COME DEMOCRATICI CRISTIANI DOBBIAMO CONTRASTARE LA CULTURA DI VIOLENZA E DI MORTE CHE RISCHIA DI DIVENTARE ABITUDINARIA!

Sono trascorsi quasi 43 anni dai terribili fatti che furono ribattezzati con l'appellativo di massacro del Circeo e solo oggi si apprende un retroscena sconvolgente per bocca di uno degli assassini, Angelo Izzo.

COME DEMOCRATICI CRISTIANI DOBBIAMO CONTRASTARE LA CULTURA DI VIOLENZA E DI MORTE CHE RISCHIA DI DIVENTARE ABITUDINARIA!

L’OCCASIONE PER QUESTA RIFLESSIONE VIENE OFFERTA DALLE NUOVE RIVELAZIONI DI ANGELO IZZO, IL COSIDDETTO “MOSTRO DEL CIRCEO”

di ANTONIO GENTILE

“Come democratici cristiani dobbiamo contrastare la cultura di violenza e di morte che rischia di diventare quasi un’abitudine talmente siamo assuefatti a sentirne parlare alla TV, sui giornali nei social”.

Lo afferma, nela sua qualità di Segretario nazionale Vicario del Dipartimento < Sviluppo ed organizzazione > della DEMOCRAZIA CRISTIANA il dott. ANTONIO GENTILE (Isola del Liri, provincia di Frosinone) il quale sottolinea come si debbano condannare con estrema fermezza le atrocità che vengono commesse ormai quotidianamente ed a cui dobbiamo contrapporre una visione della vita diversa e molto più umana !

Lo spunto a questa riflessione viene offerto dalla nuova confessione < choc > fatta da ANGELO IZZO, il cosiddetto mostro del Circeo, tuttora recluso nel carcere di Velletri e che lo stesso ha reso alla Procura. Le dichiarazioni del “mostro” gettano nuova luce su un caso misterioso legato alla scomparsa di una ragazzina di appena 17 anni, Rossella Corazzin, sparita il 21 agosto 1975, circa un mese prima del massacro del Circeo.

Uno degli assassini che ha agito insieme ad Andrea Ghira ed a Gianni Guido, ha riferito ai magistrati un nuovo delitto compiuto dal branco e preceduto da inaudite violenze sessuali. Secondo il racconto del “mostro” in merito a quello che fu fatto alla giovanissima Rossella, la scelta ricadde su di lei “perché era vergine”. Per questo fu rapita e violentata da 10 uomini del branco e poi barbaramente uccisa.

Il procuratore di Belluno, Paolo Luca, ha commentato: “Nelle dichiarazioni sulle altre violenze del gruppo rese ai pm di Roma e che mi sono state trasmesse, Izzo ha dedicato poche parole, vaghe, alla vicenda di questa ragazza, Rossella Corazzin, ma ha dato riferimenti sulla data della scomparsa e sul luogo dell’uccisione, tali da far ritenere che sia effettivamente lei”.

Nella confessione emergono nuovi particolari sconcertanti sul massacro del Circeo, uno dei più bui casi di cronaca italiana che si consumò in una notte di inaudita violenza, tra il 29 ed il 30 settembre 1975 in una villa di San Felice Circeo, in provincia di Latina.

Un giorno e mezzo di terrore nella villa, una casa isolata nella zona della Moresca sopra Torre rossa sulle pendici del monte che domina un panorama mozzafiato sul mare delle isole pontine, 36 ore di botte, bastonate, violenze carnali. Ma anche di paura, freddo ed abbandono.

Due ragazzine di modeste condizioni economiche che cadono nella trappola di tre ricchi pariolini con gravi problemi sessuali e di affermazione che non disprezzano solo i loro corpi, ma vogliono umiliare le loro vite. Chiuse in un bagno, nude e infreddolite, senza cibo, abbracciate nel dolore fino alla fine. Rosaria che muore affogata, Donatella che si finge morta per vivere.

Se finora si credeva che il massacro del Circeo fosse delimitato al solo litorale pontino, pare invece che la violenza che armò gli autori di inauditi fatti si spinse fino al Bellunese. Stando alla rivelazione choc resa, pare proprio che anche l’uccisione di Rossella Corazzin fosse da attribuire ai medesimi autori. Era il 21 agosto 1975 quando la ragazza di San Vito al Tagliamento (Pordenone), all’epoca appena 17enne, fece perdere le sue tracce mentre si trovava in vacanza nei boschi di Tai di Cadore, tanti anni passati nell’oscurità senza fatti e testimonianze fino al punto che i genitori persero ogni speranza di trovare la figlia in vita, il padre non ebbe mai una risposta in quanto morì alcuni anni dopo di crepacuore, per via di quell’immenso dolore, al tempo stesso, anche la mamma se ne andò nel 2008 senza poter sapere cosa fosse accaduto alla sua adorata figlia.

L’uomo è attualmente detenuto nel carcere di Velletri dove sta scontando due ergastoli per i fatti del 1975, ma ora il detenuto, per rimorso di coscienza o per spavalderia, ha deciso di rompere il silenzio e solo ora ha voluto raccontare un’altra terribile verità su quello che accadde in quel buio 1975.

Alla Procura ha infatti rivelato anche le responsabilità nel rapimento e nell’uccisione della giovanissima Rossella Corazzin, la pordenonese scomparsa misteriosamente  appena un mese prima del massacro del Circeo.

Secondo il racconto di Izzo, la minore fu scelta in quanto vergine e fu seguita dalla banda di criminali romani in vacanza a Cadore dai cui Boschi la giovane fece perdere le tracce. Qui sarebbe stata sequestrata e portata sul lago di Trasimeno, in provincia di Perugia dove sarebbe stata violentata dal branco di 10 uomini e successivamente uccisa. Ora il fascicolo con le nuove sconcertanti dichiarazioni di Izzo è finito sul tavolo del procuratore di Belluno Paolo Luca ne ha chiesto di riaprire il fascicolo per omicidio colposo.

di ANTONIO GENTILE – FROSINONE
Segretario nazionale Vicario del Dipartimento
< Sviluppo e organizzazione > della Democrazia Cristiana