IL RICORDO DI BENEDETTO XVI DA PARTE DE “IL POPOLO” DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA

IL RICORDO DI BENEDETTO XVI DA PARTE DE “IL POPOLO” DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA

 

Dott. Lorenzo Raniolo

A cura di Dott. LORENZO RANIOLO (Gela/CL)

dott.lorenzoraniolo@tiscali.it

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

< IL RICORDO DI BENEDETTO XVI DA PARTE DE “IL POPOLO” DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA >

Il Papa emerito Benedetto XVI stupì il mondo intero nel febbraio 2013, quando diventò il primo Pontefice a dimettersi in 600 anni di storia.

L’allora 85enne Pontefice decise di ritirarsi perché le sue forze andavano scemando, chiedendo a Dio di aiutarlo a prendere la decisione migliore. Mai successo nella storia del pontificato.

Nato il 16 aprile 1927 a Marktl am Inn, in Germania, Joseph Aloisius Ratzinger discende da un’antica famiglia di agricoltori della Bassa Baviera.

I suoi genitori, non particolarmente benestanti, cercano di assicurargli un’educazione dignitosa tanto che, a fronte di alcune difficoltà, per un certo periodo è il padre stesso – di professione commissario di gendarmeria – a occuparsi della sua istruzione.

L’infanzia si trova segnata dagli avvenimenti della grande storia. Poco più che adolescente nel suo paese infuriano le devastazioni causate dalla Seconda guerra mondiale.

 

Quando le forze armate tedesche si trovano a mal partito, viene richiamato nei servizi ausiliari antiaerei. La vocazione ecclesiastica comincia comunque a maturare dentro di lui, anche come reazione a tutti gli orrori che la guerra provoca.

Qualche anno più avanti Joseph Ratzinger si iscrive all’università di Monaco per intraprendere gli studi molto “laici” della Filosofia senza tuttavia trascurare gli approfondimenti dettati dalla teologia.

La sua sete di conoscenza è tale che, onde abbeverarsi con maggiore decisione alle fonti della conoscenza spirituale, prosegue il faticoso studio anche nella Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga.

Già a partire dal 1962 Ratzinger aveva acquistato notorietà a livello internazionale intervenendo come consulente teologico al Concilio Vaticano II.

Nel 1969 diventa professore ordinario di Dogmatica e storia dei dogmi all’Università di Ratisbona, dove è anche vice presidente. Il 24 marzo 1977 Papa Paolo VI lo nomina arcivescovo di Munchen und Freising ed il 28 maggio successivo riceve la consacrazione episcopale, primo sacerdote diocesano ad assumere, dopo 80 anni, la gestione della grande Diocesi Bavarese.

Il 5 aprile 1993 entra a far parte dell’Ordine dei cardinali vescovi. Amato da certe frange del cattolicesimo più ortodosso, il cardinale è stato spesso criticato dal mondo laico per certe sue posizioni, a torto o a ragione, ritenute eccessivamente dogmatiche.

Non è da credere che il suo destino di porporato non fosse già in qualche modo segnato dato che, a fronte degli studi canonici, il 29 giugno 1951 Ratzinger viene ordinato sacerdote.

Il suo servizio pastorale non si limita alla predicazione o al servir messa bensì mette la sua fresca sapienza, appena concretizzatasi nella tesi di teologia (“Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Sant’Agostino”) poco prima discussa, nell’insegnamento, esperienza che durerà diversi anni (successivamente anche alla concessione alla libera docenza ottenuta con la dissertazione del lavoro “La teologia della storia di San Bonaventura”).

Per circa un decennio Ratzinger insegna prima a Bonn, poi anche a Munster e Tubinga. Siamo nei primi anni ’70 e il clima generale non è certo favorevole alla chiesa e ai suoi rappresentanti. Joseph Ratzinger non è certo il tipo da farsi intimidire o da seguire le mode del momento (anche quelle “intellettuali”) e anzi fonda il suo carisma all’interno delle istituzioni ecclesiastiche attraverso una certa intransigenza di pensiero.

Il cardinale tedesco Joseph Ratzinger divenne noto al mondo il 19 aprile 2005. In precedenza, per 24 anni aveva diretto la Congregazione per la Dottrina della Fede. Soprannominato “Rottweiler di Dio”, a causa della sua ferma difesa dell’ortodossia cattolica, si oppose all’aborto, all’eutanasia e al matrimonio gay.

L’enorme peso di condurre la chiesa nel nuovo millennio è stato affidato a lui.

Di fronte agli entusiasmi, ma anche ai dubbi sollevati dalla sua figura, una prima risposta sembra costituita dalla scelta del nome: Benedetto XVI. Il precedente Papa a scegliere il nome di Benedetto (Benedetto XV) era stato il Papa della Grande Guerra.

Anche lui, come Ratzinger, era stato un “uomo di stato”, arrivato al papato dopo esser stato Nunzio Apostolico in Spagna e segretario dello Stato Vaticano. Un papa all’apparenza conservatore, ma che eletto al soglio pontificio nel 1914, incarnò l’opposizione della Chiesa all'”inutile strage”, con scelte e proposte di pace coraggiose. Sono testimonianza di questo impegno i rapporti diplomatici difficili della Chiesa con le grandi potenze europee nel primo dopoguerra.

Durante tutto il suo papato, Benedetto ha sostenuto le radici europee del cristianesimo, ma è stato un discorso del 2006 a far arrabbiare il mondo musulmano, in cui il defunto pontefice sembrava suggerire che l’Islam fosse intrinsecamente violento.

In esso, il Papa citava un imperatore cristiano bizantino, secondo cui il profeta Maometto aveva prodotto “solo cose malvagie e disumane”. Suscitò per questo proteste in numerosi Paesi musulmani. Tuttavia, le polemiche continuarono a inseguire il mandato di Benedetto. Alcuni gruppi ebrei si opposero alla sua volontà di sostenere la beatificazione di Pio XII, accusato di non aver alzato la voce contro il genocidio degli ebrei d’Europa per mano dei nazisti.

Lo stesso Benedetto era un membro della Gioventù Hitleriana, all’epoca dei suoi 14 anni: una ricerca del Wiesenthal Center ha scoperto poi che la sua famiglia era fortemente contraria al regime nazista. Eppure, nuovi dubbi sull’antisemitismo furono sollevati quando nel 2009 il Pontefice revocò la scomunica di quattro vescovi.

Uno dei quattro era il britannico Richard Williamson, che negò ripetutamente l’Olocausto. Fu un’ondata di cause legali sugli abusi sessuali ai danni di minori tra il 2008 e il 2010 a far piombare la Chiesa cattolica nella più grande crisi degli ultimi decenni. Benedetto, come si suol dire, si cosparse il capo di cenere, scusandosi a più riprese, ma secondo i suoi detrattori non riuscendo a intraprendere un’azione reale.

Il suo pontificato venne anche segnato nel 2012 dalla fuga di documenti riservati (“Vatileaks”) orchestrata dal suo maggiordomo. Lo scandalo ha messo in luce una Curia afflitta da intrighi e priva di rigore finanziario.

Nel mese di febbraio 2013 arriva un annuncio choc: il papa dichiara la sua volontà di voler abbandonare il suo ruolo di capo della Chiesa, per la Chiesa stessa, adducendo come motivazione la mancanza di forze per l’avanzata età. Benedetto XVI termina il suo mandato di pontefice dalle ore 20,00 del 28 febbraio 2013.

Il suo successore eletto è Papa Francesco. Benedetto XVI assume il ruolo di Papa Emerito.

Papa Benedetto XVI si è spento il 31 dicembre 2022 all’età di 95 anni. Coloro che hanno lavorato con lui ne hanno elogiato la mente metodica, ricordandolo come una persona timida piena di tenerezza.

 

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