DOTT. ALESSANDRO CAPRARA (GORIZIA): “BEN POCO COMPRENSIBILE LA DECISIONE DELL’O.M.S. DI EQUIPARARE VINO E BIRRA ALLE SIGARETTE !”

DOTT. ALESSANDRO CAPRARA (GORIZIA): “BEN POCO COMPRENSIBILE LA DECISIONE DELL’O.M.S. DI EQUIPARARE VINO E BIRRA ALLE SIGARETTE !”
Natascia Pizzutti (Manzano/UD)

A cura di Natascia Pizzutti (Manzano/UD)

natascia.pizzutti@dconline.info * Cell. 349-3502954 *

Segretaria provinciale del Dipartimento “Cultura – Scuola – Pubblica Istruzione” della provincia di Udine

Componente della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana.

< DOTT. ALESSANDRO CAPRARA (GORIZIA): “BEN POCO COMPRENSIBILE LA DECISIONE DELL’O.M.S. DI EQUIPARARE VINO E BIRRA ALLE SIGARETTE !” >

Sta facendo molto discutere una recente decisione dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) di equiparare il consumo di vino e di birra a quello delle sigarette.

E la categoria degli Agricoltori prende decisamente posizione in merito dichiarando: “Vediamo all’orizzonte il rischio di un nuovo proibizionismo. Decisamente è folle mettere sullo stesso piano il vino con il tabacco, con l’obiettivo di tagliare del 10% i consumi”

Ce lo segnala – con una sua nota alquanto particolareggiata – il Dott. Alessandro Caprara (Gorizia), Dottore comemrcialista con proprio Studio in Corso Italia, nel cpaolugo della provincia di Gorizia, persona evidentemente “informata dei fatti” per quanto concerne le vicende attinenti a tutto il settore delle Attività Economico Produttive e le problematiche del Lavoro.

<< Quello che in tanti temevano, sta purtroppo diventando triste realtà. Una sorta di  nuovo proibizionismo sta prendendo corpo.

E difatti in Europa si sta condannando l’alcol ed i prodotti alcolici in genere, senza fare gli opportuni distingo tra le varie tipologie.

Ovverossia si tratta di differenziare i superalcolici dal vino e dalla birra, precisando le opportune modalità di consumo. Si tende invece in maniera controproducente a trattare con lo stesso metro di giudizio il consumo moderato rispetto all’abuso.

L‘Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) – comparto europeo ha adottato infatti recentemente adottato a Tel Aviv il documento intitolato “European framework for action on alcohol 2022-2025”.

Un documento che contrasta apertamente quanto invece previsto dalla < Global alcohol strategy > approvata lo scorso maggio dalla stessa O.M.S., con successiva al “Cancer plan” da parte del Parlamento europeo.

Documenti che avevano rimarcato l’esigenza di focalizzare l’azione sul consumo dannoso di alcol, ma con gli opportuni distinguo.

C’è anche da dire che rispetto al documento licenziato a Tel Aviv non vi è stata alcuna presa di posizione contraria da parte dei rappresentanti italiani ed Europei che senz’altro avrebbero dovuto fare qualche precisazione in proposito ! >>

Scende dunque in campo l’Unione Italiana Vini secondo cui:

<< Le linee guida, accolte integralmente e senza opposizioni, prevedono un contrasto al consumo “tout court” dell’alcol come priorità d’azione, con l’obiettivo di riduzione del 10% del consumo pro capite entro il 2025». Ossia in tempi estremamente ravvicinati.

Una misura – prosegue l’U.I.V.- che equivale ad una scure sul mondo della produzione vinicola e che segna l’inizio di una nuova ondata proibizionista per un settore del “Made in Italy” che vanta un export di oltre 7 miliardi di euro e occupa 1,2 milioni di persone in Italia >>.

Il documento approvato dall’Oms si propone di raggiungere i summenzionati obiettivi (di un taglio dei consumi di alcol) attraverso una strategia precisa che prevede un aumento della tassazione, il divieto di pubblicità, di promozione e di qualsiasi azione di marketing.

Ed obbligo di “health warming” in etichetta.  Le bottiglie di vino insomma vengono equiparate ai pacchetti di sigarette.

«Il testo approvato – si precisa all’Unione Italiana Vini – si basa sul concetto di consumo “no safe level”».

Ossia – in altre parole- si afferma che qualsiasi livello di consumo, anche minimo, sia comunque dannoso per la salute.

Un principio solo qualche mese fa fortemente contestato in sede di voto al “Cancer plan” del Parlamento Europeo.

<< L’obiettivo – precisa l’U.I.V. – è quello di un taglio ai consumi, anche di vino, senza alcuna distinzione tra quelli compulsivi e moderati, oltre che tra le tipologie di bevande.

Un tanto risulta essere decisamente lontano dall’approccio alle politiche di prevenzione e formazione promosse dal nostro comparto, oltre che dai modelli di consumo moderato prevalenti in Italia, e di cui l’Europa sembra non tener conto.

La storia ci ha insegnato come il proibizionismo non sia la soluzione per sconfiggere la piaga dell’alcolismo, ma soprattutto come il vino sia un simbolo del bere responsabile, della Dieta mediterranea e non certo protagonista dell’abuto di sostanze alcoliche.

Per questo l’Associazione di produttori del vino si appella alla politica (che in questo caso si è dimostrata sorda o perlomeno distratta), per cercare di tutelare uno dei capisaldi del Made in Italy, ma anche un tessuto sociale di migliaia di viticoltori, custodi dei territori e di una cultura millenaria che è parte integrante del nostro Paese >>.

Il Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana Dott. Angelo Sandri (Udine) assicura che la Democrazia Cristiana si renderà parte attiva per dare il suo fattivo contributo al fine di sensibilizzare la classe politica Italiana ed Europea, contro decisioni approssimate e contrarie al buon senso, senza operare i dovuti distinguo che altrimenti andrebbero a colpire alla cieca un settore così importante per il nostro Paese.

 

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