltiamo inconsciamente e facciamo qualcosa che non avevamo razionalmente previsto di fare, ma il più delle volte annulliamo ciò che ci viene spontaneo per il senso del dovere che ci impone un’altra soluzione.

E ancora una volta attingo da episodi vissuti in prima persona per farti capire meglio di cosa parlo.
Anni fa iniziai un nuovo lavoro a me abbastanza sconosciuto, al quale mi approccia con la dovuta umiltà di una neofita.
Mi vennero presentate varie persone, e nel momento in cui strinsi la mano a “quella” collega sentii il gelo della cattiveria che si propagava dalla sua figura, e spontaneamente mi dissi in cuor mio “guardati da lei”. Passarono circa sei mesi, e contrariamente a quella prima impressione questa persona mi trattava sempre con gentilezza e rispetto, per cui mi rilassai e pensai di essermi sbagliata. Eppure l’istinto non mente mai: in un momento in cui io ero particolarmente fragile lei sfoderò in un colpo solo la sua cattiveria gratuita per nuocermi agli occhi dei miei responsabili in maniera drastica e definitiva. A salvarmi furono solo la mia sincerità e la mia limpidezza.

Con questo non voglio dirti che le persone vanno etichettate o catalogate al primo incontro, e nemmeno voglio indurti a pensare che nessuno possa cambiare con il passare del tempo, ma tieni presente che se qualcosa in una persona non ti convince (e magari non ti sai neppure spiegare di cosa si tratta) è un segnale da non ignorare. Dai retta alle tue sensazioni e non soffocarle sotto il peso della razionalità. Sii sempre gentile e disponibile, ma stando all’erta e attento ai campanelli d’allarme, senza esporre la tua parte più debole. Disponibile ma ricettivo.

Autore Franco Capanna.

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Franco Capanna
1 anno fa

Prego non inviare né chiamare me x commenti ma in questa sede.
Grazie mille.