< “Diritto di scegliere”: la Toscana apre la strada al suicidio assistito. E ora? >
Il dibattito sul fine vita in Italia ha raggiunto un punto di svolta: la Toscana è stata la prima regione a regolamentare il suicidio assistito, garantendo ai malati irreversibili il diritto di scegliere quando e come porre fine alla propria sofferenza.
Si tratta di una legge che segna un passo avanti nella libertà individuale oppure un pericoloso scivolamento verso una Società che abbandona i più fragili?
Il Gruppo di lavoro < Biancofiore Donna D.C. apre dunque un confronto su questo tema che tocca la dignità della persona, la medicina e l’etica, per comprendere cosa significa davvero questa scelta e quali scenari si aprono ora per l’Italia.
La Legge sul Suicidio Assistito in Toscana.
La Toscana è dunque la prima regione in Italia ad aver approvato una legge che regolamenta il suicidio medicalmente assistito.
Il provvedimento, votato dal Consiglio regionale con 27 voti favorevoli e 13 contrari, stabilisce un percorso chiaro e gratuito per le persone malate che desiderano porre fine alla propria vita in modo dignitoso.
Chi può richiederlo ?
Per poter accedere al suicidio assistito, il paziente deve soddisfare quattro condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale:
Essere affetto da una malattia irreversibile
Sperimentare sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili
Essere capace di prendere decisioni libere e consapevoli
Essere dipendente da trattamenti di sostegno vitale
Come funziona il processo?
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Il paziente presenta una richiesta formale alla ASL di competenza.
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Entro 20 giorni, una commissione medica verifica se il paziente soddisfa i requisiti.
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Se i criteri sono rispettati, entro 4 giorni viene convocata una Commissione multidisciplinare permanente.
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Entro 8 giorni, la Commissione esamina il caso e invia una relazione al Comitato Etico.
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Il Comitato Etico ha 5 giorni per esprimere il proprio parere.
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Se la richiesta viene approvata, entro 3 giorni il paziente riceve il farmaco letale, con assistenza medica.
L’intera procedura deve concludersi entro 47 giorni dalla richiesta e le prestazioni sono fornite gratuitamente dal Servizio Sanitario Regionale.
Obiezione di coscienza.
Il personale medico e sanitario può rifiutarsi di partecipare alla procedura, esercitando il diritto all’obiezione di coscienza.
Dibattito e conseguenze.
La legge si basa sulla sentenza n. 242/2019 della Corte Costituzionale, che ha stabilito la non punibilità dell’aiuto al suicidio in determinate circostanze.
Tuttavia, il provvedimento ha suscitato un acceso dibattito: da un lato c’è chi lo considera un passo avanti per i diritti individuali, dall’altro chi teme che possa ridurre l’attenzione sulle cure palliative e sul supporto ai pazienti fragili.
Poiché in Italia manca ancora una normativa nazionale sul fine vita, questa legge potrebbe rappresentare un precedente significativo, ma anche essere soggetta a impugnazioni o revisioni future.
Parere Democristiano.
<< La vita è un dono inviolabile ed ogni società giusta ha il dovere di proteggere e accompagnare chi soffre, non di offrire scorciatoie verso la morte.
La legge sul suicidio assistito in Toscana rischia di trasformare il diritto alla cura in un diritto a morire, aprendo la strada a derive pericolose in cui le persone più fragili potrebbero sentirsi un peso per la società e per le loro famiglie.
Invece di legiferare per accelerare la fine della vita, dovremmo investire in cure palliative, assistenza domiciliare e sostegno psicologico, affinché nessuno si senta costretto a scegliere la morte per disperazione o solitudine.
La dignità non sta nell’anticipare la fine, ma nell’essere accompagnati con amore e rispetto fino all’ultimo respiro !
Come democristiani, crediamo che lo Stato debba essere al servizio della vita e del Bene Comune, senza mai cedere alla tentazione di considerare la morte una soluzione ai problemi della sofferenza umana. >>
Parere sostanzialmente condiviso anche da Mioara Done, Coordinatrice della Segreteria Politica Nazionale della Democrazia Cristiana e che a nome della Segreteria stessa esprime forti dubbi e perplessità su un provvedimento legislativo che travalica le competenze della Regione Toscana e che senz’altro dovrà andare al vaglio degli organismi di controllo competenti.

A cura di Ing. YENNY GONZALES (Livorno)
yenny.gonzales@dconline.info * cell. 327-9036634 *
Segretaria nazionale del Dipartimento Statistiche e Monitoraggio territoriale della Democrazia Cristiana Italiana
Coordinatrice della Segreteria politica della Democrazia Cristiana Internazionale
Coordinatrice Nazionale del Gruppo di lavoro < Biancofiore Donna D.C. > della Democrazia Cristiana Italiana
Componente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana Italiana
Componente della Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana Italiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *
Leggi che contribuiscono a deformare la coscienza dei fedeli.
L’ Unica cosa che conduce alla morte e’ il non amare , che è sinonimo di non essere un Cristiano
Condivido Bongiovanni
Io sono pienamente a favore dell’Autanasia, quindi condivido in pieno l’iniziativa della Regione Toscana, mentre non comprendo minimamente chi obbietta questa legge che darebbe la giusta la DIGNITÀ e la LIBERTÀ alla persona.
Ti sei risposto da solo .
Che Dio ti aiuti🙏
Buonasera, credo che abbiamo lo stesso DIO anche perché è unico per tutti , quindi stai tranquillo che aiuta anche a te
Condivido appieno il parere democratico..la vita è un dono e bisogna rispettarla sempre.
Si all’assistenza e aiuto domiciliare.