Da 800 anni una preziosa tradizione: il presepe di Greccio scuola di sobrietà e di gioia !

Da 800 anni una preziosa tradizione: il presepe di Greccio scuola di sobrietà e di gioia !

A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Monteprandone / prov. Ascoli Piceno)

 fernando. ciarrocchi@dconline.info * Tel. 347-2577651

Vice-Segretario nazionale vicario del Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing” della Democrazia Cristiana 

Consigliere nazionale della Democrazia Cristiana (eletto dal XXIV Congresso nazionale D.C. – Roma – 15/16 dicembre 2023

Vice-Direttore de “Il Popolo “ della Democrazia Cristiana

Coordinatore della Redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.

Da 800 anni una preziosa tradizione: il presepe di Greccio scuola di sobrietà e di gioia !

Un presepe natalizio.

Quest’anno più di ogni altro anno ha senso parlare, ricordare e promuovere il Presepe.

Ricorre infatti l’ottavo centenario della prima rappresentazione del Presepe da parte San Francesco, in quel di Greccio (un Comune attualmente di 1.500 abitanti, in provincia di Rieti).

Durante la notte di Natale del 1223, proprio a Greccio, San Francesco rievocò la nascita di Gesù organizzando una rappresentazione vivente di quell’evento.

Le agiografie narrano che durante la S. Messa sarebbe apparso nella culla un bambino in carne ossa e che S. Francesco potè prendere in braccio.

San Francesco d’Assisi

Da qui ebbe origine la plurisecolare tradizione del presepe.

Il principale “sponsor” (o “inflencer” per dirla in termini iper-mediatici)  è stato proprio Papa Francesco che ha voluto dedicare al tema del < presepe > l’udienza pre-natalizia del mercoledì, svoltasi nell’aula Paolo VI mercoledì 20 dicembre 2023.

<< 800 anni fa, nel Natale 1223, San Francesco realizzò a Greccio il presepe vivente. Mentre nelle case e in tanti altri luoghi si sta preparando o ultimando il presepe, ci fa molto bene riscoprirne le origini.

Come è nato il presepio?  Qual è stata l’intenzione di San Francesco?

Diceva così: «Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello» (Tommaso da Celano, Vita prima, XXX, 84: FF 468). Francesco non vuole realizzare una bella opera d’arte, ma suscitare, attraverso il presepe, lo stupore per l’estrema umiltà del Signore, per i disagi che ha patito, per amore nostro, nella povera grotta di Betlemme.

Infatti il biografo del Santo di Assisi annota: “In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme” >>

Papa Francesco ha voluto sottolineare una parola in particolare: lo stupore.

<< Se noi cristiani guardiamo il presepe come una cosa bella, come una cosa storica, anche religiosa, e preghiamo, questo non è sufficiente.

Davanti al mistero dell’incarnazione del Verbo, davanti alla nascita di Gesù, ci vuole questo atteggiamento religioso dello stupore. Se io davanti ai misteri non arrivo a questo stupore, la mia fede è semplicemente superficiale; una fede “da informatica”. Non dimenticate questo.

E una caratteristica del presepe, è che nasce come scuola di sobrietà. E questo ha molto da dire a noi.

Un’immagine dall’altro di Greccio (in provincia di Rieti)

Oggi, infatti, il rischio di smarrire ciò che conta nella vita è grande e paradossalmente aumenta proprio sotto Natale – si cambia la mentalità di Natale -: immersi in un consumismo che ne corrode il significato. Il consumismo del Natale.

È vero, che si vuole fare dei regali, questo va bene, è un modo, ma quella frenesia di andare a fare le spese, questo attira l’attenzione da un’altra parte e non c’è quella sobrietà del Natale. Guardiamo il presepio: quello stupore davanti al presepio. A volte non c’è spazio interiore per lo stupore, ma soltanto per organizzare le feste, per fare le feste.

E il presepe nasce per riportarci a ciò che conta: a Dio che viene ad abitare in mezzo a noi. Per questo è importante guardare il presepe, perché ci aiuta a capire quello che conta e anche le relazioni sociali di Gesù in quel momento, la famiglia Giuseppe e Maria, e le persone care, pastori. Le persone prima delle cose. E tante volte noi mettiamo le cose prima delle persone. Questo non funziona.

Ma il presepe di Greccio, oltre che quella sobrietà che fa vedere, parla anche di gioia, perché la gioia è una cosa differente dal divertimento. Ma divertirsi non è una cosa cattiva se si fa sulle strade buone; non è una cosa cattiva, è una cosa umana. Ma la gioia è più profonda ancora, più umana.

E alle volte c’è la tentazione di divertirsi senza gioia; divertirsi facendo rumore, ma la gioia non c’è.

Il Santuario francescano di Greccio (Rieti)

È un po’ la figura del pagliaccio, che ride, ride, fa ridere, ma il cuore è triste.

La gioia è la radice di un buon divertimento per Natale. E sulla gioia, dice la cronaca di allora:

« E giunge il giorno della letizia, il tempo dell’esultanza! Francesco è raggiante. La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima.

Ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia» (Vita prima).

La sobrietà, lo stupore, ti porta alla gioia, la vera gioia, non quella artificiale.

Ma da cosa derivava questa gioia natalizia? Non certo dall’avere portato a casa dei regali o dall’aver vissuto celebrazioni fastose.

No, era la gioia che trabocca dal cuore quando si tocca con mano la vicinanza di Gesù, la tenerezza di Dio, che non lascia soli, ma con-sola.

Vicinanza, tenerezza e compassione, così sono i tre atteggiamenti di Dio. E guardando il presepio, pregando davanti al presepio, noi potremo sentire queste cose del Signore che ci aiutano nella vita di ogni giorno.

Il presepe è come un piccolo pozzo dal quale attingere la vicinanza di Dio, sorgente della speranza e della gioia.

Il presepe è come un Vangelo vivo, un Vangelo domestico. È come il pozzo nella Bibbia, è il luogo dell’incontro, dove portare a Gesù, come hanno fatto i pastori di Betlemme e la gente di Greccio, le attese e le preoccupazioni della vita. Portare a Gesù le attese e le preoccupazioni della vita.

Se davanti al presepe affidiamo a Gesù quanto abbiamo a cuore, proveremo anche noi «una gioia grandissima» (Mt 2,10), una gioia che viene proprio dalla contemplazione, dallo spirito di stupore con il quale io vado a contemplare questi misteri.

Andiamo davanti al presepe. Ognuno guardi e lasci che il cuore senta qualcosa. >>

Un intervento di Angelo Sandri al recente XXIV Congresso nazionale della Democrazia Cristiana.

Anche la Democrazia Cristiana italiana si sente impegnata a difendere i valori della tradizione cristiana di fronte ad un accanirsi incomprensibile ed irresponsabile verso una cultura di pace e di fraternità di cui il mondo ha tanto bisogno.

Il da poco rieletto Segretario nazionale della D.C. dott. Angelo Sandri (Udine), in un momento in cui taluni ipotizzano di sostituire il Natale con la “Festa dell’inverno, si chiede basito di che cosa stiamo parlando ???

Anche la Democrazia Cristiana invece ribadisce all’Italia ed all’Europa che richiamarsi alle radici cristiane del nostro Paese e del nostro continente è di fondamentale importanza per il nostro futuro !

Da qui i più cordiali auguri in vista dell’ormai prossimo Santo Natale e qualsiasi altra dizione sembrebbe proprio di pessimo gusto !

 

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