Francis Ford Coppola compie 80 anni e fa uno, anzi due regali a tutti noi.

Francis Ford Coppola compie 80 anni e fa uno, anzi due regali a tutti noi.

Il 7 aprile uno dei più grandi registi della storia del cinema, Francis Ford Coppolacompie 80 anni. Un’età importante, che lo vede ancora in forma e pronto a tornare sul campo di battaglia. Ma alzi la mano tra i nostri lettori chi ha visto Twixt, il suo ultimo film uscito al cinema nel 2011. Probabilmente ancora meno di quelli che hanno visto i precedenti Un’altra giovinezza e Segreti di famiglia, come lui stesso ironizzava amaramente due anni fa incontrando gli studenti a Bologna. Fa indubbiamente tristezza che un autore come lui (e non è il solo), uscito volontariamente o meno dalla logica dei grossi Studios, non riesca più a far vedere i suoi film a un pubblico numericamente vasto.

Ma tutto questo presto cambierà per fortuna, visto che proprio alla vigilia del suo compleanno Coppola ha annunciato ufficialmente la prossima realizzazione di Megalopolis, un film di fantascienza di grandi dimensioni, con un cast numeroso e importante, che ha concepito più di 30 anni fa e in cui confluiranno tutte le sue esperienze di filmmaker: una specie di summa delle sue ossessioni e di lascito per tutti quelli che hanno amato il suo cinema, da sempre sperimentale. Già l’idea di un film su un architetto che ricostruisce New York devastata da una catastrofe ci fa pensare a una storia perfetta per lui, quasi metacinematografica, perché come altri prima di lui anche Coppola ha creato grandi epopee di successo per poi ripartire da zero, come un debuttante, dopo una serie di opere considerate minori.

Noi abbiamo sempre amato questo autore sanguigno e intelligente, che, a ben vedere, fin dall’inizio ha fatto film sperimentali, giocando sempre secondo le proprie regole e non seguendo quelle dell’industria. Non è un caso che – come l’altro grande regista quasi più italiano che americano, Martin Scorsese – abbia iniziato la sua carriera alla factory di Roger Corman, dove i futuri registi avevano la possibilità di realizzare B-movies con pochi soldi ma molte idee e con la necessità di osare soluzioni azzardate e alternative, per ovviare alle carenze del budget. Dopo la sua collaborazione non accreditata a La vergine di cera, nasce così nel 1963 l’horror Terrore alla tredicesima ora (Dementia 13). Alla scuola sul campo di Corman, Coppola unisce anche studi di cinema più regolari e il primo vero film che ne nasce è la commedia del 1966 Buttati Bernardo! (You’re a Big Boy Now), che nonostante il titolo bizzarro è tratto da un romanzo e con cui si diploma alla UCLA School of Film Theater and Television l’anno successivo. Da allora in poi Coppola alternerà i due approcci, quello da battaglia e quello accademico, nei suoi lavori e a volte le due componenti si uniranno nel modo migliore in uno stesso film.

L’uomo che a casa ha 6 Oscar, un Leone d’oro alla carriera, 6 Golden Globe, 3 David di Donatello, due Palme d’oro e un BAFTA è quello che ci ha dato il cinema larger than life della trilogia del Padrino, di Apocalypse Now e del Dracula di Bram Stoker, ma è lo stesso che ha firmato film più intimisti come Non torno a casa stasera, politici come La conversazione, decisamente sperimentali dal punto di vista visivo e musicale come Un sogno lungo un giorno(un film così avanti che andrebbe studiato in tutte le scuole di cinema) e Rusty il selvaggio e affreschi d’epoca struggenti e precisi come Cotton ClubTucker e Peggy Sue si è sposataNella filmografia di un gigante del cinema come lui forse non esistono opere minori, ma sono tutti tasselli essenziali che vanno a comporre un grande puzzle artistico, di cui solo alla fine coglieremo intero il senso.

Per i suoi 80 anni noi gli facciamo i nostri più cari e affettuosi auguri ma è lui che sta per farci due regali meravigliosi, per cui possiamo solo essergli ulteriormente riconoscenti. Non solo Megalopolis, ma soprattutto, un nuovo montaggio del suo capolavoro, Apocalypse Now: Final Cutultima e definitiva versione/visione di un film in fondo mai finito, che gli è quasi costato la vita e ha vissuto sempre dentro di lui. Questo è quello che aspettiamo con più ansia e su cui ha dichiarato quanto segue:

“Avendo registrato tutti i precedenti vecchi montaggi su Betamax, ho potuto vedere quali passi erano stati seguiti per costruire la versione uscita. È interessante che, pur possedendo il final cut dall’epoca del successo dei film del Padrino, ho sempre cercato di essere ragionevole riguardo alle idee o ai “suggerimenti” dei miei partner produttivi, dai distributori e dagli Studios. Comunque sia, i loro unanimi commenti sul “troppo lungo” mi hanno spesso portato a tagliare delle cose, mentre ripensandoci la soluzione si può trovare nell’aggiungere altro. Inoltre i cambiamenti spesso ne richiedono altri e non ti rendi bene conto del sentiero che stai seguendo”.

Ed ecco il perché di questa nuova versione:

“Visto che l’Apocalypse Now originale non era solo lungo ma anche insolito come stile e contenuto per un film dell’epoca, abbiamo tagliato ovunque possibile non solo per accorciarlo ma anche scene che all’epoca erano considerate bizzarre. Magari 15 anni dopo mi ritrovavo in un albergo a guardarlo in tv e mi piaceva sempre vedere l’inizio, per cui iniziavo a vederlo e alla fine lo guardavo tutto. E mi sono reso conto che con il tempo passato il film non era affatto strano come avevo pensato ed era diventato più “contemporaneo”. L’arte d’avanguardia del presente diventa spesso il mainstream del futuro. Questo, più il fatto che molte persone, distributori inclusi, pensavano che molte cose fantastiche erano rimaste fuori, portarono a quello che venne chiamato Apocalypse Now Redux, che ebbe un’altra fortunata distribuzione nei cinema grazie ad Harvey Weinstein. In quella versione tutto quello che era stato tagliato venne reinserito. Poi, ancora una volta, quando mi hanno chiesto quale versione volessi far vedere, ho pensato spesso che l’originale del 1979 fosse stato troppo scorciato e che Redux fosse troppo lungo, e ho deciso per quella che adesso sentivo fosse la versione perfetta, che è quella che mostreremo al Tribeca a fine mese intitolata Apocalypse Now: Final Cut”.

Inutile dire quanto invidiamo i fortunati spettatori newyorkesi, che avranno anche la possibilità dopo la proiezione di assistere a una sua conversazione con Steven Soderbergh. Speriamo che ci sarà una nuova distribuzione cinematografica del film, e di certo non vediamo l’ora di possederne il blu-ray. Quanto a Megalopolis, a quelli (vi abbiamo letto!) che hanno espresso perplessità sul fatto che alla sua età Coppola riesca a gestire un set del genere, ricordiamo che i suoi 80 sono i 50 della maggioranza, per spirito, forza ed energia, e che un signore italiano, tale Mario Monicelli, a 91 anni diresse Le rose del deserto, tra tempeste di sabbia e mille difficoltà, arrivando sempre a sera, come raccontarono gli attori, fresco come una rosa, mentre loro assai più giovani erano distrutti. Pensate forse che Coppola, che se non altro non dovrà affrontare i capricci della natura, voglia essere da meno? Noi crediamo proprio di no: Ancora auguri e buttati Francis!

un grazie a Coming Soon per averci fornito i dati e immagini.

Articolo redatto da Antonio Gentile Vice direttore de il Popolo