Festa della Donna, ma non per tutte! I 12 paesi in cui le donne sono trattate peggio degli animali:

Festa della Donna, ma non per tutte! I 12 paesi in cui le donne sono trattate peggio degli animali:

Parliamo della festa della donna in questo 8 marzo, ma dobbiamo anche sapere che non per tutte le donne sarà un giorno di festa.

Il mondo sembra chiaro e semplice, grazie alle innumerevoli informazioni che troviamo sui diversi luoghi provenienti da tutto l’emisfero. Tuttavia, alcune cose sono sorprendenti ma allo stesso modo  spaventose come… le vecchie “tradizioni”, ce ne sono di molto crudeli che ancora oggi a distanza di anni vengono ancora  praticate.Oggi affronteremo proprio questo argomento: paesi in cui le donne non possono far valere i propri diritti, “diritti” che un essere vivente dovrebbe avere in qualsiasi parte del mondo sia uomo o donna senza alcuna distinzione. Le donne in questi paesi vengono quotidianamente esposte a violenze e trattate come merci e non come esseri umani.In questi paesi non tutti gli animali vengono trattati in egual modo, alcune specie vengono venerate ed altre denigrate, come se fossero dei rifiuti,  il titolo dell’ articolo nasce proprio da questo.italiafeed

Guardate quindi i 12 paesi che trattano le donne peggio degli animali e, se possibile, evitate di visitare questi luoghi.

Afghanistan

L’aspettativa di vita media degli afgani è molto bassa, circa 45 anni! Milioni di vedove devono darsi da fare per sopravvivere. Tutto ciò perché la povertà, il conflitto armato, il matrimonio precoce e la violenza da parte dei loro mariti e delle famiglie sono molto comuni nel paese e proprio per questo le donne non hanno il diritto di fare niente.E incredibile come tutto questo possa accadere! L’Afghanistan è stato un paese “laico” non molto tempo fa, un dato allarmante è  il fatto che è uno dei paesi con ili tasso più elevato di mortalità femminile durante il parto.

 

Repubblica Democratica del Congo.

“Democratica” è una parola molto forte, perché qui le donne non possono nemmeno firmare alcun documento legale senza il permesso del marito. A causa delle guerre costanti, le donne congolesi si trovano facilmente sulla prima linea e facilmente muoiono. Altre sono state trovate abbandonate, senza marito e con i bambini, con il virus dell’AIDS per le violenze costanti a cui sono sottoposte non avendo alcun aiuto dal governo per sopravvivere.

Nepal

In questo paese ci sono i matrimoni precoci, dato che i genitori sono autorizzati a vendere le loro figlie quando raggiungono l’età adulta. Non hanno scelta, devono accettare per proteggere la loro casa. Nella maggior parte dei casi di matrimoni precoci la donna muore durante il parto.

 

Mali

In questo paese la crudeltà avviene liberamente. Mali è famoso per i suoi riti sanguinari nelle quali le ragazze sono sottoposte a mutilazioni genitali attraverso procedure dolorose come la tortura. Si sposano molto presto e, di conseguenza, muoiono durante il parto.

Pakistan

La vita delle donne è molto difficile in questo paese, poiché quasi tutte le abitudini pakistane sono veramente pericolose per loro. Le ragazze pakistane possono facilmente subire punizioni per qualsiasi accusa, anche dal proprio sposo, il padre o addirittura il fratello. Le donne accusate di adulterio sono lapidate fino alla morte e provare la loro innocenza è fondamentalmente impossibile.

India

In questo paese i ragazzi sono sopravvalutati mentre le ragazze sono discriminate dalla nascita e molte di loro non sopravvivono fino all’adolescenza.Migliaia di ragazze indiane sono rapite per la prostituzione, la maggior parte di loro sono bambine e adolescenti.

Somalia

Nella Somalia, lo stupro è molto comune e le donne soffrono in ospedali con condizioni estremamente miserabili per avere i propri figli. A loro è vietato lavorare! Per poi non parlare dei problemi legati alla fame e alla siccità, le donne sono violentate dai loro mariti e non esistono leggi per proteggerle.

 

Iraq

Questo è un’altro paese in cui le ragazze sono rapite e violentate. Il paese è stato immerso in un settarismo infinito e non esiste una legge per proteggere le donne. Nell’anno 2014, 150 donne che hanno rifiutato di fornire servizi sessuali ai soldati sono state uccise brutalmente.

Ciad

In questo paese le ragazze si sposano a 11-12 anni e sono totalmente dipendenti dai loro mariti. E’ molto comune soffrire di violenza e abusi e non possono fare nulla.

Yemen

Le donne dello Yemen non possono essere istruite perché devono prendersi cura dei loro mariti e venerarli. Anche se il governo cerca di fare qualcosa, la cultura è radicata  e difficile da aggirare, infatti i vari progetti educativi sono stati tutti un fallimento.

Arabia Saudita

Ci sono numerose restrizioni sulle donne in Arabia Saudita, tra cui la mancanza di permesso di guidare o di uscire dalla loro casa. Se una donna esce da sola, anche con il suo corpo pienamente coperto – obbligatorio anche in estate – può essere rapita e violentata.

Guatemala.

 

In Guatemala le donne sono molto spaventate dal percorso di vita che andranno ad affrontare, in quanto i reati contro di loro  sono molti frequenti. Alcune donne vengono picchiate a morte e violentate senza alcuna legge che le protegga.

 

In un mondo che c’è ancora discriminazione sociale  verso la donna , che in questi ultimi decenni ha ottenuto grandi successi come diritti per una parità giustificata.

Che l’8 Marzo possa ancora ricordare che non è solo una data per festeggiare, ma anche quella del ricordo:

L’idea di una giornata internazionale della donna nasce nel febbraio del 1909 negli Stati Uniti, su iniziativa del Partito socialista americano. L’anno seguente, nel 1910, la proposta venne raccolta da Clara Zetkin a Copenaghen, durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste.

Dai documenti del congresso non sono chiare le motivazioni che spinsero alla scelta di quella data, l’8 marzo, e in realtà e fino al 1921 i singoli Paesi scelsero giorni diversi per la celebrazione. È solo in occasione della Seconda conferenza delle donne comuniste (Mosca, 1921), che viene proposta e approvata un’unica data per le celebrazioni, in ricordo della manifestazione contro lo zarismo delle donne di San Pietroburgo (1917).

 

FALSI STORICI. Alcune tradizioni fanno anche riferimento a un episodio drammatico accaduto negli Stati Uniti, nel 1857, quando alcune operaie chiuse in fabbrica dal padrone perché non partecipassero a uno sciopero, persero la vita a causa di un incendio.

In Italia e altri Paesi si è fatto spesso riferimento a un presunto episodio analogo avvenuto a New York l’8 marzo del 1911, quando nel rogo di una fabbrica di camicie persero la vita 134 donne. Sembra però che la fabbrica fosse inestente e che un drammatico rogo avvenne effettivamente, ma in febbraio. In realtà, a seconda dei Paesi dove si è affermata questa tradizione cambiano la date, il luogo e il numero delle vittime.

Secondo Tilde Capomazza e Marisa Ombra, che nel libro 8 marzo(Utopia) hanno studiato le origini della celebrazione, le motivazioni date nel 1921 a Mosca erano troppo legate a un preciso momento politico e vennero presto abbandonate e sostituite da eventi più simbolici.

LA MIMOSA. La scelta dei fiori gialli della mimosa risale invece al 1946: le organizzatrici delle celebrazioni a Roma cercavano infatti un fiore che fosse di stagione e costasse poco: la mimosa, appunto.

di Antonio Gentile