Autostrade italiane : inefficienti e le più care d’Europa.

“le nostre autostrade sono le più care d’Europa”: in Germania, Olanda e Belgio le autostrade sono gratuite, in Austria si paga un abbonamento annuale da 87,30 euro, in Svizzera 40 franchi (circa 38 euro), in Slovenia 110 euro.

Autostrade italiane : inefficienti e le più care d’Europa.

Articolo di Antonio Gentile –  www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it

Le nostre autostrade sono le più care d’Europa, mentre nell’Unione Europea, sono di gran lunga inferiori  se non addirittura gratuite, come ad esempio in Austria, Ungheria, Svizzera, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Romania e Bulgaria: Paesi di dimensioni medio-piccole o, come nel caso della Romania, con una rete autostradale ancora poco sviluppata. Si può quindi dubitare che questo sistema sia esportabile in Italia, mantenendo un costo della “vignetta” ragionevole.

Per gli altri Paesi, c’è uno strumento per verificare il costo di percorrenza per un automobilista su tratte autostradali simili in Europa:  l’applicazione “viaMichelin”, sviluppata da Michelin Travel Partner – società controllata al 100% dal gruppo Michelin che si occupa di prodotti e servizi digitali. La sua affidabilità è confermata ad esempio da uno studio dell’Università degli Studi di Milano Bicocca del 2006, che a proposito del sito Michelin aveva scritto che il sistema non era mai stato colto in errore, valutando la sua funzionalità tra il buono e l’ottimo.Confrontiamo quindi alcune tratte di durata simile in Paesi differenti e il costo per il viaggio in auto (per altri mezzi di trasporto come camion e moto le tariffe sono di solito diverse).

La rete italiana (e quella francese che però vanta una rete di oltre 9.100 chilometri contro i nostri quasi 7.000) ha scelto un sistema di pedaggi basato sui caselli. Un sistema che in molti Paesi europei è giudicato antiquato e oneroso in termini di costi di progettazione, costruzione, personale per la riscossione (dove non sono automatici) e assistenza. Inoltre i caselli consumano corrente e producono incolonnamenti quando il traffico è intenso. Oltre ai mille chilometri gestiti da Anas, per gli altri seimila chilometri le concessioni sono 26, ma quasi il 70% se lo spartiscono da anni due gruppi. Si tratta del Gruppo Atlantia (Benetton), che controlla Autostrade per l’Italia e che gestisce oltre 3.000 chilometri, e del Gruppo Gavio, che gestisce oltre 1.200 chilometri. Insieme coprono i tre quarti circa del mercato. Gli altri 1.650 chilometri sono gestiti da società controllate da enti pubblici locali e da alcuni concessionari minori.

Italia
Il costo delle autostrade varia a seconda della tratta. Per andare da Roma a Firenze si percorrono 251 km su autostrada e il costo stimato del pedaggio è di 18,40 euro.
Per andare da Milano a Venezia si percorrono 258 km su autostrada e il costo stimato del pedaggio è di 19,40 euro.
Per andare da Napoli a Bari si percorrono 247 km su autostrada e il costo stimato del pedaggio è di 20,80 euro.
Possiamo approssimare quindi a circa 20 euro il costo del pedaggio in Italia per 250 km di autostrada.
Germania
Le autostrade tedesche sono generalmente gratuite. Ad esempio, per andare da Berlino a Amburgo si percorrono 275 km su autostrada e, nel caso si guidi un veicolo di peso inferiore alle 7,5 tonnellata, come riporta il sito tolls.eu(https://www.tolls.eu/germany), specializzato nel fornire informazioni in lingua inglese sui costi delle autostrade in Europa, non si paga alcun pedaggio.
Francia
Per andare da Parigi a Villers-Bocage (cittadina poco dopo Caen, da noi scelta perché a 250 km circa di distanza) si percorrono 249 km di autostrada e il pedaggio ammonta a 24 euro.
Un costo apparentemente superiore a quello dell’Italia.
Anche scegliendo un altro tragitto, il risultato sostanzialmente non cambia: per andare da Lione a Nimes si percorrono 240 km di autostrada e si paga un pedaggio di 22,10 euro.
Per un’ulteriore verifica abbiamo comparato due tratte più lunghe, come quella tra Milano e Roma (560 km e 48,40 euro di pedaggio). Anche in questo caso sembra che in Francia il costo delle autostrade sia superiore, come del resto confermano anche fonti in lingua francese (seppur con dati leggermente diversi).
Il confronto operato dalla Dataroom Milena Gabanelli, che mette invece l’Italia al primo posto, potrebbe essere stato influenzato dal fatto che il percorso considerato dalla giornalista del Corriere – Bologna-Ventimiglia – comprende la Genova-Ventimiglia che, secondo la classifica stilata nell’agosto 2017 dallo speciale “Motori” del Quotidiano Nazionale, entra nella top 5 dei tratti autostradali più costosi d’Italia.
Regno Unito
Nel Regno Unito le autostrade sono normalmente gratuite. Fanno eccezione solo alcuni tratti autostradali, come ad esempio la M6 Toll , vicino Birmingham.
Spagna
In Spagna la maggior parte delle autostrade è gratuita e una minoranza, contrassegnata sulle mappe dalla sigla AP, a pagamento. Si tratta di tratte che, complessivamente, ammontano a circa il 20% del totale.
Gli altri Paesi
In tutti gli altri Paesi UE, l’autostrada si paga generalmente meno che in Italia, in particolare nel nord e nell’est Europa. Ad esempio, in Svezia, per andare da Stoccolma a Malmö si percorrono quasi 400 km di autostrada e si paga un pedaggio inferiore ai 7 euro.

Il fatturato del 2017 del settore autostradale è stato di quasi 7 miliardi e l’83% dei ricavi arriva dai pedaggi. Le concessioni generano per lo Stato canoni complessivi di oltre 841 milioni (dati 2016). Un business ricchissimo per i privati, e non a caso la famiglia Benetton è in testa nella classifica delle cedole che le società quotate staccheranno nel corso del 2018, con quasi 377 milioni di dividendi. I 97 milioni in più rispetto all’ anno scorso sono in gran parte frutto della partecipazione in Atlantia, che ha ulteriormente alzato la posta della distribuzione ai soci portandola da 0,97 a 1,22 euro per azione (ovvero quasi 63 milioni in più nella cassaforte della famiglia). Arrotonda l’incasso dei Benetton la partecipazione in Autogrill (il cui dividendo è passato da 0,16 a 0,19 euro per azione).

La decisione dell’Europa del 17 maggio 2017  riunitasi per l’esecutivo Ue, ci aveva ricordato per l’ennesima volta «che la proroga di una concessione equivale a una nuova concessione» e dunque deve essere messa a gara. Dopo una trattativa durata un anno, il 27 aprile 2018 anche l’Europa, tramite il Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, si è arresa accettando un compromesso: disco verde in cambio di 8,5 miliardi di investimenti delle concessionarie italiane. Il piano, accolto in base alle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato, prevede la proroga delle due maxi concessioni detenute da Autostrade per l’Italia (Benetton) e da Società Iniziative Autostradali e Servizi (Gavio).

Il rinnovo delle concessioni dovrebbe consentire ai Benetton di portare a termine tempestivamente la cosiddetta «Gronda di Genova», mentre la Sias (Gavio) finanzierà gli investimenti necessari per concludere i lavori dell’autostrada Asti-Cuneo A33. In sostanza: Autostrade per l’Italia che già vantava una concessione rinnovata in automatico fino al 2038, con il consenso dell’Ue se la vede allungata fino al 2042. Mentre quella di Gavio sulla A4 Torino-Milano gestita da Sias, che scadeva nel 2026, è stata prorogata al 2030. Altre concessioni scadono addirittura nel 2046 (Sat S.p.A.) o nel 2050 (Sitaf S.p.A., Società Italiana Traforo Monte Bianco).

La Commissione ha previsto l’imposizione di sanzioni in caso di ritardi nel completamento lavori o di mancata realizzazione degli investimenti. L’Italia dal canto suo si impegna ad introdurre dei massimali sugli aumenti dei pedaggi, e ad abbreviare di 13 anni la durata della concessione di Sias per l’autostrada Asti-Cuneo, per poi mettere a gara la tratta, insieme alla Torino-Milano. Sul resto, chi vivrà vedrà. Certo, siamo stati bravi ad ammorbidire l’Europa, che per anni ha detto: «dovete costruire un regime di vera concorrenza». Si può brindare all’ottimo risultato portato a casa, forse non esattamente nell’interesse dei cittadini.

Dalle varia analisi, risulta che sia la Francia a imporre le tariffe autostradali più care. Al di là di questo, è comunque vero che l’Italia sia tra i Paesi con le tariffe più elevate in Europa, probabilmente il secondo, dietro la Francia e davanti al Portogallo.

Rimane il fatto che Le nostre autostrade sono le più care d’Europa.  Ma per capire in definitiva l’inefficienza di Autostrade italiana, basti pensare che in Austria l’abbonamento annuale alla rete autostradale costa 87,30 euro l’anno per gli automobilisti e 34,70 per i motociclisti. In Italia con 34 euro si percorrono 400 chilometri. In Svizzera l’abbonamento costa 40 franchi l’anno, circa 38,12 euro. In Spagna le autostrade si chiamano Autovie e sono gratuite; solo per le Autopistas si paga. In Slovenia il costo dell’abbonamento annuale è di 55 euro per i motociclisti, di 110 per gli automobilisti. In Italia con questa cifra si può percorrere una volta la Milano-Napoli andata e ritorno. Mi sembra al quanto inammissibile e vergognoso.

di Antonio Gentile