Dott. Biagio Simonetti (Democrazia Cristiana Lazio): introdurre nuovi reati non garantisce sicurezza !
Abbiamo avvicinato il Dott. Biagio Simonetti (Roma Capitale) – che recentemente ha assunto l’incarico di Segretario regionale del Dipartimento < Difesa e Sicurezza > della Democrazia Cristiana della regione Lazio – per uno scambio di vedute sui provvedimenti legislativi concernenti la sicurezza e che sono all’esame dei due rami del Parlamento.
<< Stretta sulle occupazioni abusive delle case, reato di blocco stradale, misure contro il terrorismo, un giro di vite sulle rivolte in carcere, misure per le detenute madri, una stretta sulla cannabis light.
In tutto i nuovi reati che vengono introdotti con questi provvedimenti legislativi sono 14 e le aggravanti aggiuntive sono 9.
Quando ho letto il testo del Decreto, mi sono tornate alla mente, le parole del mio Professore di Diritto Privato al 1^ anno di università presso l’Accademia Militare di Modena, il quale, per introdurre la materia disse “il Diritto italiano può essere paragonato al firmamento celeste, nel quale le stelle corrispondono alle leggi…”.
Una similitudine. romantica per dire che le norme in Italia sono numerose come gli astri del cielo.
Una sovrabbondanza di leggi, regolamenti, decreti che non sempre disciplinano adeguatamente la materia interessata, lasciando spazio all’interpretazione che, inevitabilmente, diventa personale e pertanto non oggettiva, trasformando la “culla del diritto” in un letto chiodato da fachiro dove gli spuntoni rappresentano l’incertezza: nella valutazione, nell’applicazione,
nell’uso e nel giudizio.
Ogni legge dello Stato dovrebbe essere valutata alla luce dei principi etici che pongono al centro della discussione la dignità della persona umana, l’accoglienza del prossimo e la solidarietà verso i più deboli.
La sicurezza è un bene comune, imprescindibile e proprio per questo dovrebbe essere beneficio di tutti senza andare a discapito di qualcuno.
Per questo basilare principio, vanno tutelati i diritti, etici e giuridici, di tutti, il diritto alla proprietà privata ed il diritto di vivere dignitosamente, il diritto di manifestare e quello di essere tutelati nel mantenimento dell’ordine e la sicurezza pubblica, il diritto di lavorare senza il soffocamento di imposizioni criminali, il diritto di passeggiare nelle nostre città senza subire minacce e reati.
La sicurezza della nostra giornata, si regge su tre punti fondamentali, come un tavolino a tre gambe che se ne manca una, questo cade: il primo riguarda la puntualità dell’impianto normativo che viene approvato, quanto più chiara e dettagliata è una norma tanto più ristretta è l’iniziativa sull’applicazione o l’interpretazione, riducendo così le ingiustizie o gli abusi; il secondo riguarda la certezza e l’applicazione della pena, abbiamo leggi per tutto e per tutti, basterebbe applicarle o renderle più chiare dove serve e velocizzare l’iter di accertamento dei fatti, tanto da garantire un rapido esito delle posizioni coinvolte; il terzo punto è la giustizia sociale, la considerazione della dignità umana, la sicurezza nasce dall’abbattimento delle diseguaglianze e dall’inclusione.
Nessuno si salva da solo: una comunità è più sicura e più forte quando non lascia indietro nessuno, quando sceglie la solidarietà anziché l’esclusione, quando costruisce ponti invece
di innalzare muri.
In una società che si dice civile e fondata sul rispetto della dignità umana, ogni misura legislativa – compreso il cosiddetto Decreto Sicurezza – va valutata non solo in base alla sua efficacia tecnica, ma anche alla luce dei valori fondamentali che ispirano il nostro vivere comune.
La sicurezza non si costruisce escludendo, ma includendo. Non si rafforza con barriere, ma con politiche sociali e di sussidiarietà, educative, lavorative che offrano opportunità reali di integrazione e legalità.
Respingere chi cerca rifugio, o limitarne i diritti fondamentali, non solo è moralmente inaccettabile, ma contribuisce a creare maggiore insicurezza, alimentando emarginazione e
tensioni sociali.
L’attività di prevenzione contribuisce a ridurre la necessità della repressione, una azione sociale vera, concreta, che parte dall’analisi delle esigenze dei territori e restituisce una risposta precisa per la soluzione di quelle esigenze, riduce il divario sociale, contribuisce a garantire una base comune sulla quale, secondo il proprio libero arbitrio, costruire la propria dimensione umana e consente una corretta gestione delle nuove minacce, l’evoluzione delle abitudini, i nuovi fenomeni sociologici in continua evoluzione grazie ai nuovi e rapidi metodi di interazione, non sempre usati in modo positivo, che oggi caratterizzano i rapporti interpersonali.
Una evoluzione così complessa, non può essere governata con nuove leggi caratterizzare da ampia discrezionalità ma da una politica proattiva che deve ritornare a vivere i territori, ascoltare le problematiche e trovare soluzioni. >>
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A cura di Ing. YENNY GONZALES (Livorno)
yenny.gonzales@dconline.info * cell. 327-9036634 *
Coordinatrice della Segreteria politica della Democrazia Cristiana Internazionale
Segretaria nazionale del Dipartimento < Statistiche e Monitoraggio territoriale > della Democrazia Cristiana Italiana
Responsabile nazionale del Gruppo di Lavoro < Biancofiore Donna > della Democrazia Cristiana italiana
Componente della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana e Componente del Consiglio Nazionale della D.C. Italiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

e di GEORGETA ARGHIR (Acilia / provincia di Roma Capitale)
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Vice-Segretaria Organizzativa Generale della Democrazia Cristiana Internazionale
Segretaria Organizzativa provinciale della Democrazia Cristiana della provincia di Roma Capitale
Componente della Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana e del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
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Bellissimo articolo.da approfondire ancora di più